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  • Martedì 5 maggio 2020

Israele sta riaprendo più di altri

Da giovedì gli israeliani potranno uscire di casa senza limitazioni e saranno permessi assembramenti fino a 20 persone, oltre che matrimoni e funerali

Benjamin Netanyahu (Gali Tibbon/Pool via AP, File)
Benjamin Netanyahu (Gali Tibbon/Pool via AP, File)

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato lunedì il piano del governo sull’allentamento delle restrizioni introdotte per limitare la diffusione del coronavirus. Il piano presentato da Netanyahu, che entrerà in vigore giovedì, è piuttosto ambizioso e prevede riaperture più estese e rapide di quelle di molti altri paesi del mondo che sono entrati nella cosiddetta “fase due”. Tra le altre cose, Netanyahu ha detto che da giovedì gli israeliani potranno uscire dalle proprie case senza limitazioni, quindi andando anche oltre la distanza dei 100 metri introdotta lo scorso 25 marzo. Potranno inoltre partecipare a matrimoni e funerali, anche se con qualche limitazione.

Israele non è stato particolarmente colpito dall’epidemia da coronavirus: finora ha registrato 16.237 casi accertati di COVID-19 e 234 morti.

Il governo guidato da Netanyahu nelle ultime settimane aveva introdotto severe misure restrittive per limitare il contagio e ha fatto molto affidamento sui servizi di intelligence – sia il Mossad che lo Shin Bet, rispettivamente servizi segreti per l’estero e per l’interno – per recuperare materiale medico dall’estero e realizzare il cosiddetto “contact tracing”, cioè il tracciamento dei contatti. Stando al calo significativo dei contagi e dei morti dell’ultimo mese, sembra che le misure restrittive abbiano funzionato.

Da giovedì, ha detto Netanyahu, potranno riaprire mercati e centri commerciali e saranno permessi assembramenti fino a 20 persone in spazi aperti. Sarà permessa anche la celebrazione di matrimoni e funerali, ma solo con un massimo di 50 persone, e senza contatti fisici. Il governo israeliano ha annunciato inoltre la riapertura di diversi gradi di scuola: il 10 maggio riapriranno gli asili nido, mentre il resto del sistema educativo e delle attività universitarie riprenderà a metà giugno. Le persone potranno uscire quando vogliono e per fare quello che vogliono, nel rispetto di queste limitazioni.

Netanyahu ha avvertito però che le misure restrittive potrebbero essere reintrodotte se dovessero realizzarsi alcune condizioni: per esempio se dovessero esserci più di 100 nuovi casi al giorno non provenienti da aree già oggi particolarmente colpite, come alcuni quartieri di Gerusalemme, o se il numero di malati gravi di COVID-19 ricoverati in ospedale dovessero raggiungere i 250 (oggi sono 90). Se invece le cose dovessero andare bene, quindi se non si registrasse un aumento improvviso di nuovi casi, nel giro di due settimane il governo potrebbe permettere assembramenti fino a 50 persone, e a metà giugno potrebbe rimuovere tutte le restrizioni ancora in vigore.

Nonostante il piano di ripartenza annunciato da Israele sia più esteso e rapido di quello di altri paesi del mondo, anche Netanyahu ha detto che le riaperture saranno graduali e che si decideranno eventuali passi indietro strada facendo, a seconda di come evolverà la situazione nelle prossime settimane.