Il sindaco di una città polacca ha rinfacciato a Salvini la famosa maglietta di Putin

Il sindaco di una città polacca ha rinfacciato a Salvini la famosa maglietta di Putin

Durante la sua “missione” verso l’Ucraina, il leader della Lega Matteo Salvini è stato contestato a Przemyśl, città della Polonia a pochi chilometri di distanza dal confine ucraino, dove negli ultimi giorni sono transitati molti profughi ucraini in fuga a causa dell’invasione russa.

Salvini è stato inizialmente accolto dal sindaco della città, Wojciech Bakun, che davanti ad alcuni giornalisti ha ringraziato l’Italia per le dichiarazioni e i gesti di solidarietà nei confronti dell’Ucraina e dei paesi che stanno organizzando l’accoglienza, come la Polonia. Terminati i ringraziamenti, però, Bakun ha estratto dalla propria giacca una t-shirt con la fotografia di Vladimir Putin, simile a quella indossata anni fa da Salvini a Mosca in segno di apprezzamento verso il presidente russo.

Bakun ha detto di non poter accogliere nella sua città Salvini e lo ha invitato piuttosto ad andare al confine per «condannare» Putin e l’invasione militare russa dell’Ucraina. Dopo alcuni attimi di spaesamento, Salvini ha accennato qualche frase in inglese dicendo di essere in missione per portare «aiuti e pace». Si è poi allontanato, prima di avere una breve discussione con un fotografo italiano che gli ha urlato «Buffone», «Sei un pagliaccio» e «Vai a casa».

 

Il nuovo record mondiale di Armand Duplantis nel salto con l’asta

Il nuovo record mondiale di Armand Duplantis nel salto con l’asta

Lunedì, nella tappa di Belgrado del World Athletics Indoor Tour, l’astista svedese Armand Duplantis ha stabilito un nuovo record del mondo nel salto con l’asta, il suo terzo consecutivo dal 2020. Duplantis, che ha 22 anni, ha saltato 6,19 metri migliorando così di un centimetro il suo ultimo record registrato il 15 febbraio 2020 a Glasgow. Dopo aver vinto l’oro ai Giochi olimpici di Tokyo, fra pochi giorni, sempre a Belgrado, avrà inoltre l’occasione di vincere l’oro ai Mondiali indoor, l’unico che gli manca — insieme all’oro mondiale outdoor — tra le competizioni principali.

Il ginnasta russo e la “Z” simbolo dell’invasione dell’Ucraina

Il ginnasta russo e la "Z" simbolo dell'invasione dell'Ucraina

Sabato nel corso della finale delle parallele alla Coppa del Mondo di ginnastica artistica a Doha, in Qatar, il ginnasta russo Ivan Kuliak ha gareggiato con una divisa che sul petto aveva una “Z”, lettera diventata negli ultimi giorni un simbolo dell’invasione russa in Ucraina. Kuliak, che alla fine è arrivato terzo, ha mostrato la “Z” anche al momento della premiazione sul podio, al fianco dell’atleta ucraino Kovtun Illia che era arrivato primo.

La “Z” era apparsa disegnata su diversi carri armati russi nei primi giorni dell’invasione, e da allora i sostenitori dell’operazione militare in Ucraina hanno cominciato a usarla per mostrare il loro appoggio alla guerra. Ma l’origine e il significato non sono chiari, e le autorità russe finora non ne hanno dato una spiegazione ufficiale: la lettera Z nell’alfabeto russo, il cirillico, non esiste e secondo alcuni potrebbe stare per la traslitterazione in alfabeto latino di za pobedy (“per la vittoria”) mentre per altri significherebbe zapad (“ovest”), a simboleggiare l’avanzata dei soldati russi verso Occidente.

La Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG) ha annunciato di aver aperto un’indagine sul comportamento di Kuliak, che potrebbe subire sanzioni disciplinari. Peraltro la gara di Coppa del Mondo di sabato è stata l’ultima a cui hanno potuto partecipare i ginnasti russi dato che dal 7 marzo la loro partecipazione a gare internazionali è sospesa, come da richiesta del Comitato Olimpico.

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