I primi effetti dei vaccini sui contagi nelle RSA

Sono molto buoni, dice l'Istituto superiore di sanità: sono diminuiti i nuovi positivi e si vede una prima flessione dei decessi

(Cecilia Fabiano/LaPresse)
(Cecilia Fabiano/LaPresse)

Da quando sono iniziate le vaccinazioni, nelle RSA c’è stato un calo significativo dei contagi tra gli ospiti e tra gli operatori sanitari. È diminuito anche il numero degli ospiti in isolamento e inizia a vedersi un calo dei decessi.

I primi effetti della campagna vaccinale, molto attesi, sono stati analizzati dall’Istituto superiore di sanità che ha pubblicato un report realizzato in collaborazione con il ministero della Salute, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l’azienda sanitaria ARS Toscana. I dati sono molto interessanti perché hanno preso in esame 833 RSA in Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta, per un totale di 30.617 posti letto.

Secondo i dati pubblicati dall’ISS, nella seconda ondata dell’epidemia l’incidenza settimanale dei contagi nelle residenze sanitarie è stata molto simile a quella rilevata nella popolazione generale. Dopo l’inizio della campagna vaccinale, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, l’incidenza settimanale tra gli ospiti delle RSA si è ridotta e ha raggiunto livelli sovrapponibili a quelli registrati nella prima settimana di ottobre: 0,6 per cento nelle strutture residenziali per anziani e 0,5 per cento in tutte le strutture residenziali nella settimana dall’8 al 14 marzo 2021. Al contrario, nello stesso periodo l’andamento dell’epidemia nella popolazione generale ha mostrato una netta crescita.

Questa differenza è evidente in questo grafico pubblicato nel report che mostra l’andamento dell’incidenza settimanale nelle RSA e nella popolazione generale, cioè il numero di nuovi casi diagnosticati di COVID-19 settimanalmente sul totale dei residenti della settimana e l’andamento complessivo dei casi di COVID-19 nella popolazione generale nelle regioni che hanno partecipato alla sorveglianza (Abruzzo, Campania, marche, Molise, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta).

(Istituto superiore di sanità)

Un andamento simile si è registrato nell’incidenza dei casi di COVID-19 tra gli operatori sanitari delle strutture residenziali, con una diminuzione dopo l’inizio della campagna vaccinale e ancora più evidente nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo 2021.

C’è stata anche una diminuzione della percentuale di ospiti in isolamento: nell’ultima settimana di monitoraggio (dall’8 al 14 marzo 2021), il 6,5% dei residenti nelle strutture residenziali per anziani e il 5,8% dei residenti in tutte le strutture residenziali sono stati in isolamento, contro il picco del 16,2% e del 15,3% osservato nel mese di novembre 2020 (settimana dal 23 al 29 novembre 2020).

Gli effetti sui decessi invece non sono ancora così evidenti. Questo grafico mostra la percentuale dei decessi di pazienti malati di COVID-19 avvenuti nelle strutture residenziali in rapporto al totale dei residenti (non include i decessi che si sono verificati dopo il trasferimento in ospedale). Come spiega il report, questo dato ha un’ampia variabilità, pur mostrando una riduzione dei decessi nelle ultime settimane.

(Istituto superiore di sanità)

«Occorre ricordare che i dati dei decessi COVID-19 indicano che nelle persone affette da questa condizione il tempo medio trascorso tra il momento della comparsa dei sintomi e il decesso risulta essere in media circa due settimane», spiega l’ISS nelle conclusioni. «È pertanto verosimile che l’effetto della vaccinazione sui contagi si traduca in una più evidente riduzione dei decessi a distanza di alcune settimane».

I dati utili per valutare l’efficacia della campagna vaccinale