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  • Martedì 18 febbraio 2020

Come Google Maps mostra i confini dei territori contestati

Con versioni diverse a seconda del paese da cui si accede al servizio: succede per esempio con il Kashmir indiano e la Crimea

I confini del Kashmir mostrati su Google Maps agli utenti indiani (a sinitra) e pakistani (a destra)
I confini del Kashmir mostrati su Google Maps agli utenti indiani (a sinitra) e pakistani (a destra)

Google Maps è un servizio usato ogni giorno da milioni di persone per cercare mappe e informazioni geografiche di vario tipo e, in un certo senso, ha preso il posto dei vecchi atlanti per chi vuole farsi un’idea di come sia fatto il mondo. Come diversi servizi di Google, però, anche Google Maps non mostra le stesse cose a tutti gli utenti dei diversi paesi del mondo: è una scelta che può diventare un problema, soprattutto per quanto riguarda temi particolarmente divisivi come quello dei confini.

Sulla questione dei diversi confini mostrati da Google Maps se n’è scritto parecchio negli ultimi anni, e di recente ne ha parlato anche il Washington Post.

Il Washington Post, per esempio, ha mostrato come agli utenti di India e Pakistan vengano mostrate mappe diverse sulla regione del Kashmir indiano. Il Kashmir indiano (il cui nome formale è Jammu e Kashmir) è uno stato indiano a maggioranza musulmana che si trova al confine con il Pakistan, ed è oggetto di un’antica disputa territoriale tra i due paesi. Sia India che Pakistan ne rivendicano la sovranità, e fino allo scorso agosto lo stato aveva goduto di uno “status speciale”, che era stabilito nella Costituzione indiana e che dava molta autonomia al governo locale.

Proprio a causa del fatto che si tratta di un territorio contestato tra due paesi, Google mostra mappe diverse a seconda del paese da cui si collega l’utente.

Succede così che chi visita Google Maps dal Pakistan veda i confini del territorio del Kashmir segnati da una linea tratteggiata, poco più scura delle linee tratteggiate che delimitano le regioni all’interno degli stati; gli utenti che utilizzano il servizio dall’India vedono invece il confine segnato da una linea continua, che indica l’inclusione completa del territorio all’interno dei confini indiani.

Non è la prima volta che succede una cosa del genere e già anni fa aveva fatto molto discutere la decisione di Google di mostrare due confini diversi per la penisola della Crimea agli utenti ucraini e russi.

La penisola, che nel 2014 fu occupata e annessa dalla Russia, viene infatti mostrata agli utenti ucraini delimitata da una linea tratteggiata, a rimarcare la disputa che è ancora in corso. Agli utenti che accedono a Google Maps dalla Russia, invece, la Crimea viene mostrata divisa dall’Ucraina da una linea continua, di fatto come se fosse un territorio separato.

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Quelli del Kashmir e della Crimea non sono gli unici esempi di territori contestati che vengono mostrati da Google Maps in modo differente a seconda del luogo da cui ci si connette.

Gli utenti marocchini, per esempio, cercando una mappa del proprio paese, troveranno una nazione intera, mentre quelli che si connettono da altri paesi vedranno una linea tratteggiata che divide la parte settentrionale del paese dal Sahara Occidentale, una regione di 266 mila chilometri quadrati che si trova a sud e che confina principalmente con la Mauritania.

Il Sahara Occidentale è il più grande territorio non autonomo del mondo riconosciuto dalle Nazioni Unite, ed è conteso da anni sia dal Marocco che dal Fronte Polisario (abbreviazione di Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro), un’organizzazione militare e politica che rappresenta il popolo Sahrawi, l’insieme dei gruppi tribali locali che reclamano la sua indipendenza.

Ci sono poi altri casi in cui le differenze mostrate in Google Maps non riguardano tanto i confini, quanto il nome assegnato a determinati territori.

Le Isole Falkland, territorio d’oltremare britannico che nel 1982 fu oggetto di una guerra tra Argentina e Regno Unito, vinta dai britannici, sono mostrate agli utenti argentini anche con il nome spagnolo di Islas Malvinas; agli utenti che si connettono dal Regno Unito questo nome non appare.

Un’altra disputa riguarda il Mare del Giappone, il nome con cui è conosciuto in tutto il mondo il mare su cui si affacciano Giappone, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia. Da tempo c’è una discussione attorno a come chiamare questo mare, con la Corea del Sud che sostiene che il nome più giusto da usare sia Mare Orientale, cioè il nome con cui era conosciuto fino all’inizio del dominio giapponese sulla Corea, nel 1910. Così agli utenti che utilizzano Google Maps dalla Corea del Sud il mare non appare con il nome Mare del Giappone, bensì come Mare Orientale.

Google ha spiegato che nel decidere quali nomi adottare si consulta con il Gruppo di Esperti delle Nazioni Unite in materia di Nomi Geografici (GENUNG), mentre per quanto riguarda i confini segue le legislazioni locali.

«Il nostro obiettivo è fornire una mappa il più accurata e completa possibile, sulla base dell’evidenza», ha detto Ethan Russell, direttore del product management di Google. «Restiamo neutrali sulle questioni che riguardano le regioni contestate e i confini, e facciamo ogni sforzo possibile per mostrare oggettivamente sulle mappe queste controversie, utilizzando una linea grigia tratteggiata. Nei paesi in cui disponiamo di versioni locali di Google Maps, seguiamo la legislazione locale quando mostriamo nomi e confini».

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