Nel centrosinistra si litiga sulle manifestazioni per la pace

PD, M5S e Azione parteciperanno ciascuno a una diversa, a dimostrazione delle loro diverse posizioni sull'Ucraina e delle grosse distanze politiche

Bandiere della pace in una manifestazione di giugno (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Bandiere della pace in una manifestazione di giugno (ANSA/FABIO FRUSTACI)
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La discussione politica nell’area dei partiti di centrosinistra in questi giorni è concentrata su modalità e opportunità di partecipazione alle manifestazioni per la pace in Ucraina. Ce ne sono in programma più di una in pochi giorni e Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Azione sembrano intenzionate a partecipare ciascuno a una diversa, fra distinguo e tentativi di posizionamento politico.

La prima, in ordine temporale, sarà il sit-in davanti all’ambasciata russa a Roma di domani, giovedì: era stato organizzato da un gruppo di associazioni, fra cui Base Italia e Liberi Oltre, il PD ha deciso martedì di aderirvi, con l’annuncio del segretario Enrico Letta.

La scelta è stata interpretata come una risposta all’annuncio della settimana scorsa di Giuseppe Conte, presidente del M5S, di partecipare a una «grande manifestazione pacifista» in programma a novembre a Roma (probabilmente sabato 5), quella organizzata da ARCI, ACLI e molte altre associazioni. Al dibattito si è aggiunto anche il leader di Azione Carlo Calenda, che ha annunciato che avrebbe organizzato un’altra manifestazione, la terza, stavolta a Milano e per mostrare un sostegno molto più esplicito all’Ucraina. A chiudere il quadro va ricordato che il 21-22-23 ottobre Rete italiana pace e disarmo, un’associazione pacifista piuttosto grossa, organizzerà iniziative in molte città italiane.

Le divisioni fra i vari partiti di centro e centrosinistra riguardo alle manifestazioni per la pace sono di una doppia natura: da una parte c’è la volontà di presidiare il settore pacifista e cercare di attribuirsi il merito delle iniziative, quello che in gergo politico viene spesso definito come “mettere il cappello sulle piazze”. Dall’altra ci sono le differenze anche sostanziali su posizioni di politica internazionale e in particolare sull’invio di armi all’Ucraina, a cui il Movimento 5 Stelle è ora contrario (dopo aver votato a favore in parlamento a inizio conflitto), come buona parte delle associazioni pacifiste e di sinistra.

Enrico Letta durante la campagna elettorale (ANSA)

Domani alle 18.30 il Partito Democratico parteciperà quindi a una manifestazione che rispecchia in pieno le proprie posizioni (ci sarà anche +Europa): si chiederà il cessate il fuoco e ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino, il riconoscimento dell’autonomia dell’Ucraina secondo i confini precedenti al 2014 (quindi prima dell’invasione russa della Crimea) e la fine dell’escalation nucleare.

Avrà il vantaggio di precedere le successive manifestazioni, ma il limite di essere “minore” e di poter essere interpretata come una risposta forzata a un posizionamento forte del M5S di Conte, che già ha svolto una campagna elettorale mirata a proporsi come vera alternativa di “sinistra” rispetto al PD.

Per questo alcuni esponenti delle correnti di sinistra del PD hanno già annunciato una doppia partecipazione, al sit-in di domani ma poi anche alla manifestazione di novembre, benché i vertici del partito l’abbiano indicata come equivoca, perché non distinguerebbe bene le responsabilità dell’aggressore russo. Nell’invocare la pace senza ulteriori specifiche, cioè senza un sostegno esplicito all’Ucraina aggredita, la manifestazione di novembre rischia di avvicinarsi a posizioni più concilianti con le richieste dell’aggressore.

Letta ha detto: «Noi aderiamo a tutte le iniziative di pace se indicano le colpe di Putin». E Stefano Bonaccini, che è presidente della regione Emilia-Romagna e uno dei possibili candidati a succedergli come leader del partito ha aggiunto: «Dobbiamo augurarci che cessi il fuoco e anche distinguere nettamente le responsabilità».

Giuseppe Conte ha invece annunciato che non parteciperà al sit-in davanti all’ambasciata russa perché «è una manifestazione del PD e ne esiste una nazionale senza cappelli». A quella di novembre il Movimento parteciperà senza bandiere, pare anche su richiesta delle associazioni che l’hanno organizzata, ma Conte l’ha rilanciata per primo, riproponendo le critiche a una «soluzione militare» del conflitto e ribadendo la necessità di un disarmo a cui però la Russia, come dimostra da mesi, non sembra interessata. Conte e il Movimento avranno meno problemi a muoversi in un corteo che potrebbe avere anche espressioni anti-atlantiste.

Giuseppe Conte durante un’iniziativa elettorale a Caltanissetta (ANSA/RITA CINARDI)

Carlo Calenda è il più critico con l’iniziativa e le posizioni di Conte, e lo accusa di essere a favore non della pace ma della resa dell’Ucraina: «Se voti contro l’invio delle armi e chiedi la pace stai chiedendo la resa». Il leader di Azione nella giornata di mercoledì ha poi aderito all’iniziativa del sit-in di giovedì a Roma, annunciando la sua partecipazione.

Le divisioni sulle vie per arrivare alla pace si sommano alle grandi distanze fra le forze politiche di opposizione, acuite da una campagna elettorale in cui Terzo Polo e Movimento 5 Stelle si sono contrapposti con forza al PD nel tentativo di attingere allo stesso potenziale bacino elettorale.