Di Maio si è dimesso da capo del M5S

Ora è ufficiale, ma se ne parlava da diverse ore ed era nell'aria da giorni

(Roberto Monaldo / LaPresse)
(Roberto Monaldo / LaPresse)

Luigi Di Maio ha ufficializzato le sue dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle, dopo che la notizia era stata data – e non smentita – ieri sera da alcuni giornali, e dopo che la decisione era stata comunicata in mattina ai ministri del Movimento. Di Maio continuerà a essere ministro degli Esteri del secondo governo guidato da Giuseppe Conte.

Di Maio ha comunicato ufficialmente la sua decisione durante un incontro il cui scopo era presentare i cosiddetti “facilitatori” regionali, i nuovi segretari locali del M5S, introdotti dalla sua ultima riforma della struttura interna del partito. All’inizio del suo discorso, Di Maio ha detto: «Ora posso dire di aver portato a termine il mio compito». Ha poi detto che vuole che il governo vada avanti fino alla fine della legislatura e che è in quel momento che il M5S dovrà essere giudicato. Ha inoltre aggiunto: «Mi fido di chi verrà dopo di me». «È sicuramente la fine di una fase», ha detto Di Maio, «ma non del mio percorso all’interno del M5S». Le funzioni di Di Maio passeranno, come previsto dal regolamento del Movimento, a Vito Crimi, membro anziano del Comitato di garanzia, organo di controllo del Movimento 5 Stelle introdotto due anni fa insieme al nuovo statuto del partito.

Luigi Di Maio con Vito Crimi, alla conferenza stampa in cui ha annunciato le dimissioni
(Roberto Monaldo / LaPresse)

Delle possibili dimissioni di Di  Maio si parlava da diverse settimane, visto che il Movimento arriva da diverse sconfitte elettorali e il suo gruppo parlamentare sta avendo continue defezioni. La sua leadership nel partito era apertamente contestata da tempo ed erano in molti a chiedere una separazione tra il suo incarico ministeriale e quello di capo politico. Le dimissioni sono arrivate pochi giorni prima delle elezioni regionali di Calabria ed Emilia-Romagna, in cui si prevede che il Movimento subirà dure sconfitte. A marzo dovrebbero invece tenersi i cosiddetti “Stati Generali” del Movimento 5 Stelle, durante i quali si deciderà definitivamente la guida politica che sostituirà Luigi Di Maio.

Di Maio ha 33 anni, è nato ad Avellino, è giornalista pubblicista e fa parte del Movimento dal 2007. Nel 2010 si era candidato come consigliere comunale del suo comune, senza riuscire ad essere eletto. È in parlamento dal 2013 (questa è la sua seconda legislatura) ed era stato eletto leader del Movimento 5 Stelle nel settembre del 2017, dopo un voto online sulla piattaforma Rousseau, in cui i suoi unici avversari erano un gruppo di iscritti semi-sconosciuti, visto che nessuno dei leader del partito aveva accettato di candidarsi contro di lui. Pochi mesi dopo, nel dicembre 2017, un nuovo Statuto del M5S aveva istituito la carica di capo politico, che Di Maio ricopriva da allora. Oltre che deputato, negli anni Di Maio è stato vicepresidente della Camera, ministro del Lavoro, ministro dello Sviluppo economico e vicepresidente del Consiglio (insieme a Matteo Salvini).

Di Maio ha guidato il Movimento negli ultimi mesi della campagna elettorale prima delle elezioni politiche del 2018, quando il partito ottenne il risultato più alto della sua storia, 33 per cento, e fu al centro delle trattative che portarono alla formazione del primo governo Conte. Da allora, però, il Movimento sotto la sua guida ha conosciuto diverse sconfitte e molti imbarazzi. I sondaggi nazionali hanno mostrato un calo costante e oggi il consenso del Movimento risulta dimezzato rispetto a due anni fa. Politicamente, Di Maio è riuscito a ottenere due dei punti principali del suo programma: introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza e taglio dei parlamentari. Ma questi successi non sono stati sufficienti ad evitare i malumori all’interno del suo gruppo parlamentare.