L'impianto del gasdotto Nord Stream 1 a Lubmin, in Germania (AP Photo/ Markus Schreiber)

La Russia ha tagliato le forniture di gas all’Europa

Come anticipato, il flusso nel gasdotto Nord Stream è sceso al 20 per cento della capacità, provocando subito un aumento dei prezzi

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Mercoledì, come aveva anticipato nei giorni scorsi, la Russia ha tagliato le forniture di gas all’Europa, riducendo la capacità del gasdotto Nord Stream 1 – il principale collegamento per trasportare gas naturale verso i paesi europei – a solo un quinto di quella massima. Che la Russia possa decidere di bloccare definitivamente il trasporto di gas all’Europa, o di ridurlo ancora di più di quanto non abbia già fatto negli ultimi mesi, è una possibilità largamente prospettata dai leader europei, che stanno continuando a cercare soluzioni alternative per prepararsi sia all’aumento dei prezzi, sia a un eventuale inverno senza gas russo.

Sono settimane che Gazprom, la società energetica di stato russa, cita interventi di manutenzione o «cause di forza maggiore» per giustificare la riduzione delle forniture verso l’Europa. Secondo molti analisti e governi, tuttavia, la Russia sta usando questa scusa come ritorsione per le sanzioni decise dopo l’invasione dell’Ucraina.

La portata del gasdotto Nord Stream 1, che trasporta il gas naturale dalla Russia alla Germania e da lì al resto dell’Europa, era già stata ridotta a circa il 40 per cento della capacità a giugno, e lunedì il governo russo aveva preannunciato una nuova riduzione delle forniture a partire da oggi. Mercoledì, con i nuovi tagli, i prezzi del gas sono aumentati fino al 13 per cento, facendo aumentare le preoccupazioni per eventuali ulteriori riduzioni o blocchi delle forniture.

Intanto, per provare a limitare la propria dipendenza dal gas russo, martedì i paesi dell’Unione Europea hanno trovato un accordo per ridurre il consumo di gas naturale del 15 per cento tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, nel caso in cui la Russia dovesse limitare le forniture a un livello insostenibile per gli stati membri. In base all’accordo, ogni paese potrà raggiungere l’obiettivo del 15 per cento come preferisce, ma non sarà facile per ciascuno stabilire quali industrie o settori dovranno essere più colpiti dai tagli. Il modo in cui i paesi decideranno di arrivare all’obiettivo ne determinerà l’impatto a livello economico.

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