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  • Lunedì 3 febbraio 2020

Le novità sul coronavirus

I casi di contagio sono più di 17mila in tutto il mondo, mentre in Cina il numero dei morti ha superato quello registrato ai tempi della SARS

(Kyodo via AP Images)
(Kyodo via AP Images)

Le persone contagiate dal nuovo coronavirus (2019-nCoV) sono diventate più di 17mila in tutto il mondo, mentre il numero dei morti è salito a 362. Se si considera solo la Cina, il nuovo coronavirus ha provocato più morti della SARS, tra il 2002 e il 2003: allora furono 349 (774 in tutto il mondo), oggi sono 361 (finora solo una persona è morta fuori dal territorio cinese).

Nel frattempo il virus, che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza sanitaria globale, ha infettato almeno 150 persone in 23 paesi al di fuori della Cina.

Il paese con il maggior numero dei contagi è il Giappone (20), seguito da Thailandia (19) e Singapore (18). Negli Stati Uniti sono stati registrati 11 casi mentre in Europa ci sono state infezioni in Germania (10), Francia (6), Italia, Regno Unito (2), Svezia, Spagna e Finlandia (1): qui c’è un elenco aggiornato con tutti i casi di contagio paese per paese.

A Hong Kong, dove ci sono 15 casi di contagio confermati, circa 9mila medici hanno indetto uno sciopero per protestare contro la decisione delle autorità cinesi di non chiudere tutte le frontiere con l’entroterra, come chiesto dalle organizzazioni sindacali.

– Leggi anche: Perché non c’è un vaccino contro il nuovo coronavirus?

In Italia i casi confermati sono due: sono due turisti cinesi, marito e moglie, provenienti da Wuhan e attualmente sono ricoverati in isolamento all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma. Da venerdì l’Italia ha anche sospeso tutti i voli da e per la Cina.

Nel resto del mondo molti paesi hanno imposto diverse restrizioni agli spostamenti da e verso l’entroterra cinese, ma in Europa solo l’Italia ha bloccato del tutto i collegamenti aerei con la Cina. Tra i paesi ad aver preso misure di diverso tipo per chi arriva dalla Cina ci sono Stati Uniti, Australia, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Israele, Russia, Nepal, Oman, Arabia Saudita, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea. In alcuni casi sono state le singole compagnie aeree a decidere di sospendere i collegamenti con la Cina, tra cui  British Airways, Air France, Air Canada, Lufthansa, American Airlines, Delta e United Airlines.

Intanto in Cina sono state messe in quarantena nuove città, dove è stato deciso di applicare rigide restrizioni sugli spostamenti delle persone.

Huanggang, la seconda città più colpita della Cina dopo Wuhan, ha vietato ai suoi abitanti di uscire di casa: solo una persona per famiglia può andare a comprare cibo e altri beni di prima necessità. Una misura simile è stata annunciata anche a Wenzhou, una città nella vicina provincia di Zhejiang.

Da lunedì, inoltre, sarà operativo l’ospedale di Huoshenshan a Wuhan, una delle due strutture costruite apposta per ospitare i pazienti affetti da coronavirus. L’ospedale è stato costruito con elementi prefabbricati in un’area dove sarebbe dovuto sorgere un centro vacanze per i lavoratori della regione, nei pressi di un piccolo lago. Il nuovo ospedale avrà 1.000 posti letto e occuperà un’area di 25mila metri quadrati.

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Intanto continuano i rimpatri dei cittadini stranieri che si trovano bloccati a Wuhan, la città in cui è cominciata la diffusione del virus.

Lunedì mattina sono arrivati in Italia i primi cittadini italiani. In tutto gli italiani che si trovavano a Wuhan erano 67, ma ne sono stati rimpatriati solo 56: dieci hanno infatti deciso volontariamente di restare in Cina, mentre uno non è stato fatto imbarcare perché aveva la febbre. Sono arrivati alle 10 all’aeroporto militare di Pratica di Mare, dove verranno sottoposti da subito ad alcuni controlli medici e poi saranno trasferiti nella cittadella militare della Cecchignola, quartiere alla periferia sud di Roma, dove rimarranno in quarantena per due settimane all’interno del Centro olimpico dell’esercito.