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  • Domenica 10 novembre 2019

L’accordo segreto fra Malta e la “Guardia costiera” libica

Il Times of Malta sostiene che l'esercito maltese si «coordini» con le milizie libiche per respingere i migranti, non è chiaro in cambio di cosa

(Dan Kitwood/Getty Images for the Daphne Project)
(Dan Kitwood/Getty Images for the Daphne Project)

Il giornale Times of Malta ha pubblicato un articolo in cui sostiene che il governo maltese abbia stretto un accordo con la cosiddetta Guardia costiera libica per «coordinarsi», cioè permettere che le milizie che compongono la Guardia costiera intercettino e riportino in Libia i migranti diretti verso Malta. Il governo maltese non ha commentato nel merito le accuse, che se confermate sarebbero piuttosto gravi: di fatto il governo maltese – come del resto quello italiano, grazie a un accordo stretto due anni fa – ha affidato ad alcune milizie il compito di respingere dei potenziali richiedenti asilo in Libia, un paese dove sono sottoposti a violenze e torture sistematiche.

Il Times of Malta scrive che l’accordo è di “mutua cooperazione” e che a mediare l’accordo sarebbe stato Neville Gafà, un controverso funzionario descritto come vicino al primo ministro maltese Joseph Muscat. L’articolo non specifica cosa abbiano promesso le autorità maltesi ai libici in cambio della loro cooperazione.

Il Times of Malta parla anche di un incontro, tenuto il 18 giugno, a cui tra gli altri avrebbero partecipato Gafà, il vice primo ministro libico Ahmed Maiteeq e il colonnello maltese Clinton O’Neill, che si occupa di intelligence per le forze armate maltesi. Il giornale mostra anche una foto in cui Gafà, Maiteeq e O’Neill sono insieme in una stanza. Aggiunge poi che Gafà, il cui tipo di collaborazione con Muscat non è molto chiaro, in passato è stato accusato di corruzione per questioni collegate a dei visti irregolarmente concessi a cittadini libici.

I termini dell’accordo sono stati spiegati al Times of Malta da una fonte anonima: «Quando c’è una barca che si avvicina alle acque maltesi, le forze armate maltesi si coordinano con i libici, che recuperano [i migranti] e li riportano in Libia prima che possano entrare nelle acque maltesi, diventando così responsabilità nostra [cioè di Malta]». La fonte anonima ha detto di ritenere giusto l’accordo e che è servito a evitare che Malta diventasse «strapiena di migranti». La stessa fonte ha giustificato l’accordo citando quello stretto fra Italia e autorità libiche.

Negli ultimi due anni il flusso di partenze dalla Libia verso Malta era aumentato per via della politica dei cosiddetti “porti chiusi” promossa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: diverse navi delle ong e altre imbarcazioni che avevano soccorso migranti nei pressi delle coste libiche avevano iniziato a sbarcare a Malta perché non veniva garantita loro la disponibilità dei porti italiani. Non è chiaro, come sembra dai termini dell’accordo fra Malta e Libia, se anche le imbarcazioni dei migranti avessero iniziato a fare rotta più spesso verso Malta che verso l’Italia.

Il governo di Malta ha commentato l’articolo dicendo che è normale tenere incontri bilaterali con altri paesi e che Malta agisce sempre rispettando le leggi e gli accordi internazionali.