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  • Lunedì 24 ottobre 2022

L’Ucraina sta imparando a proteggersi dai droni russi

Intercettandoli con i jet o colpendoli da terra con artiglieria e fucili: ma è ancora un'operazione complicata e dispendiosa

Frammenti di un drone russo abbattuto dall'esercito ucraino a Kupiansk (Ukrainian military's Strategic Communications Directorate via AP, File)
Frammenti di un drone russo abbattuto dall'esercito ucraino a Kupiansk (Ukrainian military's Strategic Communications Directorate via AP, File)
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Nelle ultime settimane molti attacchi russi in Ucraina sono stati compiuti con l’utilizzo dei cosiddetti “droni kamikaze” di fabbricazione iraniana, chiamati Shahed-136, che possono volare per più di 2mila chilometri e poi schiantarsi contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo. Queste armi sono state usate in alcuni dei più recenti e gravi attacchi russi in Ucraina, tra cui quelli del 10 e del 17 ottobre, mirati soprattutto a colpire le infrastrutture energetiche ucraine, ma anche edifici residenziali.

I droni sono piuttosto economici, se confrontati con più avanzati sistemi missilistici, e perciò l’esercito russo ne sta usando in grande quantità nelle ultime settimane. Pur essendo lenti e molto rumorosi, quindi abbastanza facili da distinguere, non sono facili da abbattere, anche perché l’esercito russo li utilizza a gruppi e li fa volare a bassissima quota affinché risultino invisibili ai principali sistemi di difesa aerea. Ciononostante l’esercito ucraino sta imparando a difendersi da questi droni, in tre modi: con i voli di pattugliamento da parte dei jet militari che controllano lo spazio aereo; con i sistemi di artiglieria contraerea utilizzati da terra; e con i singoli soldati che provano ad abbattere i droni sparando a vista con le proprie armi.

Secondo Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino, ormai l’esercito ucraino ha capito come proteggersi dai droni e riesce ad abbattere regolarmente buona parte di quelli che la Russia usa per attaccare l’Ucraina, anche se i danni provocati dai droni che raggiungono l’obiettivo continuano a rimanere ingenti. In un’intervista al New York Times ha detto che l’esercito ucraino aveva abbattuto il primo drone russo il 13 settembre e che da allora ne ha abbattuti almeno 237.

Colpirli è comunque un lavoro molto complicato per i soldati ucraini: come ha spiegato un pilota dell’aviazione ucraina al New York Times, il problema principale è individuarli, dato che nei radar possono spesso essere confusi con stormi di uccelli in migrazione. Un altro problema è che per abbattere droni che sono costati relativamente poco alla Russia, i piloti di jet ucraini sono costretti spesso a usare missili molto costosi. Yurii Ignat, portavoce dell’aviazione ucraina, ha detto in proposito: «È frustrante dover colpire questi droni con missili costosi. Ma cos’altro possiamo fare? La realtà è questa ormai».

Un altro modo per abbattere i droni russi è colpirli da terra appena li si avvista (quando si avvicinano a terra fanno un gran rumore e non è difficile individuarli). Nei giorni scorsi sono circolati molti video di soldati ucraini, ma anche di civili, che sparavano ai droni mentre questi sorvolavano alcune città: ma rispetto all’uso dei missili sparati dai jet militari, questo è un metodo decisamente meno preciso, e anche potenzialmente pericoloso perché i proiettili sparati in aria possono ricadere al suolo colpendo le persone.

– Leggi anche: Come si abbatte un drone iraniano