Una canzone di Edward Sharpe & the Magnetic Zeros

E un'idea che avrebbe bisogno di qualche valutazione più scientifica

(Joe Scarnici/Getty Images)
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
È uscito un nuovo disco di un concerto di Keith Jarrett qui su Spotify ), nel lunghissimo solco del leggendario concerto di Colonia : questo si è tenuto a Bordeaux e quindi prende quel nome lì, e se volete andare direttamente al primo movimento melodico emozionante, è questo .
Bruce Springsteen è andato cantare Badlands Born to run insieme ai Killers al Madison square garden, sabato.
A novembre esce un disco nuovo di Neil Young con la sua band dei Crazy Horse: lo segnalo per affetto, ma a giudicare dalla prima canzone – carina – non è che proprio ce ne fosse l’urgenza.
Ho passato il weekend in un posto meraviglioso , meraviglioso in così tanti sensi che non si riesce a raccontarlo e bisogna che lo vediate , un giorno: ne scrissi un po’ dieci anni fa esatti ed è ancora tutto valido, moltiplicato per tre o per dieci. Comunque, il maggiore creatore di quel posto e di quel progetto ha passioni rock su cui abbiamo estese sintonie, e la presentazione dei risultati dell’ultimo anno – dopo molto Van Morrison, Glen Hansard e compagnia – si è conclusa con If I can dream , per colmo di bellezza.
Matteo, che è un iscritto a questa newsletter, mi ha scritto per ringraziare di avergli fatto conoscere i Counting Crows per il cui concerto fiorentino aveva a suo tempo comprato un biglietto: però quel giorno sarà altrove, e quindi – sentendomi responsabile – mi faccio da intermediario se qualcuno volesse comprargli a prezzo ridotto il suo biglietto per il concerto dei Counting Crows a Firenze giovedì 6 ottobre. Con gli altri ci vediamo a Milano venerdì.

Mayla
Edward Sharpe & the Magnetic Zeros

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Ne abbiamo parlato anche con Francesco Bianconi a Faenza, una settimana fa, ed è un po’ una mia fissa che avrebbe bisogno di qualche valutazione più scientifica: parlo dell’eventualità che la musica che un tempo si chiamava “leggera” – che poi si è sparpagliata in mille generi, ma diciamo la musica pop/rock e categorie prossime – abbia esaurito la sua capacità di innovazione, per saturazione delle possibilità legate alla sua natura “melodica” per definizione. Cioè, se inventi qualcosa di nuovo oggi puoi farlo solo producendo delle cose troppo dissonanti e moleste per le disponibilità di un pubblico largo abbastanza da classificare quella musica come leggera.
Non è sempre stato così, perché sono generi musicali che esistono da poco più di mezzo secolo, e per i primi decenni inventare è stato facile: c’era un mondo da esplorare. Poi hanno aiutato le tecnologie e i nuovi suoni. Ora a me sembra invece impossibile non attingere a cose già fatte, elaborandole anche con arte ma senza riuscire però a ottenere grandi novità. Che non è necessariamente un male, attenzione: la novità è sopravvalutata, soprattutto in un ambito in cui quello che è già stato fatto ha un capitale di bellezza e varietà enorme (se ci pensate, la letteratura non inventa quasi niente che attecchisca da tempo e se ne sono fatti tutti una ragione).

Ragione per cui le citazioni e i riferimenti sapienti sono preziosi se suggeriscono conoscenza degli originali e non sono solo il modo di rifilare a pubblici più nuovi e ingenui cose che a quei pubblici sembrino nuove. Edward Sharpe and the Magnetic Zeros, con questo nome che sembra aver rinunciato da subito a facili notorietà, in realtà si sono fatti abbastanza notare da loro in California e negli Stati Uniti, nei quindici anni in cui sono stati in circolazione: facendo quella cosa lì, riprendendo cose folk-rock da “summer of love” e anni Settanta, psichedelia, cori, e volemose bene. Mayla era nel loro secondo disco, del 2012, e vi accompagni beati e stonati (di quel che volete: io Digestive al cioccolato) in questo ottobre e in un futuro di musica già sentita.

Mayla long timeMayla, sunshineMayla, know I’mTryin’ to see it throughOur future to the new horizon

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