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  • Domenica 4 settembre 2022

Anche quest’anno la scuola è a corto di insegnanti

È un problema che si ripete ogni anno per via di come sono organizzati i concorsi per assegnare le cattedre

(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
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Nei prossimi giorni in tutte le regioni italiane riapriranno le scuole dopo le vacanze estive, ma nonostante le conseguenze della pandemia siano meno rilevanti rispetto agli ultimi due anni, ci sono ancora molti problemi nell’organizzazione delle lezioni: decine di migliaia di posti da insegnante di ruolo sono ancora vacanti. Come accade ormai da anni, questi posti dovranno essere occupati da docenti precari con contratti di supplenza.

Da sempre questa operazione è piuttosto complicata, le scuole sono costrette a organizzarsi all’ultimo momento per evitare di lasciare le classi senza insegnanti: un problema di cui si parla spesso sui media usando l’espressione “cattedre vuote”.

Nelle ultime settimane sono state diffuse diverse stime: in un articolo del Sole 24 Ore si parla di 150mila insegnanti mancanti, mentre secondo il Corriere della Sera i posti vacanti sarebbero 200mila. Sono posti di ruolo, a tempo indeterminato, che non sono assegnati e che vengono occupati con le supplenze. Il loro numero era molto alto anche prima della pandemia, ed è aumentato ulteriormente con i nuovi pensionamenti. I sindacati degli insegnanti non hanno ancora diffuso una loro stima nazionale, ma negli ultimi giorni a livello locale sono emerse preoccupazioni per la disorganizzazione segnalata dalle scuole.

Il problema principale è la lentezza delle procedure per assumere nuovi insegnanti. Negli ultimi anni il ministero dell’Istruzione ha organizzato diversi concorsi ordinari e straordinari per l’assunzione di nuovi insegnanti, ma le assegnazioni delle cattedre hanno coperto soltanto una parte dei posti richiesti a causa di procedure lente e per l’alto numero di candidati non ammessi. Secondo le stime del sito Tuttoscuola, che ha analizzato i dati ottenuti da tutti gli uffici scolastici provinciali, finora è stato assegnato il 44 per cento dei posti messi a disposizione con i concorsi.

Il concorso ordinario per la scuola secondaria, considerato il più impegnativo, ha assegnato poco più della metà dei posti previsti, 13.743 su 26.871. In totale non sono ancora stati assegnati 13.128 posti, di cui 6.053 sono rimasti scoperti, cioè non potranno essere assegnati perché a conclusione delle procedure il numero di vincitori inserito in graduatoria era inferiore ai posti disponibili.

– Leggi anche: Come si diventa insegnante in Italia

L’unico concorso che ha quasi concluso le procedure (sono state definite 57 graduatorie su 59) è quello ordinario delle scuole dell’infanzia e primaria. Soltanto 7.252 posti dei 12.863 previsti dal bando sono stati coperti, però, lasciandone 5.611 non assegnati. Complessivamente, considerando tutti i concorsi, Tuttoscuola ha stimato che sono stati assegnati 24.770 posti, il 44 per cento dei 55.839.

A questi posti vanno aggiunte le supplenze chiamate “storiche”, cioè che vengono confermate di anno in anno: ogni settembre l’ufficio scolastico provinciale contatta gli insegnanti inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze, chiamate GPS, per assegnare le supplenze.

Le GPS sono un meccanismo da cui passano quasi tutti gli aspiranti insegnanti. In sostanza sono liste provinciali di docenti supplenti create per agevolare l’assegnazione di cattedre scoperte: più gli insegnanti sono in alto in graduatoria e più hanno possibilità di scegliere una scuola gradita. In molti casi gli insegnanti in posizioni basse sono costretti a scegliere più supplenze contemporaneamente, con la possibilità di ottenere incarichi da poche ore in scuole diverse. I posti a disposizione sono a tempo determinato, quindi precari. In molte regioni i sindacati della scuola hanno segnalato problemi nella nomina dei supplenti per via di procedure lente. «Iniziamo l’anno scolastico con migliaia di precari, tante cattedre vuote e tanti posti scoperti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria», ha detto Francesco Sinopoli della Cgil.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è comunque fiducioso. Intervenuto al Forum Ambrosetti di Cernobbio, un incontro organizzato annualmente da un prestigioso studio di consulenza milanese, Bianchi ha detto che l’anno scolastico si aprirà con tutti gli insegnanti al loro posto. «In molte regioni abbiamo fatto le supplenze e quest’anno non ci saranno le 40 mila supplenze legate al Covid», ha detto Bianchi, riferendosi alle assunzioni straordinarie che erano state fatte lo scorso anno, non confermate con la fine dell’emergenza.