• Mondo
  • Lunedì 3 ottobre 2022

In Bulgaria ha vinto il centrodestra, ma è difficile che riesca a governare

È improbabile che l'ex primo ministro Boyko Borisov formi una coalizione con gli avversari, e si prospettano nuove elezioni

Boyko Borisov durante un evento della campagna elettorale a Sofia, 25 settembre (AP Photo/ Valentina Petrova)
Boyko Borisov durante un evento della campagna elettorale a Sofia, 25 settembre (AP Photo/ Valentina Petrova)
Caricamento player

In Bulgaria le elezioni parlamentari di domenica sono state vinte dal partito di centrodestra dell’ex primo ministro Boyko Borisov, Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria (GERB, di centrodestra). Ha ottenuto il 25,3 per cento dei voti, contro il 20,2 per cento del partito Noi continuiamo il cambiamento, di orientamento progressista. L’incarico di governo verrà quindi dato molto probabilmente a Borisov, che però potrebbe avere grosse difficoltà a trovare una maggioranza.

Boyko Borisov, che ha 63 anni, è stato primo ministro dal 2014 al 2021 ma la sua immagine pubblica è stata gravemente compromessa da accuse di corruzione, connivenza con la criminalità organizzata e razzismo, tra le altre cose. Proprio per questo motivo è molto difficile che riesca a trovare l’appoggio di altri partiti in parlamento per formare una maggioranza di governo: prima delle elezioni nessun partito si era detto disponibile a governare con lui, e difficilmente le cose cambieranno adesso.

Prima di domenica si era già votato ad aprile, luglio e novembre del 2021. L’ultimo governo eletto era stato quello espresso nelle elezioni del novembre del 2021: era risultato vincitore “Noi continuiamo il cambiamento” (PP), un partito europeista e liberale che si era formato soltanto pochi mesi prima e che era guidato da Kiril Petkov, un economista laureato ad Harvard che aveva promesso di liberare la Bulgaria dagli enormi problemi di corruzione che avevano caratterizzato i governi degli anni passati.

Petkov era diventato primo ministro e aveva formato un governo di coalizione che aveva adottato una decisa politica europeista e occidentale: tra le altre cose, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Bulgaria si era rifiutata di pagare il gas russo in rubli, e ad aprile del 2022 era stata uno dei primi paesi europei a subire un’interruzione completa delle forniture. Ma a giugno del 2022 il governo Petkov era caduto a causa di dissidi interni alla sua traballante coalizione, e a quel punto era intervenuto il presidente Rumen Radev, che aveva nominato un nuovo governo ad interim.

Radev, considerato molto vicino alla Russia, aveva nominato come primo ministro Galab Donev, che formalmente era un indipendente ma che di fatto aveva rinnegato tutte le politiche europeiste di Petkov e aveva cercato di riavvicinare la Bulgaria alla Russia. Adesso l’ipotesi più probabile è che Borisov provi a formare un governo di minoranza, ma è anche possibile che Radev nomini nuovamente un governo ad interim per andare a nuove elezioni nella primavera del 2023.