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  • Lunedì 31 maggio 2021

La proposta della Commissione Europea per i “certificati COVID-19”

Prevede soprattutto l'esenzione da test e quarantena dopo 14 giorni dalla somministrazione dell'ultima dose del vaccino

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (AP Photo/Olivier Matthys, Pool)
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (AP Photo/Olivier Matthys, Pool)

La Commissione Europea ha fatto una nuova proposta per i cosiddetti “certificati COVID-19” europei, cioè i “green pass” che dovrebbero permettere di circolare all’interno dell’Unione Europea nei mesi estivi: prevede principalmente l’esenzione da test e quarantena dopo 14 giorni dalla somministrazione dell’ultima dose del vaccino, oltre ad alcune altre modifiche alle restrizioni che gli stati membri possono imporre. La proposta della Commissione è un aggiornamento alla raccomandazione del Consiglio Europeo a riguardo.

I certificati, a cui le istituzioni europee lavorano da diversi mesi e che dovrebbero essere disponibili dal primo luglio, serviranno a viaggiare liberamente nei paesi dell’Unione Europea purché venga attestata almeno una di tre diverse condizioni: l’avvenuta vaccinazione o un recente risultato negativo ai test per il coronavirus o la guarigione dalla COVID-19. I certificati potranno essere digitali o cartacei, dotati di un QR code per poterne fare una scansione e verificarne l’autenticità.

L’emissione dei certificati sarà a carico dei singoli stati membri, che potranno scegliere le modalità di distribuzione in modo centralizzato, oppure affidare il compito ai centri dove si effettuano le vaccinazioni e i test per rilevare l’eventuale positività al coronavirus o agli operatori sanitari che verificano la guarigione dalla COVID-19. In Italia saranno disponibili sull’app IO, quella che serve per accedere a tutti i servizi digitali della pubblica amministrazione (per esempio il Cashback).

La Commissione ha proposto che chi sia vaccinato da almeno 14 giorni, con entrambe le dosi o con una sola nel caso del vaccino di Johnson & Johnson, non debba essere obbligato sottoporsi a un test per il coronavirus né a trascorrere periodi di quarantena all’ingresso in un altro paese dell’Unione.

La Commissione specifica, però, che se uno stato membro dell’Unione prevede con le norme nazionali che possa bastare una sola dose di vaccino per essere esenti dalle restrizioni, allora deve accettare anche i certificati europei rilasciati alle stesse condizioni. Il governo italiano per esempio ha deciso che la validità del certificato inizia dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione della prima dose fino alla somministrazione della seconda dose, dopo la quale viene prolungato di nove mesi. Questa regola, secondo la proposta della Commissione, dovrà valere quindi anche per gli stranieri che arrivano in viaggio in Italia.

La Commissione, partendo dalla divisione in colori dell’Europa sulla base del rischio epidemiologico fatta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), propone poi che per i viaggiatori provenienti da aree verdi non ci sia nessuna restrizione; che a quelli che provengono da aree arancioni possa essere chiesto un test all’arrivo (antigenico rapido o PCR) se non l’hanno fatto prima della partenza; che ai viaggiatori provenienti da aree rosse possa essere imposto di sottoporsi a quarantena, a meno che non abbiano effettuato un test prima della partenza (antigenico rapido o PCR); e che alle persone provenienti da zone rosso scuro debbano essere fortemente sconsigliati i viaggi non essenziali, e che per loro restino gli obblighi di test e quarantena.

La Commissione propone anche che i minori che viaggiano con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando i genitori non devono sottoporsi all’isolamento, ad esempio perché vaccinati. E che i bambini che hanno meno di 6 anni siano esentati dai test per il coronavirus.