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  • Martedì 2 febbraio 2021

Alexei Navalny è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere

Con l'accusa di avere violato la libertà vigilata, ma per molti a causa della sua opposizione al presidente russo Vladimir Putin

Alexei Navalny in una cella del tribunale durante il processo a Mosca, in Russia, il 2 febbraio (Moscow City Court via AP, LaPresse)
Alexei Navalny in una cella del tribunale durante il processo a Mosca, in Russia, il 2 febbraio (Moscow City Court via AP, LaPresse)

Martedì Alexei Navalny, il più importante oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere con l’accusa di avere violato la libertà vigilata decisa a seguito di una precedente condanna. Navalny aveva violato i termini perché si trovava in ospedale in Germania per ricevere le cure successive all’avvelenamento tramite agente nervino che secondo lui, e secondo diverse ricostruzioni giornalistiche, sarebbe stato ordinato dai servizi di sicurezza russi. Max Seddon, giornalista esperto di Russia, ha parlato di «giorno storico» per il paese, che avrà conseguenze rilevanti sulla politica russa del prossimo futuro.

Navalny, che ha sostenuto che la condanna sia stata dettata da motivi politici, sconterà due anni e otto mesi di carcere, perché poco meno di un anno lo aveva già trascorso agli arresti domiciliari.

Il 28 dicembre, mentre Navalny era ancora in Germania, la polizia russa gli aveva ordinato di presentarsi entro l’indomani per un controllo, dicendo che se non lo avesse fatto sarebbe scattato un ordine di carcerazione nei suoi confronti. Navalny però era ancora convalescente e non si era presentato. A causa di questa presunta violazione, le autorità russe avevano chiesto che il tribunale convertisse la condanna sospesa nei suoi confronti in una reale pena detentiva in carcere.

Nel processo di martedì, quindi, si dibatteva su questo: se Navalny fosse legittimamente impossibilitato a tornare in Russia. I suoi avvocati dovevano dimostrare che le sue condizioni cliniche gli impedivano di prendere un aereo, mentre l’accusa sosteneva che potesse tornare e che non lo abbia fatto deliberatamente.

Secondo diversi corrispondenti di giornali internazionali che hanno assistito al processo, Navalny stesso si sarebbe difeso dicendo che si trovava prima in coma, poi in terapia intensiva, e di aver inviato non appena possibile i documenti che testimoniavano la sua situazione clinica.

Durante l’udienza, Navalny ha tenuto un discorso, non strettamente legato alla propria difesa e con intenti più politici, in cui ha accusato ancora una volta Vladimir Putin di aver cercato di ucciderlo, facendolo avvelenare dagli agenti dei servizi di sicurezza. Riferendosi a Putin, ha detto: «C’erano Alessandro il Liberatore e Jaroslav il Saggio. Beh, ora avremo Vladimir l’Avvelenatore di Mutande».

– Leggi anche: Navalny, Alessandro, Jaroslav e Putin «l’avvelenatore di mutande», spiegato

Navalny ha anche detto che il suo arresto è solo un modo per spaventare milioni di persone e ha ringraziato «chi combatte e non ha paura», riferendosi ai molti che in questi giorni hanno protestato per chiedere la sua scarcerazione. Non ha invitato direttamente le persone a scendere in piazza, ma ha detto che non si possono arrestare milioni di persone, che sempre più gente lo capirà e infine arriverà il momento in cui il sistema di repressione crollerà, «perché non potete mettere in prigione tutto il paese». Diversi giornalisti, comunque, hanno scritto di aspettarsi proteste e manifestazioni nelle prossime ore o giorni, come quelle tenute in Russia negli ultimi due fine settimana.

– Leggi anche: Un’altra giornata di proteste contro Putin in Russia

Anche martedì mattina molti sostenitori di Navalny si sono radunati davanti al tribunale durante il processo per chiederne la scarcerazione: secondo OVD-info, un sito che monitora gli arresti durante le manifestazioni di opposizione, oltre 300 persone sono state arrestate in poche ore.