I piani di Netflix per l’Africa

Nel continente gli abbonati sono meno di un milione e mezzo: la società pensa ad abbonamenti a basso costo, solo per dispositivi mobili

(Netflix)
(Netflix)

Netflix, che nel mondo ha circa 193 milioni di abbonati, è presente in quasi 200 paesi: compresi da cinque anni tutti quelli dell’Africa, un continente in cui vivono circa 1,3 miliardi di persone. Sebbene non ci siano dati ufficiali, le stime di Digital Tv Research dicono però che gli abbonati di Netflix in Africa sono pochini, circa 1,4 milioni: poco più di un africano su mille. Vista la crescente concorrenza in altri mercati, come quello nordamericano ed europeo, nei prossimi anni la crescita nei paesi africani potrebbe essere determinante per Netflix, che da tempo punta a essere un servizio globale, con produzioni diffuse nei vari continenti, destinate a pubblici con gusti molto diversi. Come ha raccontato Bloomberg, sembra che per crescere anche in Africa Netflix voglia puntare sull’offerta di abbonamenti a basso costo, pensati per una fruizione solo da dispositivi mobili.

Le cause della lenta crescita africana di Netflix sono semplici: gli abbonati sono persone mediamente ricche, che arrivano da aree in cui è relativamente facile avere una connessione internet sufficiente a riprodurre o scaricare contenuti da vedere in streaming. Inoltre, in certi paesi, in particolare quelli dell’Africa subsahariana, Netflix deve fare i conti con una serie di società concorrenti che offrono contenuti pensati e prodotti in Africa, spesso a costi relativamente bassi. La sudafricana MultiChoice Group, che tra le altre cose gestisce il servizio di streaming ShowMax, ha per esempio quasi 20 milioni di consumatori. Oltre che con la povertà e la scarsa accessibilità a internet, in Africa Netflix e concorrenti devono affrontare anche il problema della pirateria, grazie alla quale i contenuti vengono visti senza pagare.

Netflix, comunque, ha alcuni vantaggi rispetto alla concorrenza. Nel confronto con i concorrenti africani è notevolmente più grande, e quindi in grado di produrre contenuti di maggior livello, e può vendere pacchetti con un’offerta più ampia e variegata. Nei confronti di concorrenti come Disney+, Amazon Prime Video o AppleTV (alcuni ancora non sono in molti paesi africani, ma potrebbero arrivarci nei prossimi anni), Netflix può giocare la carta dell’esperienza: esiste da più anni, ha più contenuti e maggiori competenze su come muoversi in mercati nuovi.

Bloomberg spiega che in questo contesto, «un importante campo di gioco sarà la Nigeria», che è la più grande economia subsahariana – nonché il settimo paese più popoloso al mondo, con più di 200 milioni di abitanti – e la sede di Nollywood, la Hollywood nigeriana. Sfruttando alcuni fattori favorevoli – per esempio la rapida crescita dei servizi 4G nel paese – Netflix sta quindi «testando la possibile offerta di un servizio esclusivo per dispositivi mobili al costo di 1.200 naira mensili», cioè meno della metà delle 2.900 naira (circa 6 euro) che si pagano ora per il meno costoso degli abbonamenti possibili.

Sempre Bloomberg ricorda però che in Nigeria circa una persona su due vive con meno di due euro al giorno. E che esistono servizi di streaming – per esempio IrokoTV, che ha un grande catalogo di contenuti di Nollywood – che costano solo 250 naira al mese. Tuttavia, sembra che IrokoTV stia avendo molte difficoltà a far tornare i conti e Jason Njoku, il suo fondatore, ha detto: «Il contesto è difficile e non sembra che le cose possano migliorare».

In Nigeria (ma la situazione è simile in altri paesi) Netflix si trova quindi a dover abbassare i costi per avvicinarsi a quelli della concorrenza, sapendo però che costi troppo bassi difficilmente portano guadagni, specie se quegli abbonamenti offrono la visione di produzioni di un certo valore.

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Partendo dal successo della sua serie sudafricana Queen Sono, uscita a febbraio, Netflix vuole provare a puntare su altre produzioni simili realizzate in altri paesi africani, e Bloomberg parla del possibile sviluppo di serie, ma anche di reality e programmi per bambini e adolescenti. Alcuni test per abbonamenti solo per dispositivi mobili sono già in corso anche in Sudafrica ed Egitto, due paesi che, insieme, hanno più di 150 milioni di abitanti.


Per muoversi nel peculiare mercato africano, Netflix potrebbe anche provare a fare accordi specifici con operatori telefonici, così da offrire i suoi abbonamenti all’interno di appositi pacchetti acquistabili anche da chi non ha una carta di credito. Un’altra opzione, già sperimentata in altri paesi, prevede di creare appositi luoghi pubblici con connessioni particolarmente veloci, così da permettere agli utenti di andarci e scaricare contenuti da vedere poi a casa, anche senza internet.

Bloomberg cita infine previsioni, sempre fatte da Digital Tv Research, secondo le quali entro il 2025 Netflix potrebbe arrivare a circa 5 milioni di abbonati in tutta l’Africa.

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