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  • Martedì 4 ottobre 2022

I sistematici abusi sessuali, emotivi e verbali nel calcio femminile statunitense

Li ha messi in fila un rapporto realizzato dopo un anno di indagini: sono parte di una cultura che non ha mai tutelato le giocatrici

Tifosi esibiscono cartelli per sostenere le accuse delle calciatrici durante una partita tra le Washington Spirit e le Racing Louisville a Washington, 9 ottobre 2021
(AP Photo/ Amanda Andrade-Rhoades)
Tifosi esibiscono cartelli per sostenere le accuse delle calciatrici durante una partita tra le Washington Spirit e le Racing Louisville a Washington, 9 ottobre 2021 (AP Photo/ Amanda Andrade-Rhoades)
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Lunedì è stato pubblicato un atteso rapporto investigativo che era stato commissionato un anno fa per fare chiarezza sulle numerose accuse di abusi sessuali, verbali ed emotivi segnalati da molte calciatrici della National Women’s Soccer League (NWSL), il più importante campionato professionistico femminile degli Stati Uniti.

Il rapporto evidenzia come la dirigenza di molte squadre, ma anche i funzionari della Lega e della Federazione, abbiano ignorato sistematicamente le ripetute accuse di abusi compiuti negli anni da diversi allenatori, sia nelle squadre professionistiche che nelle giovanili. Indica anzi come nel calcio femminile statunitense si sia instaurato un sistema che sembra aver tutelato chi aveva compiuto gli abusi, anziché chi li aveva subiti.

La questione degli abusi segnalati in maniera ricorrente dalle calciatrici americane aveva attirato l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica nell’autunno del 2021 grazie ad alcuni articoli del Washington Post e dell’Athletic. Le giocatrici organizzarono proteste in campo, alcune partite furono cancellate e vari allenatori vennero licenziati o si dimisero, così come un’importante funzionaria della NWSL. La United States Soccer Federation, la Federazione calcistica nazionale, chiese a Sally Yates, ex procuratrice generale degli Stati Uniti, di indagare sulle accuse.

In 319 pagine di testimonianze, note e documenti raccolti nel giro di un anno il rapporto di Yates indica che gli abusi verbali, emotivi e sessuali sono stati «sistemici» e hanno riguardato «numerose squadre, allenatori e vittime». Secondo il rapporto, gli abusi fanno parte di un sistema culturale profondamente radicato nel calcio femminile, che comincia nel settore giovanile, «normalizza uno stile di allenamento verbalmente offensivo e confonde le linee di confine tra allenatori e giocatrici».

Le oltre 100 calciatrici che hanno parlato degli abusi con Yates e i suoi collaboratori hanno detto di aver ripetutamente segnalato o cercato di segnalare ai funzionari delle squadre e degli organi nazionali i commenti a carattere sessuale e le avance indesiderate da parte di vari allenatori. Molte hanno anche detto di essere state costrette ad avere rapporti sessuali o di aver subito frequenti abusi verbali e di potere, e hanno raccontato di aver subìto minacce di ritorsioni da parte degli allenatori se avessero parlato; al contempo, sia le squadre che la NWSL e la Federazione avevano sistematicamente «minimizzato o ignorato del tutto» le loro accuse, ha detto Yates durante un incontro con i giornalisti lunedì.

Erin Simon, una delle calciatrici che hanno denunciato gli abusi subiti dagli allenatori negli Stati Uniti (AP Photo/ Will Newton, File)

Il rapporto si concentra su tre allenatori in particolare – Paul Riley, Rory Dames e Christy Holly – ma contiene anche accuse e lamentele nei confronti di altri. Tra questi ci sono l’ex allenatore delle Washington Spirit, Richie Burke, accusato di aver usato un linguaggio denigratorio e di aver minacciato di frequente le giocatrici che allenava, e vari funzionari di squadre e organi nazionali che avevano attivamente cercato di ostacolare le denunce. In parte le accuse contro Riley e Dames erano già note, mentre quelle contro Holly sono state diffuse per la prima volta attraverso il rapporto.

– Leggi anche: Le accuse delle ginnaste americane contro l’FBI per il caso di Larry Nassar

Christy Holly è stato l’allenatore delle Racing Louisville tra il 2020 e il 2021 e prima delle Sky Blue, una squadra del New Jersey. Secondo il rapporto, quando allenava la squadra di Louisville, Holly aveva invitato a casa sua la calciatrice Erin Simon con la scusa di rivedere insieme i filmati delle partite precedenti: le aveva però mostrato video pornografici e si era masturbato davanti a lei. Durante un altro incontro organizzato con un pretesto simile le aveva toccato il seno e la vulva senza il suo consenso ogni volta che nel filmato di una partita si vedeva che aveva sbagliato un passaggio.

Il rapporto dice che l’ex allenatore delle Portland Thorns, Paul Riley, avrebbe costretto almeno tre calciatrici ad avere rapporti sessuali con lui, tra cui la ex centrocampista Sinead Farrelly. Secondo il rapporto, per mesi Riley aveva anche cercato di avere rapporti sessuali con un’altra giocatrice, Meleana Shim, per poi metterla in panchina dopo i suoi ripetuti rifiuti. Ogni anno, dal 2015 al 2021, qualche giocatrice aveva segnalato gli abusi di Riley: già nel 2014 comunque alcuni sondaggi anonimi tra le calciatrici avevano detto che era «sessista», «distruttivo» e abusava verbalmente di loro, inviava messaggi allusivi e faceva commenti indesiderati.

L’ex allenatore del Chicago Red Stars, Rory Dames, è invece stato accusato di aver maltrattato numerose giocatrici, sia nei campionati professionisti che nelle squadre giovanili. Secondo il rapporto, inoltre faceva domande esplicite sulle abitudini sessuali di molte di loro, anche quelle minorenni.

Nel 2014 Christen Press, attaccante della nazionale statunitense e al tempo delle Chicago Red Stars, aveva detto all’allora presidente della Federazione Sunil Gulati e all’allora allenatrice della nazionale femminile Jill Ellis che Dames creava «un ambiente ostile per le giocatrici». Le accuse di Press furono condivise con Arnim Whisler, il proprietario delle Red Stars: sembra però che Whisler si fosse limitato a parlare con Dames, senza prendere ulteriori provvedimenti, dice il rapporto.

Paul Riley, uno degli allenatori accusati di abusi, abbraccia la calciatrice Crystal Dunn durante una partita nel 2019 (AP Photo/ Karl B DeBlaker)

Come nel caso di Riley, anche i presunti abusi di Dames erano stati raccontati in alcuni sondaggi anonimi fra le giocatrici. Dames era stato accusato per i suoi atteggiamenti bruschi anche negli anni Novanta, ma non aveva ricevuto alcuna sanzione disciplinare. Nel 2016 invece Holly era stato costretto a lasciare le Sky Blue per i suoi abusi verbali: le accuse tuttavia non furono mai rese pubbliche, con il risultato che nessuna delle squadre che lo aveva assunto in seguito sapeva dei motivi per cui aveva dovuto lasciare il club.

Questa è una delle ragioni per cui, secondo il rapporto, nel calcio femminile statunitense si era creato un sistema che proteggeva gli allenatori, piuttosto che le giocatrici.

Il rapporto racconta poi come la dirigenza delle Racing Louisville si sia rifiutata di collaborare con gli investigatori rispetto alle accuse contro Holly, licenziato nell’agosto del 2021 senza motivazioni ufficiali. Anche i dirigenti delle Portland Thorns avrebbero impedito ai collaboratori di Yates di accedere a documenti rilevanti; aveva fatto lo stesso la dirigenza delle Red Stars, che nel novembre del 2021 annunciò le dimissioni di Dames.

L’ex allenatore delle Chicago Red Stars, Rory Dames, durante una partita nel 2021 (AP Photo/ Jeff Dean)

L’attuale presidente della US Soccer, Cindy Parlow Cone, ha definito i risultati del rapporto «strazianti e irritanti». Secondo Cone, mostrano una serie di aspetti che non hanno funzionato a livello sistemico e che «devono essere corretti». In particolare, come ha osservato Yates, non solo la NWSL e la Federazione avevano ripetutamente ignorato le segnalazioni delle giocatrici, ma non avevano neanche istituito misure di base per prevenire e gestire gli abusi.

Fino all’anno scorso la Lega non aveva un protocollo contro gli abusi né un responsabile per la sicurezza delle calciatrici, e in molte squadre non esisteva un dipartimento delle risorse umane. Fin da molto giovani le giocatrici erano costrette ad accettare e a rispettare i comportamenti bruschi degli allenatori, dice il rapporto, con il risultato che raggiunta la carriera professionale non erano più in grado di distinguere gli abusi. Inoltre, fino al 2018 la NWSL non vietava i rapporti intimi tra gli allenatori e le calciatrici, che quindi erano considerati normali (sia Riley che Dames e Holly, tra gli altri, hanno sposato ex giocatrici).

Parlow Cone ha specificato che i tre principali allenatori accusati nel rapporto non potranno più allenare squadre negli Stati Uniti. Nel frattempo, grazie ai risultati preliminari di un’altra indagine commissionata dalla NWSL e dal sindacato delle giocatrici, sono stati sospesi in via temporanea anche James Clarkson, l’allenatore della squadra di Houston, e Amanda Cromwell e Sam Greene, rispettivamente allenatrice e assistente di quella di Orlando.

Gli abusi sessuali nel calcio femminile comunque non sono un fenomeno diffuso solo negli Stati Uniti. Negli ultimi anni hanno denunciato di aver subìto abusi sia le giocatrici della nazionale del Venezuela che quelle dell’Australia: accuse che la FIFA –  l’organo che governa il calcio mondiale – aveva definito probabilmente «la punta dell’iceberg». Lo scorso luglio la ex calciatrice olandese Vera Paul aveva raccontato di essere stata stuprata da un «illustre funzionario», nel 1986; Paul, che attualmente allena la nazionale femminile dell’Irlanda, aveva anche detto di essere stata aggredita sessualmente da altri due uomini quando giocava nei Paesi Bassi.

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