I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia

I nuovi casi sono calati, così come i ricoveri in terapia intensiva, mentre la campagna vaccinale va avanti a ritmo costante

Nell’ultima settimana in Italia c’è stato un nuovo e incoraggiante calo dei nuovi casi di coronavirus: sono stati poco più di cinquemila, il livello più basso registrato da metà agosto 2020. C’è stata anche una diminuzione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, mentre il numero dei morti è stato in leggera crescita rispetto ai sette giorni precedenti, soprattutto per effetto dei noti ritardi di aggiornamento che caratterizzano questo indicatore.

Dopo le limitazioni alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca, anche la campagna vaccinale sembra avere mantenuto un andamento piuttosto stabile: nell’ultima settimana è stata superata la media di 500mila dosi giornaliere, come nei sette giorni precedenti, nonostante molte regioni abbiano iniziato a riprogrammare le somministrazioni a causa di un pur contenuto calo delle consegne previsto nel mese di luglio.

Dal 24 al 30 giugno sono stati trovati 5.136 nuovi casi di coronavirus, il 26,7 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Negli ultimi giorni si è parlato molto dei possibili effetti della variante delta, più contagiosa, che ha causato un nuovo aumento dei contagi nel Regno Unito. In Italia la variante delta è passata da una prevalenza sul totale dei casi del 4,2 per cento nel mese di maggio al 16,8 nel mese di giugno. Quest’ultimo dato, però, è ancora provvisorio: l’Istituto superiore di sanità (ISS) ha organizzato una nuova indagine che mostrerà una rappresentazione più accurata della diffusione grazie al sequenziamento dei tamponi eseguiti lo scorso 22 giugno. I risultati arriveranno nei prossimi giorni.

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), la variante delta sarà prevalente in Europa entro la fine di agosto e in mancanza di un’adeguata prevenzione potrebbe causare nuove ondate in diversi paesi europei.

Negli ultimi sette giorni ci sono stati 214 morti, il 7,5 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. È un aumento contenuto e che non deve spaventare: è noto che dall’inizio dell’epidemia i dati dei decessi abbiano molti limiti dovuti soprattutto ai ritardi di aggiornamento. Non sono rari i casi di riconteggio che hanno portato a inserire nel database regionale decessi risalenti ai mesi precedenti: anche nell’ultima settimana diverse regioni hanno comunicato piccole correzioni. In ogni caso, questo indicatore è sempre utile per valutare l’andamento sul medio periodo.

Anche il numero dei tamponi eseguiti è rimasto stabile rispetto alle ultime settimane: ne sono stati fatti quasi 1,2 milioni – per la precisione un milione e 194mila – mentre sono state testate per la prima volta 257mila persone.

È continuato il calo del tasso di positività dei tamponi, un indicatore che serve per monitorare l’efficacia delle strategie di individuazione dei casi e del tracciamento dei contatti. Il tasso è in calo sia per i tamponi molecolari sia per gli antigenici rapidi.

Dopo essere rimasta per tre settimane sotto la soglia di 50 casi ogni 100mila abitanti, anche la Valle d’Aosta è stata inserita in zona bianca. Come si può notare da questo grafico, negli ultimi sette giorni tutte le regioni italiane hanno avuto un’incidenza molto bassa, inferiore ai 20 contagiati ogni 100mila abitanti. Veneto, Piemonte, Marche e la provincia autonoma di Trento sono state le regioni con l’incidenza più bassa.

Nessuna provincia ha superato la soglia di 50 contagi ogni 100mila abitanti. La provincia con l’incidenza più alta è stata Caltanissetta, in Sicilia, dove negli ultimi sette giorni sono stati trovati 43 nuovi casi ogni 100mila abitanti.

Dopo Molise, Valle d’Aosta e Basilicata, che già nelle ultime due settimane non avevano più pazienti ricoverati nelle terapie intensive, anche nella provincia autonoma di Trento non ci sono più persone in gravi condizioni. Questo è uno dei dati più incoraggianti, che mostra l’efficacia dei vaccini nella prevenzione di forme gravi della Covid-19.

Sono stati in calo anche i nuovi ingressi in terapia intensiva. Nell’ultima settimana sono stati 56 e nei sette giorni precedenti erano stati 71. Nell’ultimo aggiornamento giornaliero, mercoledì 30 giugno, solo due regioni hanno comunicato nuovi ingressi in terapia intensiva, Piemonte ed Emilia-Romagna, entrambe con due ricoverati: in tutte le altre regioni non ci sono stati nuovi ricoveri.

Al momento in Italia 34 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 18,7 milioni sono completamente vaccinate. Il 57,5 per cento della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 31,6 per cento ha completato il ciclo vaccinale.

La crescita del ritmo di somministrazioni sembra essersi fermata, probabilmente a causa delle limitazioni all’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Negli ultimi giorni molte regioni sono state costrette a rivedere la programmazione delle vaccinazioni a causa di un calo del 5 per cento delle forniture previste nel mese di luglio. Nonostante questo, la struttura commissariale ha detto in una nota che nel terzo trimestre dell’anno – luglio, agosto e settembre – le previsioni relative alle forniture sono coerenti con le indicazioni del piano vaccinale: l’obiettivo è di proteggere l’80 per cento delle persone vaccinabili, con due dosi del vaccino, entro la fine di settembre. Al momento siamo quasi al 62,7% con una dose e al 34,5 con due.

Questo grafico mostra l’andamento in media mobile della somministrazione delle prime dosi per fasce d’età. Come si può notare, negli ultimi giorni c’è stato un notevole calo delle vaccinazioni alle persone tra 40 e 49 anni e tra 50 e 59 anni.

La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia: all’interno di ogni regione si trova la percentuale di persone che hanno ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

In questo grafico si può osservare l’andamento delle somministrazioni nei vari stati del mondo.