La “missione” di Salvini verso l’Ucraina

Il leader della Lega è in Polonia e dice di volere andare al confine ucraino, non è chiaro per fare cosa

Matteo Salvini, con una delegazione di parlamentari della Lega, davanti all'ambasciata dell'Ucraina a Roma, il 3 marzo 2022 (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Matteo Salvini, con una delegazione di parlamentari della Lega, davanti all'ambasciata dell'Ucraina a Roma, il 3 marzo 2022 (ANSA/FABIO FRUSTACI)

Lunedì il leader della Lega Matteo Salvini è andato a Varsavia, la capitale della Polonia, per una missione all’estero legata all’invasione militare russa in Ucraina, ma sulla quale ci sono ancora pochissimi dettagli. Nei giorni scorsi, Salvini aveva più volte alluso alla possibilità di andare in Ucraina, chiarendo di volerlo fare prima di tutto a titolo personale e senza un coinvolgimento diretto del suo partito. Era stato comunque molto attento a non criticare direttamente la Russia per l’invasione, avendo per anni lodato il presidente russo Vladimir Putin e le sue politiche.

In una breve nota diffusa nel tardo pomeriggio di lunedì, la Lega aveva confermato il viaggio di Salvini, parlando di una visita diversa da quelle tradizionali e per questo priva di un programma vero e proprio.

A Varsavia, Salvini ha incontrato l’ambasciatore italiano Aldo Amati, i rappresentanti di alcune aziende italiane presenti in Polonia e alcuni esponenti della Chiesa. In seguito ha lasciato la città per raggiungere un’area di confine tra Polonia e Ucraina nella zona di Lublino, per lavorare con un’associazione senza scopo di lucro italiana.

Non è chiaro che cosa farà concretamente Salvini, ma nei giorni scorsi aveva parlato di organizzare iniziative per l’accoglienza dei profughi ucraini in Italia, anche con la collaborazione dei sindaci della Lega.

La mancanza di dettagli sugli spostamenti è collegata a motivi di sicurezza, dovuti in parte alla lunga serie di valutazioni entusiaste e celebrative fatte da Salvini negli anni su Putin e la Russia, anche dopo l’invasione della Crimea e le numerose segnalazioni di violazioni dei diritti umani da parte del presidente russo. Nel 2018 Salvini aveva per esempio fatto gli auguri a Putin per la sua rielezione, mentre in precedenza aveva detto di preferirlo all’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Oltre a farsi fotografare a Mosca con una maglietta con la foto di Putin, in più occasioni aveva detto di stimare e rispettare il presidente russo, sostenendo per esempio che avesse dato «ricchezza, prosperità ed orgoglio» alla Russia dopo il periodo comunista. Negli ultimi anni la Lega aveva inoltre stretto accordi con il partito di Putin, Russia Unita, e rafforzato i propri legami con il paese anche in termini economici.

Sui social network, dove è sempre molto attivo, Salvini ha pubblicato vari messaggi per mostrare solidarietà e vicinanza alla popolazione dell’Ucraina dopo l’invasione militare, pur non indicando mai direttamente Putin e la Russia come i responsabili dell’attacco che finora ha causato centinaia di morti, la distruzione di città e oltre 1,5 milioni di profughi.

Sul profilo Twitter di Salvini l’unico messaggio che cita espressamente la Russia in relazione all’invasione in Ucraina è del 24 febbraio scorso, ed è un retweet di un breve comunicato della Lega nel quale si «condanna senza se e senza ma l’aggressione militare della Russia all’Ucraina: non ci sono giustificazioni».

Il viaggio di Salvini verso il confine con l’Ucraina ha ricevuto varie critiche da parte di altri esponenti politici in Italia, che lo considerano un’iniziativa per fare propaganda e riposizionarsi, più che finalizzata a ottenere qualche risultato sul piano umanitario.

Salvini è stato contestato martedì a Przemsyl, città della Polonia a pochi chilometri di distanza dal confine ucraino, dove negli ultimi giorni sono transitati molti profughi ucraini a causa dell’invasione militare della Russia. Il sindaco ha mostrato la sua t-shirt con Putin indossata anni fa a Mosca, spiegando di non poterlo accogliere e invitandolo ad andare al confine per «condannare» Putin e l’invasione militare della Russia.