L’Australia obbligherà Google e Facebook a pagare per le notizie che mostrano

I giornali dovranno ricevere una parte dei guadagni pubblicitari che le grandi piattaforme ottengono con contenuti prodotti da altri

(AP)
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Josh Frydenberg, ministro del Tesoro australiano, ha annunciato che il governo ha ordinato all’ente che si occupa della vigilanza sulla concorrenza del paese – ACCC – di produrre entro luglio un codice di condotta che obblighi piattaforme come Google e Facebook a pagare gli editori per i contenuti che prendono dai siti di notizie. «È semplicemente una cosa giusta che chi genera contenuti venga pagato», ha detto Frydenberg.

L’ACCC stava già lavorando a un codice di regolamentazione che prevedeva la remunerazione dei siti di news su base volontaria, ma aveva espresso al governo australiano forti dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo tra le parti. Era previsto che i negoziati con Facebook, Google e gli editori continuassero fino a novembre, ma la crisi generata dalla pandemia da coronavirus ha convinto il governo a chiedere all’ACCC di preparare un nuovo codice, con misure obbligatorie.

La crisi economica provocata dall’epidemia ha infatti avuto effetti diretti anche sulle entrate di giornali e televisioni di tutto il mondo, che in gran parte si sostengono con la pubblicità.

La bozza del codice a cui stava lavorando l’ACCC prevedeva che Google e Facebook si accordassero con gli editori su quanto pagare per i contenuti presi dai siti di news, che favorissero i contenuti originali nelle pagine di ricerca e che avvisassero gli editori in anticipo in caso di modifiche degli algoritmi che stabiliscono l’ordine con cui gli utenti vedono le notizie.

Il nuovo codice dovrebbe contenere le stesse raccomandazioni contenute nella bozza, ma prevederà che Google e Facebook siano obbligate a pagare per i contenuti che utilizzano. Il codice, riporta ABC Australia, prevederà anche delle sanzioni e un procedimento per risolvere le controversie tra Google, Facebook e gli editori.

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Il piano a cui si stava lavorando era frutto di un’inchiesta del 2019 della ACCC sul ruolo svolto da piattaforme e social network in Australia, che aveva rilevato come Google e Facebook ottenessero la maggior parte dei profitti dalla pubblicità online, nonostante molti dei contenuti che pubblicavano provenissero da siti di notizie.

È un tema su cui si discute da molti anni, in tutto il mondo. Google, Facebook e altre grandi piattaforme (come Twitter) guadagnano tra le altre cose con la pubblicità che viene mostrata sulle loro pagine, anche quando le pagine includono contenuti prodotti dai siti di news. Secondo molti editori, però, i giornali che producono le notizie dovrebbero ottenere parti dei ricavi che quelle notizie generano per Google e Facebook. A inizio aprile, per esempio, l’Antitrust francese aveva ordinato a Google di pagare gli editori per le anteprime delle notizie pubblicate sulle sue pagine.

Paul Fletcher, ministro australiano per la Comunicazione, ha spiegato la necessità di un codice in questo momento dicendo che «a causa della COVID-19 i media stanno affrontando una pressione finanziaria che ha portato a una forte flessione delle entrate pubblicitarie in tutto il settore. Le piattaforme digitali devono fare di più per migliorare la trasparenza delle loro operazioni nei confronti dei media, poiché hanno un impatto significativo sulla capacità dei media di costruire e mantenere un pubblico e di ottenere risorse dai contenuti che producono». ABC scrive che una prima bozza del nuovo codice sarà presentata entro luglio.

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