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  • Sabato 19 dicembre 2020

Gli Stati Uniti hanno autorizzato anche il vaccino di Moderna

Le spedizioni cominceranno domenica, e lunedì potrebbero esserci le prime somministrazioni

Una volontaria si sottopone alla sperimentazione del vaccino di Moderna, il 27 luglio 2020 a Binghamton, nello stato di New York (AP Photo/Hans Pennink, La Presse)
Una volontaria si sottopone alla sperimentazione del vaccino di Moderna, il 27 luglio 2020 a Binghamton, nello stato di New York (AP Photo/Hans Pennink, La Presse)

Gli Stati Uniti hanno autorizzato il vaccino per il coronavirus sviluppato dall’azienda di biotecnologie statunitense Moderna, una settimana dopo aver fatto la stessa cosa per quello di Pfizer-BioNTech. La Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di farmaci, ha dato parere favorevole con un’autorizzazione di emergenza, una procedura accelerata che rende possibile la distribuzione di un vaccino o di un farmaco prima che abbia completato tutti i processi necessari per l’approvazione vera e propria, che sarà eventualmente concessa nei prossimi mesi. Gli Stati Uniti si sono già accordati con l’azienda per comprare 200 milioni di dosi del vaccino e sei milioni dovrebbero essere già pronte.

Fatta eccezione per le vaccinazioni simboliche come quella del vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, le prime dosi del vaccino di Pfizer-BioNTech sono in corso di distribuzione a membri del personale sanitario e anziani a rischio, a partire da quelli ospitati nelle case di cura. Probabilmente avverrà la stessa cosa anche con le prime dosi del vaccino di Moderna, ma non è ancora stato deciso come. Anche mettendo insieme tutte le dosi dei due vaccini (si prevede che permetteranno di vaccinare al massimo 22,5 milioni di statunitensi entro gennaio), non ce ne sono abbastanza per tutte le persone che lavorano nel sistema sanitario e per gli ospiti e i dipendenti delle residenze per anziani. Nel frattempo altre categorie di persone stanno chiedendo di avere la precedenza: tutte quelle che posso rientrare tra i lavoratori essenziali, dagli autisti di autobus agli addetti delle onoranze funebri.

La spedizione delle dosi del vaccino di Moderna comincerà domenica e le prime consegne avverranno lunedì: in giornata potrebbero iniziare le somministrazioni.

Com’è il vaccino di Moderna
Moderna aveva prodotto un primo vaccino sperimentale già a febbraio, quando la pandemia da coronavirus era diffusa prevalentemente in Cina. Il 30 novembre aveva dichiarato che il suo vaccino aveva un’efficacia del 94,5 per cento, e che aveva anche la capacità di prevenire le forme più gravi di COVID-19.

Come il vaccino di Pfizer-BioNTech, quello di Moderna deve essere somministrato in due dosi ed è basato sull’RNA messaggero (mRNA), la molecola che si occupa di codificare e portare le istruzioni contenute nel DNA per produrre le proteine. Usa forme sintetiche di mRNA che contengono le istruzioni per produrre alcune proteine specifiche del coronavirus per “insegnare” al sistema immunitario a riconoscerle e a contrastarle, ma senza i rischi che si correrebbero nel caso di un’infezione con il coronavirus vero e proprio. Le conoscenze acquisite nel contrastare queste proteine possono poi essere impiegate dal sistema immunitario per contrastare un’eventuale infezione vera e propria.

La tecnica basata sull’mRNA consente di produrre dosi più velocemente e semplifica alcuni passaggi rispetto ai metodi tradizionali, ma è piuttosto recente e finora nessun vaccino basato sull’mRNA era mai stato commercializzato o impiegato su larga scala. Per questo ci sono ancora alcuni dubbi sulle potenzialità e l’affidabilità del sistema e inviti a mantenere qualche cautela.

A differenza del vaccino di Pfizer-BioNTech, quello di Moderna non deve essere conservato a una temperatura intorno ai -70 °C, cosa che rende le operazioni di trasporto e distribuzione delle dosi più complicata. Il vaccino di Moderna deve essere conservato a -20°C e una volta scongelato si mantiene stabile per circa un mese a temperature di frigorifero: sarà dunque più semplice da distribuire. Grazie a questa caratteristica, in particolare, gli stati americani pensano di utilizzarlo per le vaccinazioni nelle aree più isolate e meno popolate.

Cosa sappiamo sull’efficacia del vaccino di Moderna
L’ultima delle tre fasi di test clinico per il vaccino di Moderna è stata fatta dividendo i circa 30mila partecipanti volontari in due gruppi: uno ha ricevuto le due dosi del vaccino, mentre l’altro una sostanza che non fa nulla (placebo). Nel secondo gruppo i casi di COVID-19 sono stati 185, mentre tra chi ha ricevuto il vaccino ne sono stati rilevati solamente 11. Tra i volontari con placebo che si sono ammalati, in 30 hanno sviluppato sintomi gravi da COVID-19, mentre non sono stati rilevati casi gravi nel gruppo del vaccino. Un volontario è morto di COVID-19 nel gruppo del placebo, mentre non ci sono stati decessi per COVID-19 tra i volontari vaccinati.

Ciò che ancora non si sa, per il vaccino di Moderna come per quello di Pfizer-BioNTech, è quanto duri nel tempo l’immunizzazione perché entrambi i vaccini esistono da troppo poco tempo per fare una stima accurata. Inoltre non si sa quanto siano realmente efficaci al di fuori dei test clinici: succede spesso che i vaccini si rivelino meno efficaci nella comunità rispetto alle sperimentazioni.

– Leggi anche: Cosa sappiamo del vaccino in Italia

In Italia e negli altri paesi dell’Unione Europea le vaccinazioni dovrebbero cominciare il 27 dicembre, con il vaccino di Pfizer-BioNTech. Inizialmente si tratterà di poche vaccinazioni simboliche, come quella di Mike Pence.