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  • Martedì 20 settembre 2022

Negli scacchi si parla ancora di Magnus Carlsen e Hans Niemann

Carlsen ha abbandonato dopo una sola mossa l'ultima partita giocata contro Niemann, che lo aveva battuto a inizio mese

Magnus Carlsen (EPA/LESZEK SZYMANSKI)
Magnus Carlsen (EPA/LESZEK SZYMANSKI)
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A inizio settembre lo scacchista norvegese Magnus Carlsen, campione del mondo dal 2013 e imbattuto da 53 partite, aveva inaspettatamente perso contro un diciannovenne statunitense, Hans Niemann, entrato a far parte dei primi cento giocatori del ranking mondiale soltanto pochi mesi prima.

Lunedì di questa settimana Carlsen ha giocato nuovamente contro Niemann, questa volta online, in una partita per forza di cose molto attesa. Ma è durato tutto pochissimo: Carlsen si è ritirato dopo una sola mossa.

La partita di inizio settembre era stata giocata dal vivo in un torneo piuttosto importante, la Sinquefield Cup. Niemann non era ritenuto nemmeno vicino al livello di Carlsen, che dopo la sconfitta aveva abbandonato il torneo e aveva condiviso un tweet che riprendeva una vecchia intervista in cui l’allenatore di calcio José Mourinho diceva con tono polemico: «Se parlo, finisco in grossi guai. Grossi, grossi guai».

Quel ritiro, le analisi e le congetture di esperti e commentatori, alcune contromisure prese dagli organizzatori e certi precedenti avevano fatto parlare per giorni dell’eventualità che Niemann potesse aver barato e del fatto che forse Carlsen se ne era accorto. Il tutto, però, senza prove chiare ed evidenti, e peraltro senza accuse esplicite da parte di Carlsen, che nel frattempo aveva deciso di sospendere momentaneamente le interviste.

Senza parlare alla stampa, Carlsen si è poi iscritto alla Julius Baer Generation Cup, un torneo online di cui ha vinto le prime partite e in cui a un certo punto si è trovato a dover giocare proprio contro Niemann in una partita seguita online sulla piattaforma chess24 da commentatori e appassionati.

A muovere per primo è stato Niemann, che aveva i bianchi e ha spostato un pedone. Carlsen ha risposto con i neri muovendo il cavallo. Niemann ha risposto muovendo un altro pedone. A quel punto, anziché fare la sua seconda mossa, Carlsen ha abbandonato la partita, ha spento la webcam e se ne è andato.

Carlsen ha abbandonato senza dire niente e senza nemmeno scrivere qualcosa a riguardo online: come se un tennista buttasse a terra la racchetta dopo un paio di scambi in qualche importante torneo, uscendo in silenzio dal campo. Dopo tutto questo, i discorsi sulla controversia con Niemann sono inevitabilmente ripresi, anche più di prima.

Da una parte c’è chi pensa che Carlsen, considerato uno dei più forti scacchisti di sempre, debba avere solidi argomenti per comportarsi così. Dall’altra c’è chi sostiene che, sebbene ci siano prove e conferme del fatto che in passato Niemann abbia barato in certe partite online, Carlsen stia sbagliando nell’accusare implicitamente e senza prove un avversario (cosa che secondo alcuni danneggerebbe anche l’immagine degli scacchi ad alti livelli).

In mezzo ci sono ovviamente tante posizioni intermedie, come quelle di chi si chiede se Carlsen abbia scelto sul momento di abbandonare la partita o se invece la sua fosse una decisione premeditata, fatta a prescindere dalle mosse di Niemann.

In tutta questa storia, tuttavia, qualcosa di certo c’è. In passato Niemann ha barato giocando online. Dopo la partita di inizio settembre contro Carlsen aveva ammesso lui stesso di averlo fatto in due occasioni, sempre online, ma aveva negato di averlo fatto anche dal vivo, quindi anche contro Carlsen. Diverse analisi sembrano dimostrare però che abbia barato anche altre volte, almeno online: una piattaforma per il gioco, Chess.com, lo ha addirittura estromesso dai suoi sistemi.

C’è anche chi, nell’evidenziare la stranezza della vittoria di Niemann contro Carlsen, cita il fatto che dopo quell’incontro Niemann abbia giocato altre partite alla Sinquefield Cup senza vincerne nemmeno una. È inoltre oggettivo che Carlsen non aveva mai avuto, nella sua ormai lunga carriera, atteggiamenti simili a quelli che sta avendo nei confronti di Niemann. E fatta eccezione per la partita persa e il ritiro, sta continuando ad andare bene alla Julius Baer Generation Cup e ha già avuto modo di vincere nuovamente.

Restano invece grandi incertezze sul fatto che Niemann possa aver barato, e su come possa averlo fatto. Dell’inattesa vittoria contro Carlsen aveva detto: «Dev’essere imbarazzante per il campione del mondo perdere contro di me. Mi sento male per lui!». Nel motivare come ci fosse riuscito, aveva citato con qualche imprecisione il fatto che prima di quella partita aveva casualmente ripassato una vecchia partita in cui Carlsen aveva fatto un’apertura simile: una coincidenza ritenuta poco probabile.

Chi lo difende, o perlomeno gli concede il beneficio del dubbio, sottolinea che Niemann è da considerarsi un promettente scacchista di 19 anni che si trova implicitamente accusato dal più forte e famoso scacchista al mondo e da molti esperti. C’è poi chi ricorda che, così come in certi sport si parla di doping non appena qualche giovane promessa inizia ad affacciarsi e vincere, anche negli scacchi non è affatto la prima volta che si accusa qualche giovane di essersi affermato barando.

Infine, c’è da tenere presente il fatto che, ormai da anni, anche per il migliore scacchista al mondo è praticamente impossibile vincere contro uno dei migliori computer programmati per giocare a scacchi. Esistono precauzioni perché questo non avvenga dal vivo e perfino online, dove siti come Chess.com possono capire, in base alle mosse, se a giocare è un umano o invece un computer. Ma esiste senz’altro la possibilità che, avendo in qualche modo accesso ai giusti suggerimenti da parte del giusto programma, un buon scacchista possa battere anche Carlsen.

A tal proposito il russo Ian Nepomniachtchi, sconfitto da Carlsen nella finale dei Mondiali dello scorso anno, sostiene che per evitare con certezza che qualcuno bari durante una partita dal vivo bisognerebbe «giocare a scacchi nudi e in una stanza sigillata dall’esterno».

Nel frattempo, dopo il ritiro di Carlsen, gli organizzatori della Sinquefield Cup hanno introdotto alcune precauzioni “anti-imbroglio”, tra cui un ritardo di 15 minuti nella trasmissione delle partite e un aumento dei controlli sulle radiofrequenze, per scovare eventuali suggeritori che grazie alle analisi di software e programmi consiglino agli scacchisti quali mosse fare.

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