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  • Giovedì 26 agosto 2021

La moria di pesci nella laguna di mar Menor, in Spagna

In poche settimane si sono riversate sulle coste tonnellate di pesci morti, a causa dell'inquinamento dovuto all'agricoltura intensiva

Pesci morti mar Menor Spagna
(EFE/ ANSE/ EPA via ANSA)

Nelle ultime due settimane lungo le coste della vasta laguna di acqua salata chiamata “mar Menor”, nel sud-est della Spagna, si sono riversate circa 5 tonnellate di pesci, molluschi e crostacei morti. Non è la prima volta che nella comunità autonoma della Murcia si verificano situazioni simili, ma la moria degli ultimi giorni è considerata la crisi ambientale più grossa di sempre nella regione. Secondo vari scienziati e gruppi ambientalisti, la moria è dovuta all’inquinamento prodotto dall’agricoltura intensiva della zona, che provoca una mancanza di ossigeno nell’acqua. Il governo centrale e l’amministrazione regionale si sono scontrati sulle responsabilità della crisi e sulle possibili proposte su come risolverla.

La laguna del mar Menor si trova a pochi chilometri dalla città di Cartagena ed è separata dal mar Mediterraneo da una lingua di terra dove si trovano diverse strutture turistiche e alcune delle spiagge più frequentate della zona.

I residenti delle aree interne alla laguna lamentano da tempo che è impossibile fare il bagno per via dell’inquinamento, e che negli ultimi giorni l’odore della putrefazione dei pesci è diventato insopportabile: le acque sono diventate torbide e fangose a causa dei fertilizzanti riversati negli anni attraverso i canali e vengono descritte dagli abitanti locali come «un’enorme zuppa marrone», molto poco attraente per i turisti.

Inizialmente il governo locale aveva imputato la moria dei pesci alle temperature sopra la norma delle ultime settimane, ma secondo gli scienziati la situazione sarebbe dovuta ad anni di inquinamento ambientale prodotto dalle attività umane, che ha peggiorato notevolmente la qualità dell’acqua della laguna e modificato l’equilibrio dell’ecosistema.

Nell’area del mar Menor c’erano già state morie simili a quella degli ultimi giorni nel 2016 e nel 2019. I residenti segnalavano da tempo che la situazione stava peggiorando, sollecitando l’intervento del governo locale per evitare che la situazione creasse ancora più danni al turismo e all’economia.

Il problema principale è che ogni giorno nel mar Menor vengono riversate grandi quantità di componenti chimici utilizzati come fertilizzanti in tutta la zona agricola attorno a Cartagena, dove ci sono peraltro numerose coltivazioni abusive. L’inquinamento raggiunge la laguna attraverso il canale dell’Albujón, che trasporta acqua dolce e nutrienti.

Come hanno spiegato anche WWF Spagna e l’Associazione dei Naturalisti del Sud-Est (ANSE), in acque molto inquinate e ricche di nutrienti le alghe proliferano, bloccando i raggi del sole e riducendo i livelli di ossigeno nell’acqua, rendendo così difficile la sopravvivenza delle specie acquatiche e provocando morie come quella di questi giorni.

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Se l’inquinamento prodotto dalle attività umane ha danneggiato notevolmente l’ecosistema della laguna, c’è anche da tenere conto che nel mar Menor c’è pochissimo ricambio di acqua col mar Mediterraneo per via della presenza della striscia di terra che li separa e dei pochi punti di passaggio. Secondo il governo spagnolo una delle soluzioni potrebbe essere dragare il canale di Marchamalo, che collega il mar Menor al Mediterraneo nel sud della laguna, ed è una delle zone dove si stanno riversando le maggiori “sacche” di inquinamento.

Secondo i gruppi ambientalisti, però, questa soluzione non sarebbe utile né efficace: anche se nel mar Menor entra l’acqua dolce proveniente dal canale dell’Albujón, la laguna è molto più salata del Mediterraneo, e favorire un maggiore scambio di acqua meno salata altererebbe ulteriormente gli equilibri. Esperti come il professore di Ecologia all’Università della Murcia, Miguel Ángel Esteve Selma, sostengono invece che sia necessario ridurre drasticamente la superficie dei terreni destinati all’agricoltura intensiva, diminuire la quantità di fertilizzanti impiegati nelle coltivazioni e procedere a una riqualificazione generale di tutto il territorio attorno alla laguna.

Nelle ultime settimane la crisi ambientale del mar Menor ha provocato forti tensioni tra il governo centrale spagnolo, di centrosinistra, e il governo locale, conservatore, che si sono reciprocamente accusati di non avere affrontato il problema in maniera adeguata.

Da un lato, il governo centrale ha accusato l’amministrazione regionale di essere stata troppo permissiva e di non aver regolamentato le coltivazioni abusive né l’uso dei fertilizzanti; dall’altro, il governo regionale – che inizialmente non aveva riconosciuto il problema della mancanza di ossigeno nella laguna – ha detto che avrebbe denunciato il ministero dell’Ambiente per non aver messo in atto gli interventi per impedire il disastro.

Mercoledì la ministra della Transizione ecologica, Teresa Ribera, ha visitato la zona e incontrato vari sindaci e ambientalisti, oltre al presidente di Murcia, Fernando López Miras. Secondo quanto ha scritto El País, sembra che le due parti siano arrivate a un accordo per provare a risolvere la crisi: la regione vieterà l’uso dei fertilizzanti più dannosi nelle zone agricole vicine alla laguna, mentre il ministero ha promesso di istituire una commissione per trovare soluzioni efficaci in collaborazione col governo regionale.