La Russia non nasconde più i suoi legami con il gruppo Wagner
I mercenari attivi anche in Ucraina vengono citati dalla stampa e premiati dal governo: ed era impensabile fino a poco tempo fa
Da settimane media, social e in alcuni casi istituzioni russe stanno dando molta visibilità ai mercenari del gruppo Wagner, la compagnia privata al servizio del governo russo che negli ultimi tempi ha contribuito ad alcuni successi militari della Russia nel Donbass (regione orientale dell’Ucraina). I mercenari vengono celebrati come eroi sulle televisioni russe, ricevono onorificenze dallo stato, e nelle città e nelle carceri russe è in corso una loro estesa campagna di reclutamento.
Fino a poco tempo fa tutto questo sarebbe stato inimmaginabile: benché i suoi legami col gruppo Wagner fossero noti, il governo russo aveva sempre negato che esistessero. Ma gli insuccessi dell’esercito in Ucraina e il basso morale dei soldati hanno portato il regime a fare sempre più affidamento sui mercenari del gruppo Wagner, professionisti noti per la loro efficienza e crudeltà.
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Il gruppo Wagner è una PMC (Private Military Company) composta soprattutto da ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi. Esiste da una decina d’anni: formalmente è un gruppo privato di mercenari, ma nei fatti è sempre stato piuttosto vicino al presidente Vladimir Putin, che lo ha usato in più occasioni come strumento della propria strategia militare, con operazioni in diversi paesi in cui aveva interesse a intervenire, tra cui Libia, Siria, Mali e Repubblica Centrafricana.
Il Wagner è considerato uno dei gruppi di mercenari più efficienti al mondo. È noto per la sua ideologia filonazista ed è stato accusato da diverse organizzazioni internazionali di aver compiuto crimini di guerra e torture. In Ucraina è presente almeno dal 2014, anno dell’invasione e annessione della penisola di Crimea: fu proprio in quel contesto che il gruppo fece le sue prime azioni. Secondo l’intelligence americana e inglese, al momento nell’est dell’Ucraina i mercenari del gruppo sono almeno un migliaio.
Formalmente al gruppo è vietato per legge operare in Russia, come lo è a tutte le altre organizzazioni che reclutano e addestrano mercenari: anche per questo il governo russo ha sempre negato di avere legami con loro.
Lo aveva negato in passato, riguardo a conflitti combattuti in Africa e in Siria, e ha continuato a farlo anche relativamente all’Ucraina. Per esempio l’1 maggio il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto durante il programma Zona Bianca su Rete 4 condotto da Giuseppe Brindisi che «Wagner è un corpo privato che non ha nulla a che fare con lo stato russo».
Ultimamente però le cose sembrano essere cambiate. Una serie di fatti ed episodi hanno fatto capire molto chiaramente che con la guerra in Ucraina il gruppo Wagner è diventato parte integrante delle forze russe, se non addirittura una sua componente essenziale per tentare di completare la conquista del Donbass e compensare gli insuccessi dell’esercito regolare.
A maggio il gruppo ha ricevuto quello che sembra essere il primo riconoscimento ufficiale su una televisione di stato russa: è successo in un servizio su Russia 1, quando il corrispondente di guerra russo Evgeny Poddubny ha pubblicamente e retoricamente lodato i mercenari del gruppo Wagner per i successi militari ottenuti vicino alla centrale di Vuhlehirska, nella regione di Donetsk: «questo sito è stato liberato dai professionisti della PMC di Wagner, i famosi “musicisti” della famosa “orchestra”», aveva detto Poddubny, accompagnato da un mercenario, riferendosi al compositore tedesco Richard Wagner, da cui viene il nome del gruppo.
«Fino a pochi mesi fa un riconoscimento del genere sarebbe stato impensabile», ha commentato sul Washington Post la giornalista russa Mary Ilyushina.
Lo scorso giugno, inoltre, era stato insignito del titolo di “Eroe della Federazione russa”, la più alta onorificenza nel paese, Evgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin”, in quanto proprietario della società di catering che si occupa di organizzare tutti gli eventi di stato a cui partecipa il presidente: Prigozhin è considerato uno dei maggiori finanziatori del gruppo Wagner.
Sempre a giugno, la stessa onorificenza era stata data a Kanamat Botashev, generale dell’esercito russo ucciso a fine maggio dalle forze ucraine nei pressi di Popasna, nella regione di Luhansk: su diversi social, gruppi online legati al gruppo lo avevano lodato come «il pilota del gruppo Wagner», e la stessa formula era stata stampata sui nastri che decoravano le corone di fiori per il suo funerale, svolto alla presenza di ufficiali e funzionari dell’esercito russo.
Era successo anche in passato che i mercenari del gruppo Wagner ricevessero onorificenze militari russe, ma nelle ultime settimane il livello di visibilità dato a queste occasioni ha attirato molta attenzione ed è stato visto come parte di una più generale uscita del gruppo dalla «segretezza» in cui era rimasto finora.
C’è poi la capillare, estesa e manifesta campagna di reclutamento che il gruppo Wagner sta portando avanti in Russia: ci sono striscioni esposti nelle strade di circa un terzo delle province russe, scrive il Washington Post, oltre ad annunci come questo, che circolano sui social ammessi dal regime di Putin, come VKontakte, la versione russa di Facebook.
La campagna di reclutamento ha raggiunto anche le carceri: alcuni detenuti di un carcere russo hanno raccontato al sito Gulagu.net, che fa attivismo contro la tortura e la corruzione, che in prigione si è presentato personalmente Prigozhin offrendo la grazia presidenziale nel caso in cui fossero stati disposti a combattere in Ucraina.
A chi si arruola nel gruppo Wagner viene offerto uno stipendio superiore a quello dei soldati regolari russi, pari all’equivalente di 3-5mila euro al mese: sempre il Washington Post scrive che parte della campagna di reclutamento si basa anche sul ridicolizzare il malfunzionamento dell’esercito tradizionale, i ritardi nei pagamenti e la sua scarsa organizzazione.
Le reclute, poi, vengono addestrate in un campo a Molkin, nella regione di Krasnodar, vicino a una base militare regolare. Secondo diversi commentatori a rendere i mercenari particolarmente desiderabili per il governo russo è il loro livello di preparazione: «non è la solita fanteria russa», ha detto Oleksandr Buntov, comandante ucraino che ha combattuto contro di loro a Popasna e poi a Lysychansk: «lo si vede da come camminano e da come si muovono». Il gruppo Wagner, poi, possiede e sa usare più armi, tra carri armati, artiglieria pesante e sistemi missilistici.
Nelle ultime settimane l’intervento dei mercenari del Wagner è stato decisivo in alcuni successi militari ottenuti dall’esercito russo. Per esempio a Popasna, in cui l’arrivo del gruppo ha sbloccato una situazione di stallo durata circa un mese e mezzo, permettendo ai soldati russi di conquistare la città. Lì il gruppo aveva anche stabilito una sua sede, che le forze ucraine sono riuscite a colpire e distruggere. L’intervento dei mercenari è stato decisivo anche a Lysychansk, caduta sotto il controllo dei russi a inizio luglio.
Lo sdoganamento dei legami tra il governo russo e il gruppo Wagner sembra essere dovuto anche agli insuccessi dell’esercito della Russia: con il fallimento degli iniziali piani di conquista di tutta l’Ucraina e il riorientamento delle azioni militari nel sud, il governo ha cercato di compensare la perdita di personale ed equipaggiamento, che è stata superiore del previsto, e si è quindi affidato in modo più consistente del solito ai mercenari, noti per la loro efficienza ed esperienza.
Secondo Victor Yahun, ex vicecapo dei servizi segreti ucraini, fare affidamento sui mercenari sta permettendo alla Russia anche di compensare il bassissimo morale dei suoi soldati: «l’unica motivazione rimasta è il denaro», ha detto. «Il gruppo Wagner è la loro unica unità di combattimento che compie [assalti] senza farsi domande», anche se subisce perdite durante ogni missione.