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  • Giovedì 7 novembre 2019

La riforma dell’immigrazione proposta da Macron

Vorrebbe restringere l'accesso alle cure mediche per i richiedenti asilo, e stabilire un sistema di quote per i cosiddetti "migranti economici"

Un campo profughi improvvisato alla Porte d'Aubervilliers, Parigi, 8 aprile 2019 (AP Photo/Christophe Ena)
Un campo profughi improvvisato alla Porte d'Aubervilliers, Parigi, 8 aprile 2019 (AP Photo/Christophe Ena)

Due giorni fa il primo ministro francese Édouard Philippe ha annunciato i punti principali della riforma sull’immigrazione che l’amministrazione del presidente Emmanuel Macron intende promuovere nelle prossime settimane. La riforma prevede venti misure specifiche e Macron ipotizza di applicarla entro l’estate del 2020. Le Monde ha osservato che fra i venti punti «ci sono soprattutto misure già annunciate o già in atto, che però permettono al governo di mostrare che si occupa di questo tema». È un tema ripreso da molti osservatori, secondo cui con la riforma proposta due giorni fa Macron intende «spostarsi a destra» in vista delle delicate elezioni municipali di marzo.

Il punto più contestato della riforma prevede che ciascun richiedente asilo dovrà aspettare tre mesi prima di accedere alla Protection universelle maladie (PUMa), cioè la copertura sanitaria totale di cui godono tutti i cittadini francesi e che oggi viene garantita immediatamente a chi fa domanda per una forma di protezione. La PUMa verrà inoltre ridotta da un anno a sei mesi per i richiedenti asilo la cui richiesta è stata respinta. Il governo francese ha spiegato che in questo modo intende scoraggiare i migranti che entrano in Francia per fare «turismo sanitario», cioè ricevere cure di alto livello che nei propri paesi non sono garantite: il New York Times stima che nel 2018 circa 320mila persone senza uno status definito hanno beneficiato di cure mediche pagate dallo stato francese (le cure considerate urgenti continueranno ad essere garantite anche nel nuovo sistema).

I critici di Macron accusano il governo di volere diminuire gli standard dell’accoglienza e di punire i richiedenti asilo per ottenere consensi elettorali: la restrizione alle cure mediche gratuite «è un regalo all’estrema destra», ha detto al Financial Times François Gemenne, un esperto di migrazioni che insegna alla Sciences Po di Parigi. Da anni, in effetti, il Rassemblement National guidato da Marine Le Pen accusava migranti e richiedenti asilo di pesare eccessivamente sui servizi sociali francesi.

Le misure proposte da Macron sono solo l’ultimo passaggio di una svolta a destra avviata da alcune settimane, soprattutto con interviste e dichiarazioni. La settimana scorsa Macron ha garantito una lunga intervista alla controversa rivista di destra Valeurs Actuelles in cui diceva di volere «cacciare» i richiedenti asilo che non hanno diritto a rimanere sul territorio francese. A settembre, disse a Europe 1 radio che «la Francia non può accogliere tutti, se vuole accogliere bene».

Diversi analisti ritengono che Macron stia inasprendo la sua retorica sull’immigrazione per limitare i consensi del Rassemblement National. «Il numero dei migranti in Francia non è una delle prime priorità dell’elettorato», scrive il Guardian, «che è più interessato ad arrivare alla fine del mese e alle soluzioni per il cambiamento climatico, ma il partito di Le Pen continua a insistere sul tema dell’immigrazione e cercherà di sottrarre sempre più voti alla destra tradizionale».

L’immigrazione non è più fra i temi più sentiti dai francesi – e in estate lo aveva già certificato l’Eurobarometro, il sondaggio ufficiale dell’Unione Europea – ma di recente è tornato al centro del dibattito politico. Nel 2018 circa 124mila persone hanno chiesto una forma di protezione in Francia, il 23 per cento in più rispetto al 2017 (in Italia sono state meno della metà, circa 50mila). Molti di loro arrivano via terra dai paesi europei di frontiera, attratti soprattutto dal fatto di parlare francese o da conoscenze e parenti che vivono già in Francia. In diverse città, fra cui anche Parigi, sono sorti campi profughi improvvisati messi in piedi dai richiedenti asilo in attesa di una risposta alla loro richiesta.

Macron sta comunque cercando di bilanciare la retorica anti-richiedenti asilo aprendo a vie legali per l’immigrazione. Ieri il primo ministro Philippe ha annunciato che entro l’estate sarà creato un sistema di quote che permetterà ad alcune categorie di lavoratori di trasferirsi in Francia legalmente, a seconda dell’esigenza che avranno alcuni settori dell’economia francese. Non è ancora chiarissimo come funzioneranno le quote – quale sarà la loro entità, come e quando verranno stabilite, quali categorie di lavoratori stranieri interesseranno – e quando effettivamente entreranno in vigore. In passato una misura del genere era già stata proposta dall’amministrazione di centrodestra guidata da Nicolas Sarkozy.

Nel frattempo, giovedì mattina sono stati sgomberati due campi profughi nella zona di Seine-Saint-Denis, nel nord di Parigi. In totale 1.606 persone sono state trasferite in strutture di accoglienza, mentre il ministro dell’Interno Christophe Castaner ha promesso che la situazione di ciascuna di loro verrà esaminata dalle autorità.