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  • Giovedì 6 ottobre 2022

L’ammutinamento della Nazionale spagnola femminile di calcio

Quindici giocatrici si sono autoescluse per protestare contro l’allenatore, ritenuto inadeguato ma sostenuto dalla federazione

(Naomi Baker/Getty Images)
(Naomi Baker/Getty Images)
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A fine settembre i giornali spagnoli avevano raccontato che quindici giocatrici della Nazionale di calcio locale avevano chiesto alla federazione (RFEF) di fare qualcosa per cambiare il loro allenatore, Jorge Vilda, in carica da sette anni. Lo avevano fatto mandando quindici mail, tutte con lo stesso contenuto, in cui denunciavano una situazione che le stava influenzando in modo significativo e per la quale non potevano più rispondere alle convocazioni.

Da allora sono passate circa due settimane. La risposta della federazione è arrivata velocemente, in difesa di Vilda, che si è detto dispiaciuto ma estraneo alle accuse. Nel comunicato pubblicato il 22 settembre si legge: «La RFEF non permette alle giocatrici di mettere in discussione la continuità del tecnico e del suo staff, poiché prendere tali decisioni non rientra nelle loro competenze. Non ammettiamo alcun tipo di pressione, queste manovre sono tutt’altro che esemplari e sono al di fuori dei valori del calcio e dello sport».

La protesta delle calciatrici spagnole non era arrivata inaspettata. Negli ambienti vicini alla nazionale il malcontento nei confronti dello staff tecnico era noto da tempo. Le giocatrici si erano trovate spesso in disaccordo con Vilda sia per i suoi approcci tattici che per la sua metodologia di lavoro e la sua gestione del gruppo: sulla stampa spagnola l’allenatore era stato descritto come «psicologicamente abusivo» e creatore di un clima insostenibile che spesso ha causato momenti di crisi nelle giocatrici.

Jorge Vilda (Naomi Baker/Getty Images)

Dopo gli Europei conclusi in modo piuttosto anonimo al primo turno ad eliminazione diretta, e dopo le ultime due partite di qualificazione ai Mondiali di inizio settembre, le giocatrici hanno infine deciso di prendere una posizione definitiva. Tra queste ci sono Aitana Bonmatí, Patri Guijarro, Claudia Pina, Mapi León, Sandra Paños e Mariona Caldentey del Barcellona, Laia Aleixandri, Leila Ouahabi e Ona Batlle del Manchester City, Ainhoa Moraza e Lola Gallardo dell’Atletico Madrid.

Altre che non hanno scritto alla federazione hanno però fatto intendere di sostenere le richieste di cambiamento. Tra loro ci sono Alexia Putellas del Barcellona, vincitrice dell’ultimo Pallone d’Oro, ora alle prese con un lungo infortunio, e Jennifer Hermoso, che con il Barcellona ha giocato fino alla scorsa stagione, prima di trasferirsi in Messico.

L’ammutinamento di questo folto gruppo di giocatrici arriva in un periodo di grande crescita per il calcio femminile spagnolo, che tra i movimenti europei è quello che ha fatto passi in avanti più rapidamente. Oltre ad avere l’attuale Pallone d’Oro, il Barcellona ha giocato le ultime due finali di Champions League e sta guidando questa crescita insieme all’Atletico Madrid, mentre il Real Madrid femminile è stato istituito più di recente ma sta già investendo molto.

La Nazionale spagnola agli Europei (Naomi Baker/Getty Images)

Spesso i giornali si riferiscono alle attuali calciatrici spagnole come quelle della “generazione d’oro”, ma se le squadre di club stanno già portando risultati, anche nel grande seguito che riscuotono, la nazionale è rimasta finora estranea a tutto questo. Per le calciatrici che hanno scelto di autoescludersi, la ragione principale dietro questo scompenso è Vilda, che ha 41 anni ed è un ex calciatore delle giovanili di Barcellona e Real Madrid. Vilda ha sempre allenato nel femminile in ambito federale, iniziando dalle nazionali giovanili fino ad arrivare a quella maggiore nel 2015.

Specialmente negli ultimi anni, in seguito al generale innalzamento del livello del calcio femminile internazionale, la Spagna di Vilda ha spesso deluso le aspettative, nonostante abbia potuto contare su giocatrici che nei loro club rendono molto. Per di più, in molti casi le calciatrici sono sembrate distaccate e poco motivate, comportamenti che ora si ricollegano alle critiche rivolte alla gestione tecnica.

Vilda ha mantenuto l’incarico grazie al sostegno della federazione e non ha mai accennato alle dimissioni. Per le partite amichevoli che la Spagna giocherà la prossima settimana ha sostituito le quindici assenti con altre giocatrici, molte delle quali esordienti, chiamate dal campionato locale e in particolare dal Real Madrid, squadra che finora era stata poco rappresentata in nazionale. Nell’annunciare le convocazioni, Vilda ha parlato dell’attuale situazione dicendo: «È una gran confusione che sta danneggiando il calcio spagnolo e che ci sta mettendo in ridicolo. Io stesso sono confuso perché non capisco cosa mi stiano chiedendo. Vorrei che ci fosse stata più chiarezza da parte loro, e che me lo avessero detto di persona».

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