Il “trattamento Formigoni”

Luigi Manconi spiega su Repubblica perché la detenzione domiciliare per una persona anziana è una buona cosa per tutti

Roberto Formigoni nel 2016. (ANSA/DANIELE MASCOLO)
Roberto Formigoni nel 2016. (ANSA/DANIELE MASCOLO)

Due giorni fa il tribunale di sorveglianza di Milano ha deciso la detenzione domiciliare per l’ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Formigoni, che ha 72 anni, aveva ricevuto per anni regali e tangenti da parte di cliniche private della sanità lombarda in cambio di favori: è stato condannato in via definitiva lo scorso febbraio e ha trascorso cinque mesi nel carcere di Bollate, vicino Milano. Luigi Manconi, ex parlamentare, sociologo e attivista di lungo corso per i diritti umani, su Repubblica di oggi ha spiegato perché la notizia non dovrebbe suscitare alcuno scandalo: anzi.

Si può difendere l’indifendibile (Roberto Formigoni) in nome della forza del diritto e dei principi del garantismo? Faticosamente, e forse contraddittoriamente, penso di sì. Formigoni e io ci siamo francamente antipatici da decenni e, da quando ironizzai sull’abbigliamento coatto-pop di una fase della sua vita politica, mi ha tolto il saluto. Ma questo, va da sé, è il più irrilevante dei suoi pubblici peccati, sui quali giudicherà la sua coscienza e il suo Dio. Qui si parla d’altro. La prima considerazione è che il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza è perfettamente legittimo: previsto, cioè, dall’ordinamento giuridico e dal regolamento penitenziario. Per chi abbia superato i settant’anni è possibile, infatti, espiare la pena “nella propria abitazione o in altro luogo pubblico di cura, assistenza e accoglienza”.

[…] Qualsiasi progressista, invece, dovrebbe auspicare che a tutti i detenuti di età avanzata venga applicato il “trattamento Formigoni”. E dovrebbe riconoscere nel legittimo beneficio per lui adottato, una buona ragione, giuridica, morale, ma anche di argomentazione pubblica, per estendere quella misura a quanti si trovino nella medesima condizione. Insomma, la permanenza in carcere di persone anziane è, nella gran parte dei casi, non motivata da ragioni di pericolosità sociale, bensì da una situazione di svantaggio economico-materiale. Sono questi ultimi a trovarsi in una situazione illegale: trattarli “come Formigoni” significherebbe ripristinare la legalità.

(leggi l’articolo intero sulla pagina Facebook di Luigi Manconi)