Dove si vota in Italia nel 2020

Si comincia il 26 gennaio con Emilia-Romagna e Calabria, e si proseguirà tra maggio e giugno con Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Veneto e mille comuni

(ANSA / CIRO FUSCO)
(ANSA / CIRO FUSCO)

Il 2020 sarà un anno di importanti elezioni locali in tutta Italia: si voterà per rinnovare presidenti e consigli regionali in otto regioni e per scegliere i sindaci e i consigli comunali di oltre mille comuni, tra cui Venezia, Mantova, Agrigento e Arezzo. Le due elezioni più vicine in ordine di tempo, e le uniche per le quali è già stata fissata una data, sono le regionali in Calabria ed Emilia-Romagna. Quest’ultima in particolare è considerata particolarmente importante, vista la possibilità per il centrodestra di espugnare la più importante delle storiche “regioni rosse”, da sempre governate dalla sinistra. Una sconfitta del Partito Democratico in questa regione, ipotizzano in molti, potrebbe portare alla fine del secondo governo Conte.

Emilia-Romagna e Calabria, 26 gennaio
In Emilia-Romagna il centrosinistra candida il presidente di regione uscente, Stefano Bonaccini del Partito Democratico, mentre il centrodestra sosterrà la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. Fino a pochi anni fa la vittoria del centrosinistra in Emilia-Romagna sarebbe stata data per scontata: la regione era il cuore dell’area a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano dove fin dal Dopoguerra i partiti della sinistra italiana hanno governato e ottenuto i loro migliori risultati. Negli ultimi anni però le cose sono cambiate: soprattutto dopo la sconfitta del centrosinistra in Umbria, un’altra storica “regione rossa”.

Il Movimento 5 Stelle, alla fine, ha deciso di correre da solo e gli iscritti hanno scelto come candidato Simone Benini, imprenditore di 49 anni attualmente consigliere comunale a Forlì. Benini però non ha possibilità di vittoria. Il Movimento da anni stenta a ottenere buoni risultati nella regione dove pure aveva eletto i suoi primi consiglieri regionali e il suo primo sindaco. Alle regionali del 2014, per esempio, la candidata del Movimento raccolse appena 167 mila voti; alle europee dello scorso maggio il Movimento era cresciuto fino a 290 mila voti, ma oggi i sondaggi danno Benini intorno al 7 per cento, meno della metà dei risultati ottenuti in passato.

In Calabria il centrosinistra ha deciso di candidare l’imprenditore Pippo Callipo invece di confermare il presidente uscente Mario Oliverio. Il centrodestra, dato oggi con circa 10 punti di vantaggio nei sondaggi, ha candidato Jole Santelli, eletta deputata cinque volte con Forza Italia e nominata diverse volte sottosegretaria. Entrambi gli schieramenti avevano rischiato di arrivare divisi alle elezioni, ma all’ultimo momento le candidature in liste indipendenti del governatore uscente Oliverio e del sindaco di Cosenza di Forza Italia Mario Occhiuto, descritto dai giornali locali come molto infastidito dall’aver dovuto subire la scelta di Santelli, sono rientrate. Il Movimento 5 Stelle ha deciso di correre da solo e candiderà Francesco Aiello, professore di Economia all’Università della Calabria.

Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto, maggio/giugno
In Campania i sondaggi danno il centrodestra in vantaggio e la coalizione di centrosinistra guidata dal governatore uscente Vincenzo De Luca indietro di più di dieci punti. Anche se non è ancora stata decisa una data per le elezioni, gli schieramenti e le candidature sembrano abbastanza chiari. Il centrodestra sosterrà Stefano Caldoro, già presidente della regione tra 2010 e 2015, il centrosinistra appoggerà De Luca e il Movimento 5 Stelle sosterrà la consigliera regionale di Pomigliano D’Arco Valeria Ciarambino.

In Liguria la situazione è un po’ meno definita, ma anche qui viene largamente data per scontata una vittoria del centrodestra, che ricandiderà il governatore uscente Giovanni Toti. Le incertezze riguardano soprattutto la scelta dei candidati dell’opposizione: Movimento 5 Stelle e centrosinistra. Le Marche sono un’altra regione dove per il centrosinistra sembra difficile rimanere al governo senza fare un accordo con il Movimento 5 Stelle. Il presidente uscente di centrosinistra, Luca Ceriscioli, nel 2015 vinse con il 40 per cento dei voti e da allora il centrosinistra non ha fatto che perdere consensi. Stando alle ultime elezioni, oggi in regione ha circa la metà dei voti di cinque anni fa. Il centrodestra invece appare in forte crescita e candiderà un esponente di Fratelli d’Italia (non è ancora stato deciso quale).

La Puglia è una regione dove tutto può ancora accadere. Il presidente uscente Michele Emiliano è uscito dal PD, ma punta comunque a ottenere il sostegno di tutto il centrosinistra. Senza il sostegno del Movimento 5 Stelle, però, sarà dura: alle elezioni europee il PD in Puglia è andato molto male, raccogliendo appena 260 mila voti contro gli oltre 400 mila ottenuti da M5S e Lega. Il centrodestra vuole approfittarne per tornare al governo della regione dopo 15 anni di governo della sinistra, con un candidato espresso da Fratelli d’Italia (si parla dell’ex presidente Raffaele Fitto).

Per il centrosinistra la regione più importante da conservare è la Toscana, dove nel 2015 il candidato del PD Enrico Rossi vinse con quasi il 50 per cento dei voti, battendo il candidato del centrodestra di oltre 30 punti. Oggi le cose sono cambiate e alle ultime elezioni europee in Toscana il centrodestra è praticamente arrivato alla pari con il centrosinistra. La competizione comunque è ancora molto incerta e molto dipenderà dalla scelta dei candidati. Il centrosinistra è in difficoltà, dovendo trovare un successore al presidente uscente Enrico Rossi, arrivato al secondo mandato, su cui possa convergere anche Italia Viva, che in regione ha un forte peso: il PD ha indicato il consigliere regionale Eugenio Giani, ma non si sa se sarà appoggiato da tutti o se saranno necessarie primarie di coalizione. Il centrodestra dovrebbe sostenere Susanna Ceccardi, ex sindaca di Cascina, in provincia di Pisa, e oggi europarlamentare della Lega. Il M5S in Toscana non è molto forte, e almeno per il momento non sembra che un accordo con il PD sia in agenda.

In Veneto, infine, alle ultime elezioni europee la Lega ha raccolto da sola poco meno del 50 per cento dei voti. Il presidente uscente Luca Zaia è popolarissimo in regione e sebbene abbia già fatto due mandati può candidarsi per ottenerne un terzo, e salvo sorprese clamorose lo otterrà.

Elezioni comunali, 15 aprile/15 giugno
Oltre che in queste otto regioni, l’anno prossimo si voterà anche in circa mille comuni. Nessuna grande città sarà coinvolta, ma l’elenco comprende comunque diverse città importanti: in tutto più di una decina di capoluoghi di provincia. La sfida più importante sarà probabilmente quella di Venezia, dove il centrosinistra proverà a riprendersi la città governata negli ultimi cinque anni dal sindaco di centrodestra Luigi Brugnaro.

In Lombardia si voterà a Lecco e Mantova, oggi entrambe governate dal centrosinistra. In Toscana si voterà ad Arezzo, dove nel 2015 il centrodestra riuscì a vincere per pochi voti. Nelle Marche si voterà a Macerata, governata dal centrosinistra, e Fermo, dove c’è un sindaco di una lista civica. In Abruzzo si voterà a Chieti, dove governa il centrodestra, mentre in Puglia si voterà a Trani e Andria, che insieme a Barletta formano un’unica provincia (a Trani c’è un sindaco di centrosinistra, mentre ad Andria governa il centrodestra).

In Basilicata si voterà a Matera, governata dal centrodestra, e in Calabria si voterà a Vibo Valentia, governata dal centrodestra. Si voterà anche ad Aosta (governata dal centrosinistra), ad Agrigento (governata da una coalizione centrista di cui fa parte anche il PD) ed Enna (che ha un sindaco espresso da una lista civica). Infine, in Sardegna si voterà a Nuoro, che oggi ha un sindaco espresso da una lista civica.