Gli esponenti di CasaPound nelle liste che sostengono Michetti a Roma

Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati con il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega

(ANSA/CLAUDIO PERI)
(ANSA/CLAUDIO PERI)

Ci sarà in qualche modo anche CasaPound alle elezioni del 3 e 4 ottobre per il sindaco di Roma. Non con una lista, ma con alcuni suoi esponenti che hanno trovato spazio nell’elenco dei candidati a sostegno di Enrico Michetti, il candidato del centrodestra. Nel 2019, alle elezioni europee, CasaPound aveva raggiunto solo lo 0,33%, meno di 90.000 voti. Il fondatore e leader, Gianluca Iannone, disse allora:

«In seguito all’esperienza delle ultime elezioni europee e al termine di una lunga riflessione sul percorso del movimento dalla sua fondazione a oggi, CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica. Tale decisione non significa che CasaPound intenda disertare la battaglia sovranista e identitaria. Al contrario, CasaPound intende sfruttare il suo bagaglio di vivacità culturale, radicamento sul territorio ed energia militante per contribuire a quella che resta la sfida cruciale da qui ai prossimi anni».

La decisione arrivò dopo indubbi successi negli anni passati. Nel 2017 a Ostia, nel X Municipio, la lista di CasaPound raggiunse per esempio il 9% delle preferenze con il candidato presidente Luca Marsella (in alcuni quartieri, i più popolari, arrivò al 20%). Nel 2016 a Bolzano la lista era arrivata al 6,2%, portando tre militanti in consiglio comunale. Altri buoni risultati arrivarono, a livello locale, in varie parti d’Italia. Poi il consenso iniziò a ridimensionarsi fino, appunto, all’insuccesso delle elezioni europee che portò a un confronto tra le due anime, quella più movimentista, rappresentata da Gianluca Iannone, e quella più “istituzionale” del segretario Simone Di Stefano.

Ora la strategia è diversa: non più una lista ma singoli esponenti candidati con la Lega che però nega qualsiasi accordo con l’organizzazione neofascista.

Ma Simone Montagna, ad esempio, è candidato proprio con la Lega, nel XIII Municipio: sui social, presentandosi come «volontario sempre al fianco degli italiani», rivendica la sua militanza in CasaPound, tra omaggi ai caduti della X Mas (un’unità speciale della marina in epoca fascista), video dei cortei contro quella che chiama “dittatura sanitaria” e inviti ad ascoltare Radio Bandiera Nera, stazione legata a CasaPound.

Altro candidato leghista, militante di CasaPound, è Alessandro Calvo, in lista nell’XI Muncipio. Anche lui sui social non nasconde la sua appartenenza all’estrema destra con richiami a Benito Mussolini  e celebrazioni dei «martiri» della Repubblica sociale. Altri militanti di CasaPound candidati sono Alessandro Aguzzetti (X Municipio) e Fabrizio Montanini (IV Municipio), entrambi con la Lega. In una foto sul suo profilo, Montanini mostra il momento del suo rilascio dalla Questura di Roma, dove fu condotto nel maggio 2019 dopo essere stato fermato durante le violente proteste a Casal Bruciato, messe in atto per impedire ad alcune famiglie rom di entrare in case popolari a loro regolarmente assegnate

Viene invece dal partito neofascista Forza Nuova, e prima ancora dal movimento Azione Frontale, Emanuele Licopodio. Raggiunse una certa notorietà lo scorso gennaio perché il suo nome figurava tra quelli che dovevano intervenire a un dibattito on line, organizzato dalla Lega, sul Giorno della memoria. Qualche mese prima, in occasione della Pasqua del 2020, aveva scritto sul suo profilo Twitter: «Anche quest’anno a Pasqua Israele ci ricorda che non sono i nostri fratelli maggiori ma semplicemente i figli di Caino».

Candidati con simpatie fasciste si trovano, a Roma, anche nelle liste di Fratelli d’Italia. Milo Mancini, candidato nel XII Municipio, è un pugile con un grande fascio littorio tatuato sul petto. Sul suo profilo Facebook compaiono slogan come «Giornalisti uomini di merda». La figura più rappresentativa però a far da collante tra estrema destra e il partito di Gorgia Meloni è Francesco Cuomo, di professione tatuatore, con un passato nella destra radicale e storico ultras della curva nord della Lazio. È l’autore di alcune celebri coreografie della curva nord ed era amico fraterno di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, capo indiscusso degli ultras laziali ucciso a Roma a colpi di pistola il 7 agosto 2019.
Cuomo fu tra i pochi ammessi dalla famiglia nella chiesa del Divino Amore per le esequie. Ora dice di essersi staccato dal mondo degli ultras: pochi giorni fa è stato tra i promotori di una manifestazione per chiedere che lo stadio Flaminio, ora in abbandono, diventi lo stadio della società Lazio. Con lui sul palco c’era Yuri Alviti, altro leader della curva, uno di quelli che più si scagliarono contro il neo calciatore della Lazio Elseid Hysaj quando fu filmato mentre cantava Bella Ciao.