La notte degli Oscar, stanotte

Sarà una cerimonia senza dubbio diversa dalle precedenti, ma perlopiù in presenza; il film favorito per il premio più importante è “Nomadland”

(AP Photo/Chris Pizzello, Pool)
(AP Photo/Chris Pizzello, Pool)

Nella notte tra domenica e lunedì – dalle due di notte e almeno fino alle cinque – ci sarà la 93ª cerimonia degli Oscar, posticipata di un paio di mesi a causa della pandemia. E proprio la pandemia la renderà una cerimonia diversa. Diversa non solo dalle precedenti cerimonie degli Oscar, ma anche da altre importanti, e per molti versi simili, cerimonie degli ultimi mesi, come quella degli Emmy e quella dei Golden Globe.

Non si svolgerà infatti “via Zoom”, con candidati e premiati collegati dalle rispettive case, ma perlopiù in presenza: con premianti e premiati che, seppur da una serie di luoghi diversi, consegneranno e ritireranno fisicamente i premi. E ci sarà anche una sorta di red carpet, per far sì che oltre a essere un evento in cui il cinema premia sé stesso, la cerimonia sia anche, per quanto possibile, un evento mondano.

La cerimonia degli Oscar dell’anno scorso si celebrò il 9 febbraio 2020, cioè prima che la diffusione del coronavirus diventasse una pandemia: fu uno degli ultimi grandi eventi a svolgersi in presenza. Gli Oscar di quest’anno saranno necessariamente diversi perché le restrizioni dovute alla pandemia hanno imposto una serie di accorgimenti e modifiche, e anche perché premieranno film che la maggior parte delle persone, anche negli Stati Uniti, non ha visto al cinema. E che molti probabilmente non hanno proprio visto.

Nel corso della serata (per l’Italia una nottata) l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences – che è un’associazione composta da circa 10mila addetti ai lavori del cinema – assegnerà i premi in 23 categorie: per ognuna ci sono cinque candidati, fatta eccezione per il miglior film, per cui i candidati sono otto. Rispetto agli ultimi anni c’è una categoria in meno, perché i due premi per il sonoro, la cui differenza era ignota ai più, sono stati accorpati in un unico premio. E così come l’anno scorso, la cerimonia non avrà un presentatore.

I film e le previsioni
Quello con più nomination (11) è Mank, un film in bianco e nero che racconta un pezzo della vita dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz. Ci sono poi 6 film ognuno con 6 nomination, e sono: The Father, Judas and the Black Messiah, Minari, Nomadland, Sound of Metal e Il processo ai Chicago 7. Insieme a Mank, sono tutti candidati anche all’Oscar per il miglior film, per cui è candidato anche Una donna promettente, che ha ottenuto cinque nomination.

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Tra i lungometraggi di finzione che potrebbero vincere qualche premio ci sono, tra gli altri, Ma Rainey’s Black Bottom, Un altro giro e Borat 2. Molto probabilmente Soul vincerà l’Oscar per il miglior film di animazione. Per l’Oscar per il miglior documentario invece i favoriti sembrano essere Time e Il mio amico in fondo al mare, sul legame affettivo tra un uomo e un polpo. Pinocchio, diretto da Matteo Garrone, è candidato per trucco e costumi e tra le cinque canzoni nominate c’è Io sì (Seen), che è cantata da Laura Pausini ed è parte del film La vita davanti a sé.

Il favorito per la vittoria dell’Oscar al miglior film è Nomadland, che arriverà tra qualche giorno su Disney+ e che parla di una donna che, vedova e senza lavoro, si mette a girare gli Stati Uniti a bordo di un furgoncino, conoscendo diverse altre persone come lei, molte delle quali non sono attori o attrici ma persone che interpretano sé stesse. Sempre a proposito di previsioni, non ci si aspetta che un solo film vinca tanti premi – diciamo più di cinque – ma, al contrario, che in diversi ne vincano qualcuno. Detto questo, la previsione dei gusti cinematografici di migliaia di addetti ai lavori del cinema è tutto tranne che una scienza esatta, quindi non si può mai dire: anche nella storia recente ci sono spesso state sorprese e vittorie inaspettate.

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In conseguenza della pandemia, e solo per questa edizione degli Oscar, già diversi mesi fa l’Academy aveva deciso di rendere molto più larghe le maglie da cui passare per candidare un film ai premi principali. In breve, fino a un anno fa serviva avere un certo numero di giorni di programmazione in qualche cinema dalle parti di Los Angeles. Quest’anno, invece, è bastato dimostrare che si sarebbe voluto far uscire quel film (ma non si è potuto) o che lo si è fatto uscire in qualche cinema – anche drive-in, anche per poco – in una delle principali aree metropolitane degli Stati Uniti. Sempre solo per quest’anno, l’Academy ha permesso di candidare agli Oscar anche film usciti fino al 28 febbraio 2021 e non, come era fino all’anno scorso, usciti nell’anno solare precedente a quello della cerimonia degli Oscar.

Nonostante una parte dei film candidati agli Oscar di quest’anno sia disponibile in streaming, alcuni già da qualche mese, diversi giornali statunitensi hanno scritto, citando anche alcuni sondaggi sulla questione, che la conoscenza generale di questi film da parte del pubblico sembra essere piuttosto scarsa. Non è un buon segnale per chi organizza la cerimonia, specie considerando che sono ormai anni che perde spettatori, e che quest’anno gli ascolti di quella dei Grammy sono calati del 54 per cento rispetto al 2020, e di quella dei Golden Globe di oltre il 60 per cento.

La cerimonia
Nel bilanciare le evidenti necessità di rinnovamento con le non poche limitazioni dovute alla pandemia, la cerimonia di quest’anno sarà di certo meno prevedibile e canonica rispetto al passato. Per prima cosa, sarà trasmessa da diverse sedi: le due principali saranno il Dolby Theatre di Los Angeles, già sede di diverse cerimonie degli altri anni, e la Union Station, una stazione ferroviaria di Los Angeles, che a quanto pare è stata scelta per i suoi ampi spazi che ben si prestano alle necessità di distanziamento. Ma ci saranno anche altre sedi fuori da Los Angles e dagli Stati Uniti, per esempio una a Londra, allestita per permettere anche a eventuali vincitori europei di ricevere il premio in un luogo diverso dalla propria casa, seppur non a Los Angeles.

La cerimonia sarà inoltre anticipata da una sorta di lunga anteprima durante la quale saranno eseguite, anche in questo caso da diverse location, le cinque canzoni candidate al relativo premio. Ad esempio la canzone “Husavik”, contenuta nel film Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, sarà eseguita dalla piccola città di Húsavík, in Islanda.

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Per quanto riguarda la cerimonia vera e propria, sarà di certo un po’ più breve grazie al fatto che le canzoni saranno prima e non durante l’evento vero e proprio. Ma è difficile dire davvero come sarà strutturata e organizzata, perché chi se ne sta occupando ha dato degli indizi più che vere e proprie spiegazioni o scalette. Senza dubbio, c’è comunque una certa curiosità dovuta al fatto che tra i produttori che se ne sono occupati c’è il regista Steven Soderbergh, che vent’anni fa vinse l’Oscar come miglior regista (in una categoria in cui era doppiamente candidato grazie a due film diversi), e che dieci anni fa diresse il film pandemico-catastrofico Contagion.

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Insieme agli altri due produttori della serata, Soderbergh ha preannunciato di voler fare una cerimonia che sia allegra e che per certi versi possa «ricordare un film». In questo senso, la diretta televisiva sarà fatta con immagini a 24 fotogrammi per secondo, cioè lo standard del cinema, e non 30 (cioè lo standard televisivo). Per il resto, però, non è ben chiaro come sarà conciliata la volontà di «ricordare un film» con quella che comunque è la necessità di leggere i nomi di decine di candidati e consegnare oltre 20 premi.

Si sa che durante le dirette e nel momento in cui saranno assegnati i premi, i partecipanti alla cerimonia (tutti sottoposti ad almeno tre tamponi e tutti accompagnati al massimo da una persona) non dovranno indossare le mascherine, che comunque secondo quanto detto da Soderbergh avranno comunque un qualche ruolo nel corso della cerimonia. E si sa che a consegnare i premi e ad alternarsi in una sorta di conduzione collettiva (Soderbergh ha parlato di un “cast”) ci saranno, tra gli altri, Halle Berry, Bong Joon Ho, Bryan Cranston, Laura Dern, Harrison Ford, Regina King, Rita Moreno, Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Reese Witherspoon, Renée Zellweger e Zendaya.

In Italia
La cerimonia si potrà seguire su Sky Cinema e su TV8, con i primi collegamenti che inizieranno alle 22.40 e con la diretta integrale della cerimonia dalle due di notte e fino al suo termine. In alternativa, nella serata di lunedì si potrà seguire, prima su Sky Cinema e poi su Sky Uno, una versione più sintetica della cerimonia, con “il meglio di”. Oppure ripassare dal Post, già dalla prima mattina di lunedì.