I 50 migliori film ora su RaiPlay

Una selezione più d'essai e meno da multisala, per chi è in cerca di qualcosa di diverso

(La voce della luna)
(La voce della luna)

Così come diverse altre piattaforme di streaming, anche RaiPlay ha un interessante catalogo di film di ogni tipo. La differenza è che RaiPlay, la piattaforma online della Rai, è totalmente gratuita: in molti casi si può anche guardare senza nemmeno doversi registrare. Dopo che l’avevamo fatta ad aprile, ecco quindi una nuova lista con i 50 migliori film al momento disponibili su RaiPlay: nel frattempo un quinto di quei film è stato tolto dal catalogo e molti altri ci sono invece arrivati. Come immaginabile, rispetto a Netflix o Amazon, RaiPlay ha un catalogo un po’ meno da domenica pomeriggio al multisala e un po’ più da cinema d’essai del lunedì sera. “Migliori”, ovviamente, vuol dire “migliori secondo noi”, tenendo conto di più fattori, senza voler fare classifiche e provando a variare quanto più possibile la lista.

A ciambra

Diretto da Jonas Carpignano, è il film che nel 2017 l’Italia scelse come suo candidato per l’Oscar al miglior film straniero. Ha come protagonista un adolescente che vive in una comunità rom vicino a Gioia Tauro, in Calabria. È stato fatto grazie al TorinoFilmLab, un bel progetto che forse non conoscete.

Babel

Uscì nel 2006, diretto da Alejandro González Iñárritu, che con questo film drammatico con Brad Pitt e Cate Blanchett concluse la sua “Trilogia sulla morte”, iniziata con Amores perros e proseguita con 21 grammi. È ambientato in Marocco e parla di una tragedia familiare dalle tante, gravi e complicate conseguenze.

Buongiorno, notte

Film del 2003 di Marco Bellocchio: è tratto dal libro Il prigioniero di Anna Laura Braghetti e parla del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, che nel film è interpretato da Roberto Herlitzka.

Dallas Buyers Club

Diretto da Jean-Marc Vallée e con protagonisti Matthew McConaughey e Jared Leto, entrambi candidati all’Oscar per la loro interpretazione. È ispirato alla storia vera di Ron Woodroof (McConaughey), un rude elettricista texano, razzista e omofobo, a cui viene diagnosticato l’HIV e che comincia a utilizzare farmaci sperimentali, prima corrompendo un infermiere dell’ospedale, dove incontra Rayon (Leto), una transessuale sieropositiva, e poi procurandosi da solo le medicine in Messico.

Divorzio all’italiana

Una commedia dei primi anni Sessanta premiata con l’Oscar per la miglior sceneggiatura. Ci sono Marcello Mastroianni, Daniela Rocca e Stefania Sandrelli. Il regista è Pietro Germi e il film ha molto a che fare anche con il “delitto d’onore”.

Fiore

Racconta la storia di Daphne, una ragazza detenuta in un carcere minorile per aver commesso una rapina e del suo incontro, in quel carcere, con Josh, un altro detenuto con cui comincia a comunicare attraverso le sbarre. Il regista è Claudio Giovannesi.

Francofonia

Un film non facile, descritto come ostico e meditativo, che parla di arte, vita e morte; e di cui RaiPlay parla così: «Tra i massacri e le rovine della Seconda Guerra Mondiale, l’alto funzionario dell’amministrazione francese Jacques Audiard collabora con il tedesco Franz Wolff-Metternich per proteggere il tesoro del Museo del Louvre. Sokurov racconta la loro storia, esplorando il rapporto tra arte e potere al culmine di uno dei conflitti più devastanti cui il mondo abbia mai assistito».

Gimme Danger

Diretto da di Jim Jarmusch, un documentario sugli Stooges e il loro frontman Iggy Pop.

Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo

Interpretati, nell’ordine, da Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi e Gino Cervi. E poi c’è anche Nino Manfredi. Uscì nel 1956.

I fidanzati

È ambientato negli anni Sessanta, gli anni in cui uscì, e parla di un operaio milanese che si trasferisce per lavoro in Sicilia e che, solo una volta arrivato, si rende conto di quanto gli manchi la fidanzata, con la quale prima di partire le cose non andavano particolarmente bene. Parla, quindi, sia della Sicilia vista da un milanese che di una storia d’amore. Una recensione del Giorno ne parlò come uno di quei film «che piacciono molto o quasi niente».

I soliti ignoti

Un’altra grande commedia italiana, che uscì nel 1958, diretta da Mario Monicelli e con, tra gli altri, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò e Claudia Cardinale. Parla di un gruppo di ladri improvvisati che si fa aiutare da un anziano scassinatore per rubare il contenuto di una cassaforte. È stato ripreso da tantissimi altri film di bande e di rapine ed è pieno di frasi e scene memorabili. Si ride per le battute, per certi eventi e certi personaggi, che si muovono però in un contesto spesso drammatico.

Il bidone

Lo diresse Federico Fellini nel 1955, dopo La strada e prima delle Notti di Cabiria. Oltre a Fellini, della sceneggiatura si occuparono gli scrittori Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano. È la storia di tre truffatori ed è, come scrisse un critico dopo averlo visto, «un film spietato, ma di profondo valore morale».

Il capitale umano

È uno dei dieci film (e uno dei due italiani) scelti dalla redazione del Post tra i film del decennio passato. Perché è davvero ben fatto, ma anche perché è stato il film italiano più significativo di cose che stavano accadendo al paese anche dove il paese era meno raccontato. «Avete scommesso sulla rovina di questo paese. E avete vinto».

Il club

Del cileno Pablo Larraín, parla di quattro sacerdoti che vivono in una casa isolata e che sono lì, sorvegliati da una donna, per provare a espiare i loro peccati. A un certo punto arriva un quinto uomo.

Il labirinto del fauno

Film del 2006 di Guillermo del Toro, ambientato nella Spagna di Francisco Franco. Cinematografo lo ha definito «un dramma favolistico e spaventoso, sospeso tra Goya e il fascismo spagnolo».

Il massacro di Fort Apache

Uscì nel 1948. Il regista è John Ford e fa parte della sua “trilogia della cavalleria”, insieme a I cavalieri del Nord Ovest e Rio Bravo (un titolo che ha tutta una storia dietro). Ci recitano, tra gli altri, John Wayne (proprio lui), Henry Fonda e Shirley Temple. È ambientato dopo la fine della Guerra civile e parla, semplificando un po’, della contrapposizione tra un soldato che vuole trattare con i nativi americani e uno che invece è molto più propenso a combattere. Il titolo spiega chi ha la meglio ed è ancora uno di quei film in cui non c’era questa grande cura nella rappresentazione degli “indiani” e del loro punto di vista.

Il falsario

Film del regista austriaco Stefan Ruzowitzky che racconta «la vera storia dell’Operazione Bernhard, ideata dai nazisti per mettere in ginocchio la Gran Bretagna».

It might get loud

Un documentario sulla chitarra elettrica, in cui a parlarne sono tre che se ne intendono.

Il sospetto

Film del 1941, quindi in bianco e nero, su una giovane ereditiera che «nutre dei dubbi sul consorte nullatenente». Il sospetto del titolo «è che l’uomo sia un assassino e voglia ucciderla per interesse». È di quel tale, Alfred Hitchcock, e lui e lei sono Cary Grant e Joan Fontaine.

King Kong

Uscì nel 1933, diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, e fu il primo di una lunga serie. Andò benissimo e la scena in cima all’Empire State Building la conoscono tutti. Nel 2002 Roger Ebert scrisse che, nonostante il film fosse oggettivamente lento e nemmeno molto ben recitato, aveva ancora «qualcosa di primordiale e senza tempo che, in qualche modo, continuava a funzionare».

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

Film del 2004 con Bruno Ganz che interpreta il dittatore tedesco Adolf Hitler, raccontato nei suoi ultimi giorni di vita, quelli trascorsi nel bunker sotterraneo mentre Berlino veniva conquistata dall’Armata Rossa. Ha una scena diventata un meme, ma merita di essere visto tutto, non come un meme.

La città proibita

È diretto da Zhang Yimou, e ambientato nella Cina del Decimo secolo. RaiPlay lo presenta così: «L’imperatore Ping della dinastia Tang decide di tornare inaspettatamente a palazzo per celebrare la festa dei crisantemi. A corte, però, i freddi rapporti con i figli e la giovane imperatrice denunciano un complotto politico imminente».

La duchessa

Dramma storico e sentimentale del 2008 con Keira Knightley e Ralph Fiennes. È tratto dalla storia di Georgiana Spencer, la quale, data in sposa a 17 anni al duca del Devonshire, si ritrovò in un matrimonio infelice e si dedicò alla moda e alla politica. Tra le altre cose, Georgiana Spencer è antenata di Diana Spencer.

La scala musicale

RaiPlay ha diversi film con Stanlio e Ollio, una delle coppie comiche più note della storia del cinema. Questo, piuttosto famoso, vinse l’Oscar per il miglior cortometraggio.

– Leggi anche: La storia di Stanlio e Ollio

La voce della luna

L’ultimo film di Federico Fellini, che uscì nel 1990 e che come protagonisti ha Paolo Villaggio e Roberto Benigni. È ambientato nella bassa Pianura Padana ed è pieno di strani e a loro modo affascinanti personaggi. Dire la trama in tre righe sarebbe troppo difficile, e neanche particolarmente utile, in realtà.

Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti

Un film con una trama molto strana, che MyMovies riassume così: «Zio Boonmee [un piccolo proprietario terriero thailandese], arrivato allo stadio terminale di una malattia ai reni, decide di andare a trascorrere i suoi ultimi giorni nella casa in campagna. Con lui alcuni membri della famiglia. All’improvviso però arrivano la moglie morta, sotto forma di fantasma, e il figlio creduto perduto, ormai diventato un uomo scimmia. Sperando di entrare in contatto con le sue vite passate, Boonmee si reca in una grotta nella quale compie un viaggio all’interno di sé stesso e in cui finalmente muore». L’ha diretto il regista thailandese Apichatpong Weerasethakul e nel 2010 vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes.

Le catene della colpa

Un celebre noir del 1947, per gli amanti del genere (o i coraggiosi curiosi). «Jeff Bailey gestisce una stazione di servizio e sogna una vita tranquilla con Ann, ma scopre» – scrive RaiPlay – «di non poter sfuggire al proprio passato di detective privato quando un ex datore di lavoro e la ex amante, moglie di quest’ultimo, lo irretiscono in una trappola fatale».

Le meraviglie

Diretto da Alice Rohrwacher, racconta la storia di Gelsomina, che «nella campagna umbra, vive tra le faccende familiari, le “meraviglie” promesse da una esotica conduttrice tv e la conoscenza di un ragazzo sulla strada del reinserimento per condanne penali».

Lo chiamavano Jeeg Robot

Insolito film italiano, con Claudio Santamaria a fare il supereroe e Luca Marinelli a fare l’antagonista. È il primo film di Gabriele Mainetti e, tra le tante altre cose, e dopo averlo visto potreste ritrovarvi a cantare per giorni “Un’emozione Da Poco” di Anna Oxa e “Ti stringerò” di Nada.

Le vite degli altri

Apprezzato film tedesco del 2006, che vinse il premio Oscar per il miglior film straniero e parla di Stasi, l’organo di spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca.

Non essere cattivo

Terzo e ultimo film di Claudio Caligari. Il primo, Amore tossico, uscì nel 1983; il secondo, L’odore della Notte, nel 1998. Questo uscì nel 2015, l’anno della morte di Caligari. Parla di droga e criminalità ed è ambientato nel 1995 a Ostia.

Oltre la notte

Film tedesco del 2017, diretto da Fatih Akın e con protagonista Diane Kruger. RaiPlay lo presenta così: «La vita di Katja crolla improvvisamente quando il marito Nuri e il figlio Rocco muoiono in un attentato dinamitardo. Gli amici e la famiglia cercano di darle il supporto di cui ha bisogno e Katja riesce ad andare avanti fino al giorno del funerale. Tuttavia, le lungaggini nella ricerca degli attentatori e le ragioni dietro la morte insensata dei suoi cari non rendono semplice il superamento del lutto, aprendo ferite e dubbi».

Papillon

Film del 1973 ispirato a una storia vera (leggetela dopo il film, nel caso) e con protagonisti Steve McQueen e un giovane Dustin Hoffman, che interpretano due criminali rinchiusi in un carcere su un’isola sperduta della Guiana Francese, negli anni Trenta. Il film racconta i loro disperati tentativi di evadere. La sceneggiatura è di Dalton Trumbo, famoso scrittore e sceneggiatore, la cui vita è a sua volta un film.

Pietà

Un film sudcoreano che non è Parasite. È del 2012, di Kim Ki-duk, e fu premiato con il Leone d’oro al Festival di Venezia. Parla di uno strozzino dai modi violenti e dalla discutibilissima etica che incontra una donna che dice di essere sua madre. Su Wired, Lorenza Negri ne ha parlato come di un film «sconvolgente e straziante» e Hollywood Reporter fece notare come in poco tempo passava dall’essere un film incredibilmente violento all’essere uno «studio psicologico» sui suoi personaggi. Il titolo, che è Pietà anche fuori dall’Italia, è un riferimento a quella di Michelangelo.

Quell’ultimo ponte

«Olanda, 1944. Per sfondare la linea Sigfrido, gli anglo-americani lanciano 35000 paracadutisti oltre le difese tedesche. Super cast in un classico bellico tratto dal best seller di Cornelius Ryan». Di Richard Attenborough. Con – preparatevi che è una gran bella lista – Sean Connery, Gene Hackman, Michael Caine, Elliott Gould, Laurence Olivier, James Caan, Anthony Hopkins e Liv Ullmann, tra gli altri.

Ribelle – The Brave

Non il più famoso o il più apprezzato tra i film della Pixar, ma comunque un buon film, secondo diversi critici. La protagonista si chiama Merida ed è una principessa scozzese del Quinto secolo, esperta nel tiro con l’arco e con una folta chioma rossa. Non avendo alcuna intenzione di sposarsi, decide di partecipare alle gare tra i primogeniti delle famiglie nobili per poter vincere sugli altri concorrenti e decidere lei stessa del suo futuro. Non è detto che piaccia agli adulti.

Rush

È il film di Ron Howard che racconta la rivalità tra James Hunt e Niki Lauda, il pilota austriaco morto un anno fa a 70 anni. Rush mostra con accuratezza il rapporto tra i due piloti e le loro vicende fuori dai circuiti, e descrive anche efficacemente com’era la Formula 1 quarant’anni fa, quando ogni pilota metteva in conto di non arrivare vivo alla fine di una stagione.

S is for Stanley

Un documentario del 2016 di Alex Infascelli, che racconta, spiega RaiPlay, «la storia di Emilio D’Alessandro, autista personale di Stanley Kubrick. Un’amicizia che ha attraversato trent’anni di vita, costruito quattro capolavori della storia del cinema e unito due persone, apparentemente opposte che hanno trovato lontano da casa il proprio compagno di viaggio ideale».

Santiago, Italia

Di Nanni Moretti, un documentario su come l’ambasciata italiana a Santiago del Cile diede rifugio agli oppositori del dittatore Augusto Pinochet.

Sacco e Vanzetti

Del 1971, di Giuliano Montaldo. Con  Gian Maria Volonté che fa Bartolomeo Vanzetti e Riccardo Cucciolla che fa Nicola Sacco, i due anarchici al centro di una famosa e drammatica vicenda nell’America degli anni Venti.

Siamo uomini o caporali

Uscì nel 1955 ed è un film in cui il personaggio di Totò racconta a un medico vari episodi in cui, nella sua vita, è stato vittima di “caporali”. In ogni episodio, i caporali sono interpretati da Paolo Stoppa. Prima dei vari episodi, c’è questo discorso:

L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera.

Sicario

Film del 2015 diretto da Denis Villeneuve e interpretato da Emily Blunt e Benicio del Toro. Ha per protagonista un agente dell’FBI che prende parte a un’operazione per contrastare il narcotraffico al confine tra Stati Uniti e Messico; nel corso del film farà fatica a capire chi è “buono” e chi “cattivo”.

Suburbicon

Diretto da George Clooney ma scritto dai fratelli Joel ed Ethan Coen (e si vede, vedendolo). Ci recitano Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac ed è ambientato a fine anni Cinquanta in una città apparentemente tranquillissima, un po’ alla The Truman Show. Solo che la calma dura poco, e da un evento scatenante si generano una serie di imprevedibili, drammatiche e rocambolesche conseguenze.

Suspiria

Celebre horror di Dario Argento. Molto horror. La protagonista è una ballerina di danza classica dell’Accademia di Friburgo, in Germania, dove succedono cose alquanto strane.

The Hateful Eight

Il film di Quentin Tarantino dopo Django Unchained e prima di C’era una volta…a Hollywood. Un western nevoso e molto molto parlato. Lo avete letto, l’altro suo finale?

The Wolf of Wall Street

Uno dei dieci film degli ultimi dieci anni, secondo il Post. Per quello di cui parla e per come lo fa (che alla fine è quello per cui piace o non piace quasi ogni film) e perché il regista è Martin Scorsese e il protagonista Leonardo DiCaprio, due a cui in genere viene bene, quella cosa di fare film.

The Woman Who Left

Dura quasi quattro ore, è in bianco e nero e ha lunghe inquadrature fisse. Per quelli che non sono scappati, ne parlammo qui.

Timbuktu

Film franco-mauritano del 2014, che RaiPlay presenta così: «Non lontano da Timbuktu, ora governata dai fondamentalisti islamici, Kidane vive pacificamente tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore 12enne Issan. In città, la gente soffre impotente per il regime di terrore imposto dai jihadisti, determinati a controllare la loro fede».

Ultimo tango a Parigi

Film di Bernardo Bertolucci con Marlon Brando e Maria Schneider, che racconta di una relazione sessuale tra i due protagonisti. Quando uscì, suscitò un grande scandalo internazionale per i contenuti estremamente espliciti: in Italia fu sequestrato per «esasperato pansessualismo fine a se stesso». La Corte di Cassazione confermò la decisione e Bertolucci venne privato dei diritti civili per cinque anni, per offesa al comune senso del pudore. Tutto questo contribuì al successo del film, che entrò così nella cultura popolare di quegli anni. Molti anni dopo, Ultimo Tango a Parigi finì al centro di un’altra discussione quando Schneider nel 2007 disse di essere stata quasi violentata durante la scena più famosa – che la mostrava costretta a subire un rapporto anale – e di aver dovuto affrontare diverse conseguenze a causa dell’umiliazione subita.

Veloce come il vento

Diretto da Matteo Rovere, è un film sportivo e d’azione sulle corse automobilistiche, ambientato in Emilia-Romagna e con protagonisti Matilda De Angelis e Stefano Accorsi.