I nomi più belli dei quartieri di Roma

Da Saxa Rubra a Grottaperfetta, da Fonte Meravigliosa a Dragona fino all’Infernetto, le storie dietro l’imbattibile toponomastica della capitale

Per i cittadini romani la toponomastica locale è nota: dato che la incontrano spesso, per loro probabilmente ha poco di straordinario. Chi invece non è avvezzo ai nomi dei quartieri e delle varie zone della capitale, ne trova di interessanti e bizzarri: a volte sono nomi latineggianti quando non proprio latini (Saxa Rubra vi dice qualcosa?), anche se molti di quelli più singolari non hanno niente a che fare con la storia antica. Qui abbiamo messo insieme una lista parziale di nomi con quello che si sa della loro storia: alcuni appartengono a veri e propri quartieri, altri sono zone più circoscritte, altri ancora sono antichi rioni.

Garbatella
Rigorosamente preceduto dall’articolo femminile, il nome di questo quartiere non ha un’origine certa: deriva forse dal fatto che nella zona era coltivata la vite in un modo che era definito “a barbata”. Secondo un’altra ipotesi al limite del leggendario il nome deriverebbe dalla proprietaria di un’osteria, soprannominata “Garbata”, ma non si hanno notizie certe neanche sul suo vero nome.

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Piazza Giovanni de Triora (Flickr)

Grottaperfetta
Nonostante quello che suggerisce, il nome di questa zona di Roma non ha nulla a che fare con la perfezione di una grotta: è probabilmente una corruzione del latino horti praefecti, che significa “i giardini del prefetto”. Una delle ipotesi è che in questa zona – che si trova nel quadrante sud della città – ci fossero delle tenute che spettassero a chi ricopriva quella carica.

All’interno di Grottaperfetta, peraltro, c’è una zona di dimensioni più ridotte con un altro nome che vale la pena citare, Roma 70. Inizialmente era un comprensorio di palazzi costruito a partire all’inizio degli anni Settanta da una cooperativa che si chiamava appunto Ente Cooperativo Roma ’70, mentre adesso con questo nome ci si riferisce a una zona più estesa, a sud del parco di Forte Ardeatino.

Torpignattara
È un famoso quartiere popolare a est del centro e la storia del suo nome è legata al mausoleo di Elena, la madre dell’imperatore Costantino (quello che rese cristiano l’impero, per intenderci). Il mausoleo – i cui resti sono ancora oggi visibili non lontano dalla via Casilina – aveva delle anfore nella parte superiore, per alleggerire la forma della struttura, anfore che venivano chiamate “pignatte”. Con il passare dei secoli il mausoleo venne chiamato Torre delle Pignatte e il quartiere attorno prese il nome di Torpignattara.

Il mausoleo di Elena (Google Maps)

Prati Fiscali e Monte Sacro
Prati Fiscali non è un quartiere di Roma, ma era una tenuta che si estendeva a nord dell’Aniene, l’affluente del Tevere: questo nome singolare è attestato già in documenti precedenti all’anno Mille, con il nome di “Filiscari” o “Flescari”, il cui significato è però difficile da ricostruire. In ogni caso, il nome della tenuta è poi rimasto in una via che ora fa parte del quartiere delle Valli, costruito nel dopoguerra (a cui ci si riferisce anche con il nome di Conca d’Oro).
Dal punto di vista amministrativo queste zone fanno parte di un’area più grande, il Quartiere XVI Monte Sacro, nella periferia nordorientale di Roma. Il nome di questo quartiere deriva da una collinetta definita appunto sacer mons già nell’antica Roma: sembra che l’aggettivo sacro sia dovuto al fatto che sul monte fosse consacrato a Giove un monumento, per celebrare gli accordi presi tra patrizi e plebei dopo la secessione di questi ultimi proprio sul Monte Sacro, nel 493 a.C.

 

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Fonte Meravigliosa
La storia del nome di questa zona residenziale – a pochi chilometri dall’EUR e da Grottaperfetta – è legata a quello della cooperativa che la costruì, il consorzio La Fonte Meravigliosa: il nome deriverebbe dalla sorgente che si trova poco distante, dove c’è la Torre della Cecchignola costruita dalla famiglia aristocratica Torlonia. L’acqua di questa sorgente alimenta ancora oggi il laghetto dell’EUR.

Piazza Bernardo Zamagna (Wikimedia Commons)

Centocelle
L’origine del nome di questo quartiere nel quadrante est della capitale è incerta: viene dal latino centum cellae, che può significare “cento stanze” o più genericamente “cento ambienti”. Alcune fonti, tra cui la pagina di Wikipedia dedicata, fanno risalire il nome a un’antica caserma militare con diverse stanze per ospitare i soldati, ma altre fonti più accreditate ipotizzano che con cellae ci si riferisse agli archi dell’acquedotto Alessandrino.

 

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Infernetto
Le ipotesi sulla provenienza del nome di questa zona all’estrema periferia sud-ovest, verso Ostia, sono diverse, ma la più citata è anche la più affascinante: Infernetto significherebbe proprio “piccolo inferno”, poiché in passato nella zona c’erano diverse aziende produttrici di carbone che lavorando sprigionavano fumo e fiamme visibili anche a distanza; altre ipotesi fanno risalire il nome al farnetto, un albero di cui la zona era ricca.

Il Castello Chigi nella tenuta di Castel Fusano, tra il mare e l’Infernetto (Facebook)

Saxa Rubra
Il significato del nome di questa frazione all’estrema periferia settentrionale di Roma è chiaro a chi conosce il latino: saxa rubra significa “sassi rossi” e si riferisce al tufo tendente al rossastro presente nel terreno della zona, che dà il nome anche al quartiere circostante, Grottarossa.

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Gli studi Rai a Saxa Rubra (Wikimedia Commons)

Ponte Mammolo
Non ci sono dubbi sull’origine del nome di questo quartiere nell’estrema periferia nord-orientale: pons mammeus era il nome di un ponte sull’Aniene, i cui resti sono ancora visibili. Del perché il ponte si chiamasse così, però, non si hanno notizie certe: probabilmente era intitolato alla madre dell’imperatore Alessandro Severo, Giulia Mamea. Altre ipotesi suggeriscono che mammeus sia una distorsione di marmoreus, che indicava il travertino di cui il ponte era rivestito.
Il ponte Mammolo attuale fu costruito nel 1871, dopo che il vecchio era stato demolito nel 1849 dai francesi durante la breve parentesi della Repubblica romana.

 

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Regola
Per buona parte della storia di Roma, i rioni sono stati un tratto fondamentale dell’identità cittadina. Oggi si è un po’ perso l’uso dei nomi dei rioni storici, che finiscono inevitabilmente sotto la grande categoria del “centro”, ma una volta l’appartenenza ai vari rioni era molto sentita e c’era persino rivalità tra i rispettivi abitanti. Ancora oggi, dal punto di vista amministrativo, la capitale si divide in 22 rioni, quasi tutti all’interno delle mura aureliane, e 35 quartieri, che si trovano invece al di fuori.
Il rione della Regola, che si estende in lunghezza a ridosso del Tevere, non ha nulla a che fare con la Regola benedettina o con quella di san Francesco: il suo nome deriva da arenula che in latino significa “sabbia” (il nome è rimasto anche in due strade della zona). Il riferimento è al terreno portato dal Tevere, che restava nelle strade ogni volta che il fiume si ritirava dopo un’esondazione.

 

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Dragona
Il nome di questa borgata che si trova tra Acilia e Ostia Antica ha un’origine piuttosto certa: la zona venne chiamata Colonia Draconis già da papa Gregorio IV nel nono secolo d.C., a causa della massiccia presenza di serpenti nelle distese boscose locali. Sembra che questi serpenti fossero addirittura più grandi dei comuni rettili della campagna romana, cioè il saettone e il biacco.

Quadraro
Il nome di questa borgata di Roma, che fa parte del più ampio quartiere Tuscolano nel quadrante sudorientale della città, ha un’origine incerta. Più fonti riportano però il fatto che Quadraro possa essere la corruzione di Guatralis, che sarebbe il nome di un uomo a cui era stata data in concessione una vasta tenuta agricola nell’area dove si trova oggi il Quadraro.
Durante la Seconda guerra mondiale il Quadraro fu una roccaforte della Resistenza, al punto che aveva la fama di essere l’unico posto dove si poteva stare al sicuro dai nazisti, dopo il Vaticano. In questa zona, nell’aprile del 1944, vennero catturate e deportate in Germania quasi mille persone in quello che rimase famoso come “rastrellamento del Quadraro”.

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Il Quadraro negli ultimi anni ha acquisito una certa fama per le sue numerose opere di street art: questo è “Baby Hulk” di Ron English, dipinto nel 2013 (Flickr)

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