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  • Lunedì 29 novembre 2021

Alcuni paesi chiudono di nuovo per via della variante omicron

Israele, Giappone e Marocco hanno bloccato gli ingressi dall'estero, mentre è stata convocata una riunione d'emergenza del G7

Passeggeri all'aeroporto di Cape Town, in Sudafrica (ANSA/ EPA/NIC BOTHMA
Passeggeri all'aeroporto di Cape Town, in Sudafrica (ANSA/ EPA/NIC BOTHMA

Israele, Giappone e Marocco sono i primi paesi ad aver imposto un blocco totale agli ingressi di viaggiatori dall’estero, a causa della scoperta della nuova variante omicron del coronavirus. Nel frattempo il Regno Unito, che al momento presiede il G7, l’organizzazione intergovernativa che comprende anche Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia e Stati Uniti d’America, ha convocato per lunedì una riunione d’emergenza dei ministri della Sanità dei sette paesi, per discutere dei pericoli della diffusione della variante omicron.

Emersa in Africa meridionale, la nuova forma mutata del coronavirus aveva spinto diversi paesi a vietare gli ingressi dai paesi africani in cui era stata rilevata. I paesi membri dell’Unione Europea, per esempio, si erano accordati venerdì scorso per imporre un blocco temporaneo dei voli da 7 paesi dell’Africa meridionale, nel tentativo di limitarne la circolazione in Europa. Nel frattempo, però, casi di contagio dalla variante omicron sono stati rilevati anche in vari paesi europei, tra cui Italia, Germania, Belgio, Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Regno Unito, oltre che in Israele, Canada, Hong Kong e Australia.

Israele, dove sono state rilevate almeno due persone contagiate con la variante omicron, è stato il primo paese a imporre un blocco agli ingressi dall’estero, dalla mezzanotte di lunedì. Potranno entrare nel paese solo i cittadini israeliani, ma anche quelli vaccinati dovranno sottoporsi a un tampone, mettersi in quarantena per almeno tre giorni e poi sottoporsi a un altro tampone. Le restrizioni agli ingressi dall’estero in Israele rimarranno in vigore per almeno due settimane.

Un blocco agli ingressi degli stranieri sarà imposto da lunedì anche in Marocco, e lo stesso farà anche il Giappone, che da martedì chiuderà per precauzione le frontiere a tutte le persone che arrivano dall’estero. Erano state da poco riaperte per motivi di lavoro e studio. Al momento in Giappone non sono stati registrati casi di contagio dalla variante omicron, e ce n’è solo uno sospetto: una persona arrivata in Giappone dalla Namibia risultata positiva al virus, su cui sono in corso accertamenti.

Il governo britannico ha invece imposto a chiunque entri nel paese di fare un test molecolare entro il secondo giorno dal suo ingresso, e di isolarsi in attesa del risultato. Ha anche annunciato nuove misure per contenere i contagi: tra le altre cose, tutti i contatti di una persona risultata positiva alla variante omicron dovranno isolarsi in casa per almeno 10 giorni, che siano vaccinati o meno. Sarà inoltre esteso l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi e sui trasporti pubblici, e verrà rafforzata la campagna di somministrazione della dose di richiamo del vaccino contro il coronavirus.

Restrizioni come i blocchi ai viaggi sono forme di precauzione, ma ad oggi non si sa con certezza se la nuova variante sia più contagiosa della delta attualmente prevalente in buona parte del mondo, né se e in che misura riesca eventualmente a eludere le difese immunitarie offerte dai vaccini. Nei mesi scorsi alcune varianti che inizialmente avevano suscitato grandi preoccupazioni non hanno poi assunto una grande rilevanza durante la pandemia. Era successo per esempio con la beta a inizio anno, per la sua presunta capacità di sfuggire più facilmente alle difese del sistema immunitario. Nei mesi successivi aveva però mostrato di essere meno contagiosa ed era stata rapidamente sopravanzata dalla delta.

Sempre a causa della variante del virus, è stata invece annullata una conferenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), la più grande in quattro anni. La conferenza si sarebbe dovuta svolgere a Ginevra, in Svizzera, dal 30 novembre al 3 dicembre, ma a causa dell’impossibilità per molti delegati degli stati di viaggiare e partecipare in presenza si è deciso di cancellarla.

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