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  • Giovedì 11 marzo 2021

La Commissione Europea ha autorizzato il vaccino di Johnson & Johnson

È il quarto a diventare disponibile nell'Unione Europea e il primo a richiedere la somministrazione di una sola dose

(Johnson & Johnson)
(Johnson & Johnson)

La Commissione Europea ha autorizzato l’utilizzo del vaccino contro il coronavirus della multinazionale statunitense Johnson & Johnson (J&J), dopo che l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) aveva dato il proprio parere favorevole per l’autorizzazione. Quello di J&J è il quarto vaccino disponibile nell’Unione Europea dopo quelli di Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca. A differenza di questi, la soluzione di J&J prevede la somministrazione di una sola dose e potrebbe quindi fare accelerare la campagna vaccinale in Europa, che sta procedendo a rilento nonostante siano stati risolti diversi problemi sulle consegne.

J&J aveva fatto domanda all’EMA per l’autorizzazione lo scorso 16 febbraio, mentre poco meno di due settimane dopo il suo vaccino era stato autorizzato per l’uso di emergenza negli Stati Uniti. A differenza dei vaccini a RNA messaggero come quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna, il vaccino di J&J è meno costoso e non deve essere conservato in potenti congelatori, comportando quindi meno difficoltà nella gestione delle consegne e nell’amministrazione delle dosi.

J&J ha basato il proprio vaccino su un adenovirus che non causa particolari problemi di salute, nel quale è stato inserito un gene contenente le istruzioni per produrre una proteina del coronavirus. Quando si riceve una dose, gli adenovirus inducono alcuni tipi di cellule a produrre copie della proteina, che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. In questo modo, il nostro organismo impara a sviluppare una difesa contro la proteina del coronavirus, senza dover entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio, evitando i rischi del caso.

Nell’ultima fase (su 3) di test clinici il vaccino di J&J aveva fatto rilevare un’efficacia media del 66 per cento nel prevenire la COVID-19, con un’efficacia fino all’85 per cento contro le forme più gravi. Il dato sull’efficacia è variato molto a seconda delle aree geografiche dove è stata eseguita la sperimentazione: 72 per cento negli Stati Uniti, 66 per cento nel Sudamerica e 57 per cento in Sudafrica, dove una variante che rende il coronavirus più contagioso ha probabilmente influito sui risultati. Il vaccino, come gli altri, offre comunque una forte protezione, quasi totale nei confronti delle forme così gravi di COVID-19 da rendere necessario un ricovero in ospedale, ed è ciò che realmente conta nella valutazione della sua utilità.

Il governo statunitense lo scorso agosto aveva stretto un accordo da 1 miliardo di dollari per 100 milioni di dosi del vaccino. Anche nell’Unione Europea il vaccino è atteso, con la Commissione Europea che nei mesi scorsi aveva contrattato la fornitura di almeno 200 milioni di dosi, con un’opzione per acquistarne altri 200 milioni.

Negli ultimi giorni sono circolate notizie su potenziali ritardi nelle consegne delle prime dosi nell’Unione Europea, solo in parte smentite da J&J. Difficilmente l’azienda arriverà a pieno regime prima dell’inizio di aprile, anche perché gli accordi sulle consegne parlano di un loro avvio nel secondo trimestre di quest’anno.