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  • Venerdì 24 settembre 2021

Le critiche a Biden da destra e da sinistra, sull’immigrazione

A causa dell'espulsione di centinaia di migranti haitiani al confine tra Texas e Messico: è una storia che va avanti da giorni

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L'accampamento di migranti nei pressi di Del Rio, al confine col Messico, lo scorso 22 settembre (AP Photo/ Julio Cortez)
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Sabato scorso l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ordinato l’espulsione di diverse centinaia di migranti haitiani che si erano accampati vicino a un ponte sul fiume Rio Grande, al confine tra la città americana di Del Rio, in Texas, e Ciudad Acuña, in Messico. Le espulsioni sono state condotte dalle autorità coinvolte con criteri ritenuti poco trasparenti e con metodi considerati aggressivi. L’amministrazione Biden è stata quindi molto criticata, accusata di non rispettare le promesse di adottare un approccio più «umano» nella gestione dell’immigrazione rispetto a quello di Donald Trump.

I migranti che si erano accampati a Del Rio erano circa 15mila, la maggior parte dei quali haitiani. Le autorità haitiane, citate da Associated Press, hanno detto che tra domenica e martedì erano arrivati ad Haiti dieci aerei che avevano riportato centinaia di migranti nel paese, espulsi per lo più sulla base delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus. In base alla ricostruzione del New York Times, gli haitiani che si trovavano a Del Rio e che sono stati espulsi sarebbero almeno 1.500.

Alcuni agenti di polizia che hanno parlato con i giornali a condizione di rimanere anonimi hanno detto che tuttavia «un numero molto, molto alto» di migranti è potuto entrare negli Stati Uniti: non si sa esattamente quanti, ma si parla di migliaia di persone che sarebbero state fatte passare con l’obbligo di presentarsi entro 60 giorni agli uffici per l’immigrazione per completare la pratica di richiesta di asilo, una cosa che avrebbe permesso di alleggerire le operazioni della polizia di confine (“Border patrol”). Altri voli verso Haiti sarebbero comunque previsti a partire da mercoledì.

Uno degli aspetti poco chiari delle espulsioni di questi giorni riguarda i criteri con cui viene stabilito chi deve essere rimpatriato e chi invece può rimanere negli Stati Uniti.

Alcuni agenti citati da Associated Press hanno detto che la priorità del governo americano è rimpatriare gli adulti che non hanno una famiglia: secondo Wade McMullen, avvocato dell’organizzazione per i diritti umani Robert F. Kennedy Human Rights che sta seguendo le espulsioni, a entrare negli Stati Uniti finora sono state soprattutto donne incinte e famiglie con bambini piccoli.

Nel frattempo, sui social network sono circolati molto video e foto in cui si vedono agenti a cavallo usare fruste e i loro animali per cercare di respingere i migranti.

Martedì la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha detto che il trattamento dei migranti a Del Rio è stato «terribile» e che «nessun essere umano dovrebbe essere trattato in quel modo». Harris ha aggiunto che il dipartimento di Sicurezza Nazionale ha avviato un’indagine interna sul comportamento degli agenti coinvolti.

Agenti della Border Patrol che cercano di impedire ai migranti di attraversare il Rio Grande, che divide Ciudad Acuña, in Messico, dalla città americana di Del Rio, in Texas. Domenica 19 settembre 2021 (AP Photo/ Felix Marquez)

La maggior parte dei migranti haitiani che si era accampata a Del Rio non proveniva direttamente da Haiti, ma arrivava da altri paesi dell’America Latina dove era stata costretta a emigrare in precedenza a causa dei numerosi disastri naturali, delle epidemie e della grande instabilità politica che hanno caratterizzato il paese caraibico negli ultimi anni. Molte delle persone che si erano messe in viaggio per cercare di raggiungere gli Stati Uniti, partendo per esempio da Brasile e Cile, avevano ritenuto inoltre di poter sfruttare le politiche di Biden sull’immigrazione, apparentemente più morbide di quelle adottate da Trump.

Biden era già stato criticato sull’immigrazione all’inizio del 2021, quando un afflusso straordinario di migranti aveva messo in crisi il sistema di accoglienza delle persone e di gestione delle domande d’asilo.

Nel 2020 l’amministrazione Trump aveva ridotto moltissimo l’arrivo dei migranti approfittando della pandemia e utilizzando il  cosiddetto “Titolo 42”, un ordine emesso dall’allora segretario per la Sicurezza interna che vietava tutti i viaggi «non essenziali» per limitare i rischi di contagio. Grazie al Titolo 42, la polizia di frontiera aveva avuto la copertura legale necessaria per fare espulsioni sommarie di centinaia di migliaia di persone.

Nonostante l’introduzione di alcune esenzioni, per esempio quella nei confronti di minori che attraversano il confine coi genitori, Biden aveva comunque deciso di mantenere attivo il Titolo 42 voluto da Trump, che ha continuato a essere utilizzato per respingere i migranti. Secondo i dati diffusi dal governo americano, citati dal New York Times, dal febbraio all’agosto di quest’anno le autorità statunitensi sono intervenute in circa 1 milione e 200mila tentativi di superamento dei confini: il Titolo 42 è stato impiegato per respingere oltre la metà delle persone che stavano cercando di entrare negli Stati Uniti.

Tra le altre cose, a fine agosto la Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa su un’importante causa intentata dall’amministrazione Biden relativamente al controverso programma sull’immigrazione chiamato Migrant Protection Protocols, e noto come “Remain in Mexico”, introdotto sempre durante la presidenza Trump. Il programma, molto discusso, fu adottato nel 2019 e prevedeva che i migranti che tentavano di raggiungere gli Stati Uniti attraverso il Messico venissero rimandati in territorio messicano in attesa della decisione delle autorità americane sul loro eventuale ingresso e soggiorno legale nel paese.

La Corte Suprema ha sostanzialmente dato torto al governo Biden, che aveva sospeso il programma all’inizio del 2021 a causa delle denunce sulle pessime condizioni e sulle violenze che erano costretti a subire i migranti nei campi profughi messicani.

Un gruppo di migranti attraversa il Rio Grande, lunedì 20 settembre 2021 (AP Photo/ Felix Marquez)

Le recenti espulsioni dei migranti haitiani hanno attirato critiche un po’ da tutte le parti: sia da Democratici e gruppi di attivisti delusi dall’atteggiamento di Biden, secondo cui un approccio basato sulla deterrenza non può funzionare, sia da Repubblicani, come il senatore del Missouri Josh Hawley, che ha accusato l’attuale amministrazione di permettere che «l’immigrazione illegale incontrollata nel paese» continui.

Più in generale, l’incertezza sull’atteggiamento del governo coinvolge i vari dipartimenti che hanno un ruolo nelle politiche sull’immigrazione – in particolare quello di Stato, quello della Sicurezza Nazionale e quello della Salute e dei Servizi alla persona – e sta alimentando «quella che i critici a sinistra e a destra ritengono una politica caotica e basata sulla reazione» agli eventi, anziché fondata sul loro controllo. Mercoledì, parlando con i giornalisti, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha sottolineato che Biden auspica un sistema di immigrazione più aperto nei confronti dei richiedenti asilo, ma ha ricordato che la priorità del governo resta quella di mantenere i confini sicuri.

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