“Remain in Mexico”, il controverso programma di Trump sull’immigrazione, dovrà essere ripristinato, ha detto la Corte Suprema statunitense

Migranti messicani camminano verso il confine con gli Stati Uniti, agosto 2021 (John Moore/Getty Images)
Migranti messicani camminano verso il confine con gli Stati Uniti, agosto 2021 (John Moore/Getty Images)

Martedì la Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa su un’importante causa intentata dall’amministrazione di Joe Biden e relativa al controverso programma sull’immigrazione chiamato Migrant Protection Protocols, e noto come “Remain in Mexico”, introdotto durante la presidenza di Donald Trump. Il programma, molto discusso, fu adottato nel 2019 e prevedeva che i migranti che tentavano di raggiungere gli Stati Uniti attraverso il Messico venissero rimandati in territorio messicano in attesa della decisione delle autorità americane sul loro eventuale ingresso e soggiorno legale nel paese.

La Corte Suprema ha sostanzialmente dato torto al governo Biden, che aveva sospeso il programma all’inizio del 2021 a causa delle denunce sulle pessime condizioni e sulle violenze che erano costretti a subire i migranti nei campi profughi messicani.

Concretamente, ha respinto il ricorso presentato dal governo contro una precedente sentenza di un tribunale del Texas che aveva ordinato il ripristino del programma. La decisione della Corte, il cui orientamento politico si è recentemente spostato a destra, è stata appoggiata da 6 giudici su 9 (si sono opposti solo i tre giudici progressisti). La Corte ha detto che la decisione del governo Biden di interrompere il programma era stata «arbitraria e ingiustificata» e che non c’erano sufficienti ragioni per accogliere il ricorso. Il caso comunque non è ancora chiuso: passerà ora a una corte d’appello e potrebbe tornare a essere valutato dalla Corte Suprema.