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  • Domenica 10 gennaio 2021

I nuovi colori delle regioni, da lunedì

Cinque regioni entreranno nella zona arancione, tutte le altre nella zona gialla "rafforzata": le cose da sapere

(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Da lunedì 11 gennaio il governo ha deciso che le regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Veneto e Sicilia diventeranno “zona arancione” e dovranno pertanto rispettare le restrizioni stabilite dal decreto legge approvato lo scorso 3 dicembre per contrastare la diffusione della pandemia da coronavirus. Il resto d’Italia tornerà invece in un regime di zona gialla “rafforzata” (le regole della zona gialla “rafforzata” sono qui) fino al 15 gennaio, giorno in cui le regioni verranno di nuovo valutate e in cui scadono i decreti attualmente in vigore.

La decisione è stata presa utilizzando i criteri stabiliti dal nuovo decreto legge entrato in vigore lo scorso 6 gennaio, con cui erano stati stabiliti nuovi parametri per valutare l’andamento epidemiologico. Le nuove misure sono entrate in vigore nel weekend del 9 e del 10 gennaio, in cui tutta l’Italia è stata in fascia arancione.

Il governo fra le altre cose ha ridefinito i criteri per determinare le fasce di rischio in cui inserire una regione, che sono più severi rispetto a quelli usati in precedenza. Lo schema di attribuzione dei colori si divide in tre macroaree: i livelli di rischio e gli scenari, già usati in precedenza, e l’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti, introdotta soltanto adesso.

– Leggi anche: I nuovi parametri per decidere i colori delle regioni, spiegati

Nelle zone arancioni restano in vigore le regole generali come il coprifuoco dalle 22 alle 5, mentre dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune. Bar e ristoranti potranno lavorare soltanto con le consegne da asporto, mentre i negozi potranno rimanere aperti, anche se con varie limitazioni.

In zona arancione non ci si può spostare tra comuni, se non per motivi di lavoro, salute, necessità, ma si può sempre – quindi anche spostandosi tra regioni – rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Quest’ultima è considerata il posto in cui si vive “con una certa continuità e stabilità”: quindi le persone che vivono abitualmente nella stessa casa possono ricongiungersi.