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  • Sabato 15 ottobre 2022

È un periodo turbolento per il governo greco

Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, di centrodestra, è ancora alle prese con uno scandalo di intercettazioni illegali, e ha problemi con la Turchia

Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis (AP Photo/Petr David Josek)
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis (AP Photo/Petr David Josek)
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Pochi giorni fa in Grecia sono state rese pubbliche le conclusioni dell’inchiesta parlamentare sul grave caso di spionaggio telefonico ai danni dell’opposizione che da alcuni mesi mette in difficoltà il governo del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, di centrodestra. L’inchiesta esonera Mitsotakis dall’accusa di aver fatto intercettare il capo di uno dei principali partiti di opposizione, ma difficilmente lo scandalo si placherà, anche perché le indagini sono state fatte sostanzialmente da esponenti di Nuova Democrazia, il partito di Mitsotakis.

Questo scandalo si è unito negli ultimi tempi a numerosi altri problemi di Mitsotakis, che aveva iniziato il suo mandato presentandosi come grande riformatore della politica greca. Il suo partito Nuova Democrazia resta in testa ai sondaggi per le elezioni del 2023, ma difficilmente riuscirà ad arrivare alla maggioranza da solo. Finora il suo governo ha celebrato alcuni positivi risultati economici ma è stato accusato dall’opposizione di aver minacciato le libertà democratiche in Grecia.

L’inchiesta sullo scandalo dello spionaggio era stata aperta dopo la denuncia di Nikos Androulakis, capo del Partito Socialista (PASOK) e uno dei leader dell’opposizione, che aveva sostenuto di essere stato intercettato per mesi dai servizi segreti, che in Grecia dipendono direttamente dall’ufficio del primo ministro per scelta dello stesso Mitsotakis. Il caso aveva provocato le dimissioni dei vertici dell’intelligence greca e del segretario generale del primo ministro, che però si era sempre dichiarato non solo estraneo, ma anche non a conoscenza dell’operazione.

L’inchiesta parlamentare sarebbe arrivata alle stesse conclusioni, confermando che l’operazione di spionaggio, effettuata attraverso l’installazione del programma di spyware Predator nei telefoni di Androulakis, sarebbe da considerarsi legale, seppur inopportuna, e che non ci sarebbero prove del coinvolgimento diretto del governo. Nuova Democrazia intende chiudere così la questione.

I partiti di opposizione, e in particolare quello di sinistra Syriza, hanno però sostenuto che l’inchiesta, condotta dalla maggioranza di Nuova Democrazia, non si è svolta «con l’intento di scoprire la verità, ma solo di coprire le responsabilità» e che molti testimoni importanti non sarebbero stati ascoltati, compresi alcuni giornalisti che sarebbero stati oggetto della stessa sorveglianza illegale.

L’intera questione si colloca in un contesto di crescenti denunce dell’opposizione di una gestione del potere personalistica da parte di Mitsotakis, che starebbe anche limitando la libertà di stampa.

L’organizzazione non governativa Reporter Senza Frontiere (RSF) ha parlato di una «consistente contrazione» della libertà di stampa nel biennio 2021-22, con «giornalisti a cui viene regolarmente impedito di seguire liberamente le questioni migratorie e sanitarie». Ma al di là delle classifiche di RSF, le cui metodologie sono discusse, la Commissione europea ha recentemente aperto una pratica di infrazione contro la Grecia per una legge sulle proprietà televisive, volta espressamente a bloccare il principale gruppo televisivo indipendente Nova.

Nuova Democrazia respinge come “propaganda di sinistra” le accuse e invece sottolinea i risultati economici e alcuni ammodernamenti delle infrastrutture, realizzati utilizzando principalmente i fondi europei. La Grecia è uscita ad agosto dalla sorveglianza fiscale dell’UE durata dodici anni ed era, prima delle revisioni delle stime dovute ad inflazione e guerra russo-ucraina, una delle economie più attive della zona euro, con una crescita stimata del 4 per cento. Il Fondo Monetario Internazionale ritiene che nel 2023 possa tornare ad avere un bilancio in attivo, continuando a ridurre il proprio importante deficit, oggi pari al 177 per cento del PIL.

Mitsotakis ha inaugurato in questi giorni le nuove stazioni della metropolitana del Pireo, che ospita il porto più importante della Grecia e che così sarà collegato ad Atene e all’aeroporto: il rinnovamento dei trasporti, era, assieme alla riduzione delle tasse, uno dei punti centrali del suo programma elettorale.

Ha attuato anche una grande liberalizzazione del mercato del lavoro, che tuttavia ha portato, secondo i sindacati, a un’esplosione di contratti temporanei e di agenzie interinali, che avrebbero compromesso non solo il livello dei salari, ma anche la sicurezza: i morti sul lavoro nel 2022 sono già stati 51, il dato più alto dal 1974. I salari sono bloccati al livello del 2010 e le pensioni medie sono diminuite del 40 per cento rispetto allo stesso anno. Il salario minimo è attualmente a 751 euro al mese, Mitsotakis ha recentemente aperto a una vecchia proposta di Alexis Tsipras, ex primo ministro e leader di Syriza, di aumentarlo a 800 (misura considerata ora inadeguata dalle opposizioni).

L’inflazione sta compromettendo fortemente il già ridotto potere d’acquisto dei lavoratori greci: attualmente il tasso annuo è stimato al 12 per cento, contro il 9,1 dell’eurozona (in Italia è all’8,9 per cento). Al centro dei rincari c’è, come in tutta Europa, il costo dell’energia: secondo il sindacato dei lavoratori della principale società elettrica (DEI), nei primi sei mesi del 2022 sono stati ordinati 305mila tagli di corrente per fatture non pagate, contro i 168mila del 2021.

Ma l’economia non è l’unico tema del dibattito: il governo di Nuova Democrazia e alle prese con i numerosi naufragi di barche di migranti in transito dalla Turchia verso l’Europa. Sono numerose le critiche degli osservatori internazionali per i respingimenti dei migranti, illegali secondo le norme europee.

I rapporti con la Turchia e il suo presidente Recep Tayyip Erdogan sono inoltre particolarmente tesi. Tra i due paesi sono in corso aspre dispute territoriali che si concentrano sulla sovranità di alcune isole greche del mar Egeo e sulla presenza di aerei militari di entrambi gli stati nella zona. Le isole, secondo i trattati internazionali, dovrebbero essere smilitarizzate ma la Turchia ha accusato la Grecia di averci portato veicoli militari blindati. Erdogan, di recente, ha minacciato duramente il governo greco di ritorsioni, e la situazione rimane molto tesa.

Le dispute con la Turchia, storico rivale della Grecia (benché entrambi i paesi facciano parte della NATO) sono un problema per Mitsotakis anche a livello di politica interna, perché favoriscono la retorica nazionalista e populista di Soluzione Greca, un partito di estrema destra: è dato in crescita nei sondaggi, soprattutto nelle regioni del nord, negli ultimi anni un bacino di voti sicuro per Nuova Democrazia.