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  • Domenica 18 dicembre 2022

La Cina è alle prese con una nuova ondata di contagi

La diffusione del coronavirus sta causando assenze di personale in vari settori, anche se i numeri ufficiali restano molto contenuti

L'esterno di un crematorio nella città di Pechino (AP Photo/Ng Han Guan)
L'esterno di un crematorio nella città di Pechino (AP Photo/Ng Han Guan)
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Diverse città cinesi sono alle prese con una nuova grande ondata di contagi da coronavirus, dopo quasi due settimane dal cambio radicale di approccio alla pandemia deciso dal presidente Xi Jinping. In assenza di dati ufficiali, che invece presentano numeri molto contenuti, la gravità della situazione nelle città è intuibile soprattutto da alcuni segnali indiretti e dalle testimonianze raccolte dai giornalisti stranieri e postate sui social network.

A Pechino, Shanghai e in altre grandi città cinesi nella giornata di domenica ospedali, fabbriche e aziende dei trasporti hanno segnalato grandi problemi di personale, causati dalla diffusione dei contagi che ha costretto moltissime persone nuovamente in casa perché alle prese con sintomi da coronavirus o per precauzione.

Nelle farmacie risultano esauriti i medicinali contro la febbre e i test per il coronavirus, e un gran numero di scuole ha scelto di sospendere da lunedì le lezioni in presenza per provare a limitare la diffusione del virus. In particolare l’amministrazione della città di Shanghai – che ha più di 30 milioni di abitanti – ha ordinato la chiusura tutte le scuole, gli asili e i centri sportivi per ragazzi.

Sono effetti che molti esperti avevano previsto dopo il repentino cambio di approccio alla pandemia. Con il superamento della strategia “zero COVID”, che mirava a evitare del tutto i contagi, le autorità cinesi dal 6 dicembre hanno infatti eliminato gran parte delle misure più restrittive, dopo quasi tre anni di rigidi lockdown e di ricoveri forzati anche di pazienti asintomatici.

Sono stati sospesi i test di massa e non vengono più conteggiati nelle statistiche i contagiati asintomatici: ma più in generale pare che le statistiche sulla diffusione del virus siano completamente saltate, per l’impossibilità di tracciare tutti i contagi o per scelta. Le autorità segnalavano 2.028 contagi nella giornata di sabato, un numero molto basso e in linea con i precedenti, e dal 4 dicembre non viene segnalata nessuna morte collegata al virus: un dato decisamente poco credibile e che contrasta con alcune testimonianze provenienti dalle città cinesi.

Una pista di pattinaggio in un centro commerciale normalmente affollato a Pechino (AP Photo/Andy Wong)

Un giornalista di Reuters ha contato oltre 30 carri mortuari solo sabato pomeriggio, fuori da un singolo centro crematorio, mentre un lavoratore della Casa Funeraria Dongjiao di Pechino che è voluto rimanere anonimo ha detto al Financial Times che nella struttura in una giornata erano stati cremati 30-40 corpi di persone morte per COVID.

L’attuale posizione ufficiale del governo è che i cittadini debbano occuparsi di salvaguardare la propria salute con scelte autonome. L’attuazione della strategia “zero COVID” era diventata insostenibile negli ultimi mesi con la diffusione anche in Cina della variante omicron, molto più contagiosa e quindi complessa da bloccare anche con rigidi lockdown, e per questo c’erano state grosse e insolite proteste in varie città del paese.