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  • Giovedì 27 agosto 2020

Melania Trump è ancora un mistero

Quattro anni dopo non sappiamo molto di più di quello che sapevamo prima che diventasse la first lady: ma due libri in uscita provano a renderla più tridimensionale

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)

Uno dei discorsi più commentati della convention del Partito Repubblicano statunitense, in corso in questi giorni, è stato quello della moglie del presidente Donald Trump, la first lady Melania Trump. Al contrario della maggior parte degli altri oratori, Melania Trump ha citato le sofferenze causate dalla pandemia da coronavirus a centinaia di migliaia di famiglie, ha invitato gli americani a “mettersi nei panni degli altri” davanti alle proteste contro il razzismo, e più in generale ha offerto – seppure senza una grande interpretazione – un messaggio empatico molto diverso dai toni aggressivi degli altri oratori Repubblicani.

Non è la prima volta che Melania Trump sorprende giornalisti e osservatori. «Anche dopo quattro anni da first lady, Melania Trump rimane un enigma», titola un’opinione pubblicata ieri dal Washington Post. Due libri in uscita negli Stati Uniti potrebbero fornire qualche elemento in più per inquadrare meglio il rapporto fra Melania e suo marito e il suo mandato da first lady.

Il primo si intitola The Art of Her Deal – una citazione del titolo del libro più famoso pubblicato da Donald Trump – ed è stato scritto dalla rispettata giornalista del Washington Post Mary Jordan. È una biografia non ufficiale di Melania Trump, pubblicata parlando con decine di persone che la conoscono o ci hanno avuto a che fare fra collaboratori, amici, parenti e colleghi. Le anticipazioni pubblicate dai giornali offrono un quadro più sfaccettato rispetto alla fama che Trump si è costruita in questi anni, rafforzata peraltro da migliaia di meme e prese in giro sui social.

Melania Trump è nata in Slovenia nel 1970 come Melanija Knavs. Dopo una breve carriera da modella, ha iniziato a frequentare Donald Trump nel 1998, quando lui era ancora sposato con la sua seconda moglie Marla Maples. I due si sono sposati nel 2005. Poco più di un anno dopo è nato il loro unico figlio, Barron. Negli anni successivi Melania Trump si è dedicata soprattutto alla crescita di Barron e a qualche attività imprenditoriale: negli anni precedenti all’elezione di suo marito aveva lanciato una linea di gioielli e una serie di prodotti di bellezza.

Al contrario delle first lady che l’hanno preceduta, Melania Trump non aveva alcuna esperienza nel nuovo ruolo di moglie di un importantissimo politico. Nel primo anno del suo mandato pronunciò in tutto otto discorsi, contro i 74 di Michelle Obama. Nelle rare occasioni in cui si faceva vedere assieme a Trump parlava pochissimo, mentre i vari video in cui respingeva la mano di suo marito durante le occasioni pubbliche diventavano virali. Nel frattempo i giornali continuavano a pubblicare informazioni sulle relazioni extraconiugali di suo marito con la pornostar Stormy Daniels e l’ex modella Karen McDougal. Il suo volto apparentemente inespressivo catturato da alcune foto venne associato all’hashtag #FreeMelania, come se fosse quindi vittima del suo matrimonio.

Nel corso degli anni le sue uscite pubbliche si sono fatte appena più frequenti, e dal 2018 coordina una campagna chiamata Be Best per scoraggiare il cyberbullismo, che non è mai riuscita a scalare la lista delle priorità dell’amministrazione (forse anche per la scarsa credibilità di Trump stesso, che spesso sui social si comporta esattamente come un bullo).

Eppure, stando al libro di Jordan, Melania Trump ha sempre avuto una certa rilevanza nel circolo ristretto di Trump, tanto da discutere con lui di alcune importanti scelte politiche: per esempio la scelta di candidare Mike Pence alla carica di vicepresidente dopo un weekend passato insieme a lui e sua moglie Karen, oppure quella di abbandonare parzialmente le durissime norme imposte contro i figli dei migranti irregolari, che per alcuni mesi venivano sistematicamente sottratti ai loro genitori. Secondo Chris Christie, ex governatore del New Jersey e considerato una delle persone più vicine a Trump, molto spesso Melania Trump è la prima persona a cui suo marito telefona dopo un comizio, e con cui discute delle cose appena dette.

Ma dal libro di Jordan emerge anche una figura con un grado di autonomia superiore a quello visibile in superficie. Durante i primi mesi dell’amministrazione Trump, che passò a New York, Melania rinegoziò il suo contratto prematrimoniale per sistemare in maniera più definita la posizione sua e di suo figlio, facendo leva sul fatto che per la sua nuova immagine pubblica suo marito avesse disperatamente bisogno di una first lady. «Voleva mettere per iscritto che in quanto a opportunità finanziarie ed eredità, Barron sarà trattato alla pari degli altri figli di Trump», cioè Donald Jr, Eric, Ivanka e Tiffany, ha scritto Jordan.

Il libro di Jordan cita anche il fatto che Melania Trump abbia insegnato al figlio Barron a parlare in sloveno, una lingua che fuori della Slovenia non capisce praticamente nessuno, in modo da avere un canale di comunicazione con lui e i propri genitori (che si sono trasferiti alla Casa Bianca). Melania passa la maggior parte del suo tempo con la sua famiglia e i suoi collaboratori, con cui di recente ha anche rinnovato il Rose Garden, un giardino costruito da John F. Kennedy nel 1962 e usato dai presidenti per conferenze istituzionali o pasti di lavoro.

Un secondo libro in uscita in questi giorni ha aggiunto un altro strato di complessità al suo personaggio. Si intitola Melania and Me ed è scritto da una delle ex migliori amiche di Melania Trump, l’organizzatrice di eventi Stephanie Winston Wolkoff. Il libro contiene una storia del rapporto fra le due donne, interrotto bruscamente nel 2017 dopo le accuse di alcuni personaggi molto vicini ai Trump, che insinuarono che Winston Wolkoff avesse lucrato sulla cerimonia inaugurale dell’amministrazione Trump (di cui era stata la principale organizzatrice).

Il New York Magazine ha pubblicato un estratto piuttosto pruriginoso del libro di Winston Wolkoff, in cui fra le altre cose Melania Trump chiama sarcasticamente “principessa” Ivanka, la figlia maggiore di suo marito, e da cui emerge che una volta arrivata alla Casa Bianca, Melania Trump si è allontanata da molte persone che facevano parte della sua vita precedente – non è chiaro se per lealtà nei confronti di suo marito, oppure per adeguarsi al nuovo ruolo, oppure semplicemente per tagliare i ponti con il passato – finendo inevitabilmente per guadagnarsi l’immagine pubblica di una reclusa. Scrive la giornalista Olivia Nuzzi:

Una cosa che si nota scrivendo di Melania è quanto sia piccolo il suo mondo. Mentre suo marito mantiene rapporti con una vasta rete di amici, semiamici, confidenti, rivali, collaboratori e persone che ha licenziato e assunto e licenziato di nuovo, la first lady parla a poche persone e si fida di pochissimi.

È uno dei motivi per cui nonostante sia solita sbrigare i compiti tradizionali di una first lady che contribuiscono a dare un’immagine calda e femminile – visitare ospedali, abbracciare bambini malati – proietta una certa freddezza e impenetrabilità. […] Per umanizzare una figura pubblica che non ama la stampa, hai bisogno di qualcuno che la conosca: fonti che possano tracciare un quadro di una persona sotto la superficie. Ma la ristrettezza del circolo di Melania ha impedito che succedesse.

C’è la sua famiglia – suo figlio adolescente, i suoi genitori, sua sorella, che formano una bolla separata dalla famiglia Trump – e un ristretto gruppo di amici che frequentava a New York. Fate caso al modo in cui la stampa si è occupata di lei negli ultimi cinque anni: sono pochissime le persone che hanno raccontato cose su di lei o che ci hanno fatto capire con che tipo di persona abbiamo a che fare.