Nel PD si discute se fare le primarie anche online

Lo ha proposto la candidata segretaria Elly Schlein, ottenendo reazioni piuttosto eterogenee

(Cecilia Fabiano/LaPresse)
(Cecilia Fabiano/LaPresse)
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Da venerdì nel Partito Democratico si discute se dare la possibilità di partecipare anche online alle primarie per scegliere il nuovo segretario o la nuova segretaria del partito, che in origine erano state fissate al 19 febbraio, ma che si parla di rinviare al 26. La proposta è stata avanzata da una dei quattro candidati alla segreteria, Elly Schlein, in un’intervista pubblicata venerdì 6 gennaio sulla Stampa.

Finora il PD ha sempre tenuto le primarie per scegliere il suo leader in luoghi fisici, nelle sedi del partito o nei cosiddetti “gazebo”, cioè sezioni temporanee allestite per agevolare la partecipazione al voto. Durante i periodi più intensi della pandemia da coronavirus però aveva consentito di votare sia online sia nei gazebo alle primarie per scegliere il candidato sindaco in alcune città, fra cui Roma, Torino e Bologna.

La proposta di Schlein ha ottenuto diverse reazioni. Repubblica scrive che verosimilmente il partito prenderà una posizione ufficiale mercoledì 11 gennaio, in una riunione nella quale dovrebbe anche fissare una data ufficiale per le primarie.

Schlein ha motivato la sua proposta spiegando che il voto online consentirebbe un «allargamento della comunità democratica», cioè di coinvolgere «quei mondi che negli ultimi tempi si sono sentiti lontano dal partito: terzo settore, comitati che lottano contro le disuguaglianze e per la salvaguardia del clima, il mondo sindacale, quello che lavora nella scuola e nell’accoglienza». «Il periodo del Covid ha abituato tutti a un nuovo approccio col digitale. Nel 2023 se ci sono strumenti democratici che possono rafforzare la partecipazione, usiamoli», ha aggiunto Schlein.

La sua proposta ha ragioni politiche, oltre che tecniche. Schlein è più nota e sostenuta fra simpatizzanti ed elettori del partito che fra i suoi funzionari ed eletti, più abituati a frequentarne le sedi fisiche: e sarebbe la candidata a beneficiare di più, verosimilmente, dalla possibilità di votare online.

Il suo principale avversario nonché attuale favorito per la vittoria finale, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, non ha commentato la proposta, ma lo ha fatto la sua candidata vice-segretaria, Pina Picierno. «La proposta di voto online lanciata da Elly Schlein è sbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabile a poche settimane dal voto: significherebbe non garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle», ha commentato Picierno, citando la criticata piattaforma usata dal M5S per prendere alcune delle decisioni politiche più importanti interne al partito.

Gianni Cuperlo, altro candidato alla segreteria oltre a Paola De Micheli, ha detto di non essere sfavorevole, in linea di principio: «Se c’è un albo trasparente e una registrazione 48 ore prima, con l’iscrizione all’albo degli elettori, possiamo discuterne».