Il nuovo treno Frecciabianca tra Palermo e Catania è già fermo

Doveva contribuire a risolvere uno storico problema siciliano, ma nei pochi mesi in cui è stato operativo l'hanno usato pochissime persone

Un treno Frecciabianca (Gruppo FS)
Un treno Frecciabianca (Gruppo FS)
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Dal 12 giugno al 12 settembre sarà sospesa la circolazione dei treni sulla linea ferroviaria tra Palermo e Catania a causa dei cantieri per il raddoppio dei binari: significa che per tutta l’estate dovranno fermarsi i treni Frecciabianca che erano entrati in servizio soltanto pochi mesi fa. I disagi, che coinvolgono altre importanti tratte siciliane, sono l’ennesimo segnale dello storico problema delle pessime condizioni dei trasporti pubblici sull’isola, specialmente quelli su rotaia, che avrebbero bisogno di investimenti considerati spesso proibitivi per essere ammodernati recuperando i decenni persi.

Il Frecciabianca era stato annunciato come una “piccola rivoluzione” che avrebbe portato un notevole miglioramento per i collegamenti tra le due città più grandi della Sicilia. Alla presentazione, l’8 novembre 2021, parteciparono il presidente regionale Nello Musumeci e l’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi. Secondo le previsioni, il treno che ha iniziato le corse il 14 novembre dello scorso anno avrebbe dovuto viaggiare a una velocità di punta di 200 chilometri orari. In realtà fin dalle prime corse si era capito che i tempi di percorrenza non sarebbero migliorati molto rispetto ai collegamenti già presenti con i treni regionali: 3 ore e 6 minuti per coprire i 241 chilometri della linea tra Palermo e Catania, a un prezzo più alto rispetto al passato.

La scarsa competitività è piuttosto evidente dalla vendita dei biglietti. Secondo l’associazione ferrovie siciliane, su ogni Frecciabianca viaggiano in media da 10 a 20 passeggeri. L’attuale conformazione del treno, già passato da otto a quattro carrozze, consentirebbe di trasportarne 350.

I lavori commissionati da RFI, Rete ferroviaria italiana, l’azienda che gestisce le infrastrutture ferroviarie per conto del gruppo Ferrovie dello Stato, serviranno a rendere la tratta più sicura, veloce e quindi concorrenziale. I cantieri serviranno per raddoppiare i binari, in particolare tra Bicocca e Catenanuova. Su questa tratta i treni viaggiano a una velocità che non supera i 90 chilometri orari e sono spesso costretti a fermarsi a causa del binario unico. Oltre a evitare le fermate per consentire il passaggio di altri treni, i lavori permetteranno di raggiungere i 200 chilometri orari. L’opera fa parte di un grande e costoso progetto, da 9,3 miliardi di euro, per un collegamento più veloce e frequente tra Palermo, Catania e Messina.

I lavori saranno lunghi e costosi, con conseguenze significative per gli altri collegamenti. Come è stato annunciato la scorsa settimana, infatti, i disservizi nei mesi estivi riguarderanno molte altre tratte. Sarà sospesa la circolazione tra Cinisi e Castelvetrano, sulla linea Palermo-Trapani, a causa di interventi in alcune gallerie, sulla Lentini-Caltagirone e sulla Caltanissetta Xirbi-Caltanissetta Centrale. Inoltre i treni saranno sospesi durante molti weekend estivi sulla Lercara Diramazione-Castronovo, della linea tra Palermo e Agrigento, e sulla Lentini-Agnone. Altre linee saranno interessate da “riduzioni di capacità”, cioè una limitazione del numero di treni, con possibili nuove programmazioni di orario.

Senza alternative, l’unico modo per garantire il collegamento sono i bus sostitutivi. Secondo gli ultimi aggiornamenti, sul sito di Trenitalia tra Palermo e Catania si possono scegliere percorsi che vanno da 4 ore e 8 minuti fino a 6 ore e mezza, con diverse fermate e cambi.

Il commissario di RFI per l’opera, Filippo Palazzo, ha detto che i lavori sono fondamentali per andare avanti con il raddoppio e che si svolgono nei mesi estivi per limitare i disagi a studenti e pendolari. Il problema riguarderà comunque le tante persone siciliane residenti altrove che tornano a casa per le vacanze estive, e inoltre interesserà i turisti nel primo vero anno di aperture totali dopo l’epidemia, compresi quelli che arriveranno dai paesi del mondo che nell’ultimo anno hanno rimosso le limitazioni ai viaggi. «Sarà un’estate di gite in pullman», dice con un certo sarcasmo Giosuè Malaponti del comitato pendolari siciliani. «La cosa che ci ha fatto rimanere perplessi è la chiusura totale: solitamente i lavori vengono fatti per brevi tratti con tempi più lunghi, ma senza sospendere il servizio. I turisti che dovranno raggiungere Palermo da Catania o viceversa non prenderanno mai un autobus, che tra l’altro non è diretto perché è obbligato a fare diverse fermate».

Malaponti sottolinea che molti lavori, con relativi disservizi, sono stati fatti anche negli ultimi anni. Non basta sopportare le chiusure per una stagione: sulla Catania-Siracusa, per esempio, ci sono state interruzioni dei treni con bus sostitutivi nel 2016, nel 2017 e nel 2020. «Ai turisti la si potrebbe vendere come una suggestiva atmosfera da dopoguerra ma si fatica a pensare che abboccherebbero», ha scritto Massimo Lorello, giornalista di Repubblica Palermo. «Opere necessarie, anzi indispensabili: ma programmarle in estate significa correre il rischio di penalizzare il turismo sul quale si fonda nell’immediato buona parte della ripresa economica dell’isola».