Le lungaggini per mettere Harriet Tubman sui 20 dollari
L'impulso per sostituire Andrew Jackson con l'attivista afroamericana venne da una lettera di una bambina, ma da allora sono passati sette anni
Nel 2014 una bambina di 9 anni di Cambridge (Massachusetts, Stati Uniti) inviò una lettera all’allora presidente Barack Obama chiedendogli perché sulle banconote americane non ci fosse neanche una donna: «Penso che dovrebbero esserci più donne sulle banconote per gli Stati Uniti perché senza le donne neanche gli uomini ci sarebbero stati», scrisse la bambina, che allegò anche una lista di donne meritevoli, secondo lei, di comparire su una banconota. Tra le altre c’era Rosa Parks, nota per essersi rifiutata di cedere il posto a una donna bianca su un autobus nel 1955, e la leader antischiavista afroamericana Harriet Tubman.
Obama convenne che fosse una buona idea e la segretaria del Tesoro nel 2016 avviò la pratica per sostituire il settimo presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson – che si arricchì grazie al fatto che possedeva circa 150 schiavi – proprio con Tubman. Cinque anni dopo però le pratiche per concretizzare l’idea stanno avanzando molto lentamente e con difficoltà per via di diverse lungaggini burocratiche, nonostante la promessa dell’attuale amministrazione guidata da Joe Biden di accelerarne il processo. «Se riusciamo ad andare su Marte, dovremmo essere in grado anche di disegnare una banconota da 20 dollari in meno di vent’anni» ha detto la senatrice Jeanne Shaheen, riferendosi all’usuale scadenza temporale fissata dal dipartimento del Tesoro per questo tipo di pratiche.
Two years ago, 8 year old Sofia wrote to @POTUS that more women should be on our currency. pic.twitter.com/ezmvHVgnbU
— Valerie Jarrett (@vj44) April 20, 2016
Harriet Tubman visse tra la prima metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Nacque in condizione di schiavitù, ma poi riuscì a fuggire e organizzò una serie di missioni per far scappare altri schiavi e schiave grazie all’aiuto a una rete di persone anti-schiaviste e abolizioniste. In quegli anni era stata creata anche una serie di percorsi che formavano la cosiddetta Underground Railroad (“ferrovia sotterranea”), che però non era né sotterranea né una ferrovia, bensì delle rotte segrete e relativamente sicure per le persone che fuggivano dalla schiavitù, punteggiata da safe houses (“case sicure”) che offrivano loro rifugio. Queste rotte portavano principalmente verso il Canada o verso il Messico, paesi dove la schiavitù era stata abolita nei primi anni dell’Ottocento.
Attraverso la Underground Railroad Tubman riuscì a mettere in salvo circa 70 persone, dopo essere fuggita nel 1849 dal Maryland dove era tenuta schiava. Aveva 27 anni e da bambina era stata frustata e picchiata diverse volte, poi da adolescente subì una ferita grave alla testa, colpita dal sorvegliante della piantagione. Perse molto sangue e da allora soffrì per tutta la vita di crisi epilettiche e improvvise e brevi perdite di coscienza.
Quando iniziò la Guerra civile tra gli stati dell’Unione, abolizionisti, e quelli della Confederazione, che volevano invece mantenere la schiavitù, Tubman lavorò per l’esercito unionista come spia facendo un gran lavoro di intelligence, raccogliendo informazioni su com’erano dislocate le sentinelle nemiche, individuando eventuali minacce come le prime mine sparse sul territorio e contribuendo a mappare i luoghi in South Carolina per conto dell’esercito. Nonostante gli anni di servizio, Tubman non ricevette mai un salario adeguato e non venne mai compensata dall’esercito. La sua attività di intelligence e in favore della liberazione degli schiavi fu riconosciuta pubblicamente solo di recente.
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Per l’unicità della sua figura negli Stati Uniti, e per il fatto che sui dollari ci sono sempre stati solo volti di uomini bianchi, il progetto dell’amministrazione Obama di dedicarle la banconota da 20 dollari era stato molto raccontato, anche perché le altre nuove figure che dovrebbero comparire sono le leader del movimento per il voto alle donne (sulle banconote da 10 dollari) e la cantante Marian Anderson (su quelle da 5 dollari). Adesso però qualcuno sta criticando l’amministrazione Biden per l’orizzonte temporale troppo lungo in cui queste nuove figure verrano probabilmente introdotte.
Il piccolo ufficio del dipartimento del Tesoro che si occupa di queste questioni, scrive il Washington Post, ha detto che cambiare le figure di una banconota non è facile come sembra, perché vanno adattate in modo tale da rispettare le caratteristiche che permettono alla banconota di non essere contraffatta. «Noi ci impegniamo nell’obiettivo di ridisegnare la valuta statunitense in modo che rifletta più adeguatamente la storia e la diversità del nostro paese», ha scritto il funzionario Len Olijar in un comunicato. «Ma la sicurezza rimane il punto fondamentale».
Il gruppo di attivisti e attiviste Women on 20s, che porta avanti una campagna per introdurre figure femminili nelle banconote da 20 dollari, accusa invece il dipartimento di essere restio al cambiamento e di allungare i tempi deliberatamente. «Sono contenti di mandarla per le lunghe il più possibile, magari finché le criptovalute non prenderanno il posto dei soldi di carta», ha detto al Washington Post Barbara Ortiz Howard, fondatrice del gruppo. «Non vogliono introdurre cambiamenti, è l’unica spiegazione di tutto questo nonsense».
Olijar ha anche aggiunto che il programma dei lavori per ridisegnare le banconote viene stabilito da una commissione chiamata Advanced Counterfeit Deterrence (“deterrenza avanzata contro la contraffazione”), e secondo questo programma sia la banconota da 10 dollari che quella da 50 verranno rifatte prima di quella da 20, sempre per ragioni legate alla sicurezza. Due fonti del dipartimento del Tesoro hanno parlato con il Washington Post rimanendo anonime, ma hanno preferito non dire se l’attuale segretaria del Tesoro Janet Yellen abbia intenzione di cambiare il programma.
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