Ci sono piccoli passi avanti sull’eutanasia
È stato approvato un testo base per la legge sul suicidio assistito, mentre l'associazione Luca Coscioni raccoglie firme per un referendum
Martedì la commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo base della nuova legge sull’eutanasia, accorpando varie proposte presentate negli anni da diversi partiti politici. L’approvazione è un passo piccolo, visto che la discussione in aula deve ancora essere calendarizzata, ma è importante perché fino a poche settimane fa c’era una notevole incertezza sui tempi di questo passaggio, seppur preliminare.
Il testo è stato approvato con i voti del centrosinistra più il Movimento 5 Stelle, e secondo alcuni rappresenta la migliore possibilità di regolamentare l’eutanasia, oggi permessa solo in pochissimi casi e grazie a una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, in attesa di capire se l’Associazione Luca Coscioni riuscirà a raccogliere firme sufficienti per tenere un referendum sulla questione.
Nel 2019 la Corte Costituzionale era intervenuta sulla morte di Fabiano Antoniani, noto anche come “DJ Fabo”, stabilendo che a determinate condizioni non è punibile una forma di eutanasia definita assistenza al suicidio, cioè quando una persona di fatto permette a un’altra di suicidarsi. Concretamente, la sentenza stabilì che in Italia si può aiutare una persona a morire senza rischiare di finire in carcere se quella persona ha una patologia irreversibile, se la patologia irreversibile le provoca sofferenze fisiche o anche solamente psicologiche per lei intollerabili, se la persona è pienamente capace di decidere liberamente e consapevolmente, e se è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Nei mesi precedenti alla sentenza il Parlamento aveva provato più volte ad approvare una legge sull’eutanasia, incoraggiata anche da un’altra sentenza della Corte Costituzionale alla fine del 2018, ma senza trovare un compromesso. Il testo base approvato martedì ricalca in gran parte la sentenza della Corte, dato che prevede gli stessi parametri per richiedere il suicidio assistito aggiungendo soltanto quello della “prognosi infausta”, cioè di una diagnosi di malattia terminale.
Il testo base stabilizza inoltre la pratica per richiedere il suicidio assistito, introducendo la formazione di una commissione per esaminare ciascuna richiesta. «Abbiamo finalmente un buon testo che chiarisce perplessità e appiana differenze. Invitiamo le forze politiche che oggi non lo hanno votato a ripensarci», ha fatto sapere in un comunicato il presidente della commissione Giustizia alla Camera, Mario Perantoni del M5S.
Data l’eterogenea composizione della maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi, però, non è chiaro se e con quali tempi la legge sarà effettivamente approvata. «C’è chi dice che si tratta solo di questione di tempo, che prima o poi una legge arriverà, ma è proprio il tempo che manca ai malati», ha detto di recente la segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, motivando la raccolta firme per un referendum sull’eutanasia.
– Leggi anche: La Spagna ha legalizzato l’eutanasia
L’Associazione, che si occupa da molti anni dei diritti dei malati che chiedono l’eutanasia, teme inoltre che la proposta di legge sia troppo circoscritta. Parlando con Repubblica Gallo e il tesoriere Marco Cappato hanno criticato il testo base approvato martedì perché esclude di fatto i malati di tumore – che molto spesso non sono sottoposti a trattamenti di sostegno vitale – e perché non prevede la cosiddetta “eutanasia attiva”, che avviene quando è il medico a somministrare il farmaco necessario a morire, ancora meno impegnativa per il malato.
La proposta dell’Associazione prevede invece un referendum abrogativo di una parte dell’articolo 579 del codice penale, quello che punisce l’assistenza al suicidio: in questo modo sarebbe permessa l’eutanasia attiva oltre a una forma molto più ampia di suicidio assistito rispetto al testo base approvato martedì. La raccolta firme avrà tempo fino al 30 settembre per ottenerne 500mila da presentare alla Corte di Cassazione: nel caso ci riuscisse, e la Corte Costituzionale ritenesse poi legittimo il quesito, il voto si terrebbe nel 2022.