Forze armate dell'Azerbaijan attraversano il confine con l'Armenia, in un'immagine diffusa del ministero della Difesa armeno (Armenian Defense Ministry via AP)

Armenia e Azerbaijan hanno concordato un cessate il fuoco

Dopo due giorni di duri scontri militari, che hanno provocato oltre 150 morti

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Mercoledì pomeriggio l’Armenia e l’Azerbaijan hanno concordato un cessate il fuoco per porre fine agli scontri armati che negli ultimi giorni avevano provocato la morte di almeno 155 soldati tra i due eserciti: gli scontri erano già stati parzialmente interrotti martedì mattina dopo un intervento di mediazione della Russia, che però era rapidamente fallito.

Il cessate il fuoco è stato annunciato mercoledì sera in diretta televisiva da Armen Grigoryan, segretario del Consiglio di sicurezza armeno, ma se ne sa ancora poco, anche perché non è stato commentato né confermato dal governo dell’Azerbaijan.

Gli scontri sono avvenuti al confine tra i due paesi, anche se il grosso dei bombardamenti e dei combattimenti è stato compiuto dall’Azerbaijan all’interno del territorio armeno. I due paesi sono in conflitto da decenni per il controllo del Nagorno-Karabakh, un territorio separatista interno all’Azerbaijan dove la maggioranza della popolazione è armena.

Gli scontri di questi giorni (che pure non sono avvenuti nel territorio del Nagorno-Karabakh) sono stati i più gravi ed estesi da quando i due paesi concordarono una tregua a novembre del 2020, dopo una guerra durata sei settimane vinta dall’Azerbaijan e al termine della quale l’Armenia fu costretta a fare pesanti concessioni territoriali. Non è chiaro come siano cominciati gli scontri di questa settimana, perché i due paesi si sono accusati a vicenda di aver attaccato per primi.

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