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  • Venerdì 31 luglio 2020

Alle ferrovie tedesche è stato chiesto di risarcire i superstiti dell’Olocausto

Per averli portati nei campi di concentramento nazisti a loro spese: lo chiede un cittadino olandese sopravvissuto al genocidio

Salo Muller, superstite dell'Olocausto, con Job Cohen e Roger van Boxtel della NS, la principale società di trasporto pubblico olandese, nel giugno 2019 (EPA/KOEN VAN WEEL)
Salo Muller, superstite dell'Olocausto, con Job Cohen e Roger van Boxtel della NS, la principale società di trasporto pubblico olandese, nel giugno 2019 (EPA/KOEN VAN WEEL)

Salo Muller, cittadino olandese, ebreo, che sopravvisse all’Olocausto, ha chiesto un risarcimento alle ferrovie tedesche per le famiglie dei morti e per i superstiti del nazismo che vennero deportati nei campi di concentramento coi treni organizzati dal regime durante la Seconda guerra mondiale.

Dopo la fine della guerra, la Germania iniziò a dare soldi a Israele e ai sopravvissuti ai campi di concentramento a titolo di indennità per quello che il regime nazista aveva fatto. Oggi Muller chiede che a queste persone venga rimborsato anche il prezzo del biglietto ferroviario, che spesso veniva fatto pagare a chi veniva deportato a bordo dei treni. Nel 2019, una commissione da lui chiesta era riuscita a ottenere che le ferrovie olandesi pagassero ai superstiti dei campi di concentramento diversi milioni di euro a titolo di risarcimento per i circa cento viaggi con cui avevano trasportato oltre 100mila olandesi di origine ebrea, sinti e rom verso diversi campi.

Muller è nato nel 1936 ad Amsterdam da una famiglia ebrea. Nel 1941 i suoi genitori vennero arrestati e portati prima nel campo di Westerbork, nei Paesi Bassi nord orientali, e in seguito ad Auschwitz, dove morirono; lui, invece, venne separato dai genitori, crebbe con un’altra famiglia in Frisia, nella zona nord occidentale dei Paesi Bassi, e diventò piuttosto noto come fisioterapista della squadra di calcio dell’Ajax.

Di recente, Muller ha inviato una lettera alla cancelliera tedesca Angela Merkel per chiedere che le ferrovie tedesche, di cui il governo tedesco è primo azionista, risarciscano circa 500 superstiti olandesi e 5.500 familiari di morti dell’Olocausto per i trasporti effettuati verso i campi di concentramento.

Spesso, ha detto Muller, agli ebrei veniva richiesto di pagare il costo del trasporto – che avveniva in condizioni squallide e disumane – sulle ferrovie tedesche. Gli adulti dovevano pagare 4 pfennig per ciascun chilometro percorso e i bambini sopra i 4 anni dovevano pagarne 2 (il pfennig era il centesimo della moneta tedesca usata allora); cifre che, ha stimato il Guardian, oggi equivarrebbero a circa 16 milioni di euro.

«Do la colpa alle ferrovie per aver trasportato consapevolmente gli ebrei verso i campi di concentramento, dove sono morti in un modo orribile», ha detto Muller al programma televisivo olandese Nieuwsuur, che ha aggiunto di ritenere la Germania «moralmente responsabile» degli olandesi deportati, che spesso vengono dimenticati.

– Leggi anche: La liberazione dei campi di concentramento

Non è la prima volta che Muller fa una richiesta simile. Su sua iniziativa, nel 2019 la NS, la società del trasporto pubblico olandese, mise in piedi una commissione per valutare se risarcire i sopravvissuti e le famiglie dei morti nei campi di concentramento. Sebbene le ferrovie olandesi non avessero la responsabilità diretta dei campi di sterminio, i Paesi Bassi avevano organizzato centinaia di treni per il trasporto di ebrei, sinti e rom olandesi nei campi di concentramento su ordine della Germania nazista.

La NS accettò di pagare un risarcimento di 15mila euro a ciascun superstite dell’Olocausto e di risarcire i familiari dei morti con un contributo dai 5mila ai 7.500 euro ciascuno, per un totale di diverse decine di milioni di euro. Fu un provvedimento analogo a quello che era stato preso in Francia nel 2014, quando la società delle ferrovie francesi aveva stabilito di pagare 49 milioni di euro a titolo di risarcimento per aver deportato circa 76mila prigionieri durante l’occupazione nazista.

– Leggi anche: La storia della liberazione di Auschwitz

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’allora Germania Ovest accettò la responsabilità dell’uccisione di circa sei milioni di ebrei da parte del regime nazista e, nel 1952, iniziò a pagare Israele a titolo di indennità per il genocidio degli ebrei. Nel 2013, la Germania stabilì di pagare ulteriori 800 milioni di euro ai superstiti dell’Olocausto perché trascorressero i loro ultimi anni di vita in maniera dignitosa. L’anno scorso, il governo tedesco aveva concesso che il contributo venisse esteso anche ai vedovi e alle vedove per nove mesi dopo la morte del sopravvissuto o della sopravvissuta.

In totale, il governo tedesco ha versato oltre 70 miliardi di euro sotto forma di pensione o aiuti economici a ebrei o famiglie di ebrei perseguitati dal regime nazista.

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