Come cambia Tilda Swinton

L'attrice scozzese, da oggi 60enne, è stata di tutto, nei film

Tilda Swinton al Lumière Film Festival di Lione, 2017
(AP Photo/Laurent Cipriani)
Tilda Swinton al Lumière Film Festival di Lione, 2017 (AP Photo/Laurent Cipriani)

Per chi non lo sa prima non è sempre facile, guardando un film di Tilda Swinton, capire che sta guardando un film con Tilda Swinton. Perché Swinton – spesso associata all’aggettivo “camaleontica” – cambia tanto e spesso, per i suoi film. Più di una volta ha interpretato personaggi maschili – “androgina” è un altro aggettivo molto in voga, quando si parla di lei – e in più di una occasione ha interpretato più personaggi nello stesso film. Nella sua carriera, Swinton ha spaziato anche molto tra i vari tipi di cinema: da quello indipendente e d’autore fino ai film molto più commerciali, come i tre Le cronache di Narnia o come Doctor Strange, nel quale interpreta l’Antico, un misterioso stregone. Quasi sempre, con grandi apprezzamenti: che si trattasse dei suoi primi film con il regista e artista britannico Derek Jarman, di quelli fatti a Hollywood o di quelli in cui ha recitato per registi stranieri, come Luca Guadagnino e Bong Joon-ho.

Swinton, i cui due nomi di battesimo sono Katherine e Matilda, è nata a Londra, da madre australiana e padre scozzese (lei si definisce scozzese e si è detta a favore dell’indipendenza della Scozia). È cresciuta studiando in importanti scuole private e in una di queste, la West Heath Girls’ School, fu compagna di classe di Diana Spencer. Prima dell’università passò diversi mesi facendo volontariato in Kenya e Sudafrica e nel 1983 si laureò a Cambridge in Scienze politiche, un corso di studi verso il quale si spostò dopo aver inizialmente scelto di studiare Letteratura e con l’idea di diventare poeta.

Subito dopo la laurea – e in anni in cui si avvicinò al Partito Comunista Britannico, poi scioltosi nel 1991 – entrò in una compagna teatrale nella quale, tra le altre cose, le capitò di interpretare Wolfgang Amadeus Mozart. Il debutto al cinema fu a 26 anni, nel ruolo di una prostituta in Caravaggio di Jarman, che poi la volle per ognuno dei suoi successivi film. Compreso l’ultimo, uscito quando il regista – che sarebbe morto nel 1994 – era già diventato quasi cieco: il film, infatti, ha un unico fotogramma blu, con una serie di voci fuoricampo (una delle quali è di Swinton) che sono una sorta di testamento del regista.

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Intanto, nel 1992, Swinton era stata protagonista di Orlando, un film di Sally Potter basato su un romanzo di Virginia Woolf, su un uomo del Sedicesimo secolo che, dopo una sorta di ordine/incantesimo da parte della regina Elisabetta I d’Inghilterra, smette di invecchiare e vive diversi secoli, cambiando anche sesso.

Dopo aver recitato in Wittgenstein, Perversioni femminili e Zona di guerra, nel 1999 recitò in The Protagonist, il suo primo film con Guadagnino, e l’anno successivo fu la leader spirituale della comunità hippy in cui finisce Leonardo DiCaprio in The Beach.

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Nei primi anni dopo il Duemila, Swinton recitò per Cameron Crowe in Vanilla Sky, per Spike Jones nel Ladro di orchidee e per Francis Lawrence in Constantine, interpretando l’arcangelo Gabriel. Tutti ruoli che – insieme a quello nel thriller erotico Young Adam, girato con Ewan McGregor – contribuirono a costruire la sua immagine di attrice mutevole, ma non necessariamente solo “da cinema indipendente”.

Ormai piuttosto nota anche al grande pubblico, nel 2005 Swinton fu la Strega Bianca nelle Cronache di Narnia, tornando a interpretare quello stesso ruolo anche nel 2008 e nel 2010, e grazie alla sua interpretazione in Michael Clayton, un thriller con George Clooney, vinse l’Oscar come miglior attrice non protagonista: l’unico vinto da quel film e, finora, l’unico della carriera di Swinton, che non è mai nemmeno stata nominata altre volte.

Anche dopo l’Oscar – un premio dopo il quale le offerte, per fare film di ogni tipo, non mancano mai – Swinton ha continuato a collaborare con registi di un certo tipo, come Jim Jarmush (Broken Flowers e I morti non muoiono), Charlie Kaufman (Synecdoche, New York), i fratelli Coen (Burn After Reading e Ave, Cesare) e Wes Anderson (Moonrise Kingdom e Gran Budapest Hotel). E poi di nuovo con Guadagnino (Io sono l’amore, A Bigger Splash e Suspiria) e per due volte con Bong Joon-ho (prima per Snowpiercer e poi per Okja).

Tutto questo, riuscendo anche a infilare un piccolo cameo (riprendendo il ruolo dell’Antico) in Avengers: Endgame, il film con i più alti incassi nella storia del cinema; e, poco prima, riuscendo a interpretare in segreto un uomo di 82 anni, facendo credere che ad averlo interpretato fosse un certo Lutz Ebersdorf.

Si è anche fatta notare per una serie di iniziative di altro tipo: come quando organizzò un festival cinematografico in una sala da ballo di Nairn, la città scozzese in cui ancora vive. O come quando contribuì a organizzare e far spostare un festival itinerante nelle Higlands scozzesi, in cui lo schermo veniva portato in giro con un camion, da un posto all’altro. O come quando, per la prima volta nel 1995 a Londra, e poi altre volte altrove nel mondo, passò diverse ore – per diversi giorni – dormendo, o fingendo di dormire, su un materasso messo in una teca di vetro “esposta”, tra l’altro, al MoMa di New York.

Tra le tante cose, Swinton ha recitato con David Bowie per il video musicale della sua canzone “The Stars (Are Out Tonight)”, che giocò su certe somiglianze e affinità tra i due.