Villa Borghese, Roma. (ANSA/CLAUDIO PERI)

Da oggi niente più mascherine all’aperto

Sono obbligatorie solo nelle situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e negli ambienti al chiuso

Da oggi, lunedì 28 giugno, non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto  nelle regioni in zona bianca (ovvero tutte, sempre a partire da oggi). L’obbligo rimarrà in vigore solo in Campania, che ha deciso di mantenere la regola precedente sia al chiuso che all’aperto.

Sarà comunque necessario indossarla nelle situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e si dovrà portarla sempre con sé. Continuerà inoltre a essere obbligatoria nei negozi e negli altri ambienti al chiuso, mentre nei ristoranti e nei locali rimarranno le regole attuali, cioè la possibilità di non indossarla solo mentre si è seduti al tavolo.

Anche se inizialmente il suo utilizzo non era richiesto, la mascherina è stata considerata uno dei principali dispositivi di protezione individuale nel periodo della pandemia. Per esempio, il 5 aprile 2020 la Lombardia – allora la regione italiana più interessata dall’epidemia – introdusse l’obbligo di utilizzare una mascherina o una sciarpa per coprire naso e bocca ogni qual volta si uscisse di casa. L’utilizzo sui mezzi pubblici e nei luoghi al chiuso diversi dalle proprie case in tutta Italia venne deciso con le misure stabilite dal DPCM del 26 aprile 2020, con l’inizio della cosiddetta “fase 2” dell’epidemia in Italia.

Dall’8 ottobre 2020, invece, l’utilizzo della mascherina divenne necessario ovunque anche all’aperto, tranne che nei luoghi molto isolati, e comunque in tutti i luoghi al chiuso diversi dalla propria abitazione. Tra le altre cose, il decreto approvato dal governo a inizio ottobre introdusse anche l’obbligo di avere la mascherina sempre con sé.

– Leggi anche: Perché dopo il vaccino viene male al braccio

La decisione di non indossare più le mascherina all’aperto è stata presa dal governo in base alle valutazioni del Comitato tecnico scientifico (CTS), in particolare grazie al notevole calo di contagi agevolato tra le altre cose dall’accelerazione della campagna di vaccinazione contro il coronavirus.

Venerdì il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha firmato un’ordinanza con cui stabilisce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, citando in particolare le situazioni di affollamento e «ogni situazione in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale». Tra le altre cose, la nuova ordinanza in Campania stabilisce anche il divieto di vendita di alcolici e superalcolici per l’asporto dopo le 22 e il divieto di consumare cibi e bevande davanti ai locali per non creare assembramenti.

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e portavoce del CTS, Silvio Brusaferro, ha chiarito a Repubblica che per ora gli indicatori dell’epidemia permettono di togliere la mascherina all’aperto, ma che in caso di peggioramento della situazione epidemiologica il suo uso potrebbe essere ripristinato.

Come succede ormai da diverse settimane, i dati dell’andamento dell’epidemia dell’ultima settimana sono stati incoraggianti in tutte le regioni. L’incidenza settimanale nazionale dei contagi è stata di 11 casi per 100mila abitanti, rispetto ai 17 casi per 100mila abitanti della settimana precedente. L’indice Rt, che serve a misurare quanto viene trasmesso il virus, è rimasto a 0,69, lo stesso valore della scorsa settimana. Il tasso medio di occupazione dei reparti di terapia intensiva è del 4 per cento, ben al di sotto della soglia critica, e ancora in diminuzione: le persone ricoverate nelle terapie intensive nell’ultima settimana sono state 362, contro le 505 della settimana precedente.

I colori delle regioni italiane vengono decisi sulla base dei dati del monitoraggio settimanale: per passare in zona bianca è necessario che le regioni abbiano un’incidenza di nuovi casi sotto la soglia di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive. L’ultima regione che tre settimane fa aveva superato la soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti era stata la Valle d’Aosta, che quindi ha dovuto aspettare una settimana in più rispetto alle altre regioni per passare in zona bianca.

La principale differenza tra le regioni in zona bianca e quelle in zona gialla è che nelle prime non vale la gran parte delle restrizioni in vigore per contrastare il coronavirus. Per il momento restano in vigore alcune regole di base, come il divieto di assembramento e l’obbligo di distanziamento interpersonale. Inoltre nelle regioni zona bianca hanno potuto riaprire le sale da gioco e le piscine al chiuso, che in zona gialla potrebbero riaprire comunque da giovedì 1° luglio.

Nelle regioni in zona bianca inoltre non è in vigore il coprifuoco, che in ogni caso è stato abolito dal 21 giugno anche nell’unica regione che allora si trovava in zona gialla, la Val d’Aosta.

– Leggi anche: Servirà una terza dose del vaccino?

Continua sul Post