La Russia ha bloccato di nuovo il grano ucraino

Dopo gli attacchi alle sue navi nel porto di Sebastopoli, sul mar Nero, ha disdetto l'accordo firmato il 22 luglio

Una nave cargo al largo del porto di Odessa (AP Photo/Nina Lyashonok)
Una nave cargo al largo del porto di Odessa (AP Photo/Nina Lyashonok)
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Nella giornata di domenica nessun movimento di mezzi per il trasporto di grano è stato autorizzato sul Mar Nero: il nuovo blocco è dovuto alla decisione annunciata sabato dalla Russia di ritirarsi dall’accordo firmato il 22 luglio, che aveva permesso la ripresa delle esportazioni dei cereali ucraini dopo cinque mesi.

Il governo russo ha fatto sapere che non permetterà più il passaggio delle navi cargo per il trasporto del grano e altri cereali dopo l’attacco subito sabato dalla sua flotta militare al largo di Sebastopoli, principale città della Crimea. Il comando russo sostiene ufficialmente di non poter garantire la sicurezza dei corridoi umanitari dedicati al trasporto del grano perché le navi che la garantivano sono state danneggiate dall’attacco. È una tesi che tutti gli osservatori internazionali ritengono poco credibile. La decisione della Russia sembra piuttosto una ritorsione contro l’Ucraina per gli attacchi subiti.

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha definito la decisione «scandalosa, un pretesto» e ha accusato la Russia di «utilizzare il cibo come un’arma». Nelle ultime settimane erano già stati segnalati alcuni problemi nell’applicazione dell’accordo: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva accusato i russi di ritardare volontariamente i passaggio delle navi, creando una coda di oltre 170 imbarcazioni. L’accordo avrebbe dovuto essere rinnovato il 19 novembre.

L’attacco che la Russia ha indicato come causa del proprio ritiro dall’accordo è avvenuto nelle prime ore di sabato, con un’offensiva congiunta di sedici fra droni aerei e droni sottomarini. Questi ultimi hanno le dimensioni di un kayak, sono comandati e fatti esplodere a distanza. La Russia ha minimizzato gli effetti dell’attacco, ma secondo fonti di intelligence le navi danneggiate, anche sensibilmente, potrebbero essere quattro. L’Ucraina, come ha sempre fatto in caso di azioni lontano dalla linea del fronte, non ha rivendicato o confermato la propria partecipazione all’azione.

I comandi russi hanno inoltre accusato «addestratori militari britannici» di aver preparato il colpo con gli ucraini. Il Regno Unito ha negato ogni addebito, accusando i russi di portare le loro false accuse su «scala epica».

L’accordo sul grano era entrato in vigore il primo agosto, dopo un’intesa raggiunta con la supervisione della Turchia e delle Nazioni Unite: prevedeva il passaggio sicuro dei cargo nelle acque del mar Nero a partire da tre porti ucraini, fra cui quello di Odessa. Il presidente turco Erdogan aveva recentemente comunicato che dal primo agosto erano partite 363 navi ed erano stati esportati 8 milioni di tonnellate di cereali ucraini. La misura aveva permesso di svuotare almeno in parte i silos in cui viene stipato il grano raccolto, arrivati a saturazione. Si era così evitato che i cereali marcissero e che diventasse più probabile una crisi alimentare mondiale.

– Leggi anche: La crisi alimentare causata dal blocco dei porti ucraini

Il nuovo blocco ripropone i problemi già riscontrati prima di agosto: le vie alternative a quelle attuali, che possono prevedere le partenze dai porti di Costanza (Romania) e Danzica (Polonia) o il trasporto via terra, sono tutte molto più lente e meno pratiche e permettono di muovere quantità molto minori di merci.