Chi era René Favaloro

Fu un importante chirurgo argentino, pioniere della tecnica del bypass coronarico e protagonista di un pezzo della storia del suo paese

(Wikimedia Commons)
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René Favaloro, medico chirurgo specializzato in cardiologia e ricordato soprattutto per aver sviluppato negli anni Sessanta la tecnica del bypass coronarico al cuore, nacque oggi 96 anni fa. Lavorò a tecniche che cambiarono profondamente il modo in cui sarebbero stati trattati da lì in poi diversi disturbi cardiaci.

Favaloro nacque il 12 luglio 1923 a La Plata, in Argentina. Suo padre era carpentiere e sua madre sarta, ma la persona della famiglia che lo spinse a intraprendere gli studi scientifici fu la nonna materna, a cui dedicò la tesi di dottorato. Frequentò l’università nella sua città natale, cominciando poi a praticare nel policlinico di La Plata, dove convergevano tutti i casi della provincia di Buenos Aires. Si laureò nel 1949 e cominciò subito a lavorare come ausiliare medico, interessandosi e approfondendo nel frattempo il campo che lo avrebbe reso famoso: la chirurgia toracica e cardiovascolare, ancora poco sviluppata in quegli anni.

All’inizio degli anni Sessanta, i suoi professori Josè Mainetti e Alfonso Albanese lo raccomandarono al Cleveland Clinic, un ospedale e centro per la ricerca medica in Ohio, negli Stati Uniti; Favaloro si stabilì lì e lavorò in ospedale nel reparto di chirurgia, soprattutto sui casi di difetti alle valvole del cuore.

Nel 1967 cominciò a fare pratica con quello che sarebbe stato il suo principale contributo alla chirurgia cardiaca, cioè il bypass coronarico con vena safena: il bypass è l’aggiramento di un’arteria difettosa tramite un tratto di vaso sanguigno funzionante, prelevato da un’altra zona. L’aggiramento permette al cuore di ricevere la giusta quantità di sangue che gli serve per funzionare e che non riceveva dall’arteria ostruita (o ristretta per qualche motivo). Favaloro pensò di prelevare il vaso sanguigno dagli arti inferiori, nello specifico dalla vena safena, per creare l’aggiramento.

Nel 1971 tornò in Argentina e nel 1975 istituì la fondazione Favaloro, un centro di formazione per studenti da varie parti del mondo. Nel 1984 fu membro della CONADEP (Comisión Nacional por la Desaparición de Personas), la commissione che si occupò della sparizione di decine di migliaia di persone durante gli anni delle dittature militari tra il 1976 e il 1983.

Favaloro fu apprezzato anche per le sue posizioni favorevoli alla libertà di scelta delle donne sull’aborto, di cui parlò più volte, anche in un’intervista nel 1996 in cui disse: «La legalizzazione [dell’aborto] non significa che stiamo dando a tutti l’autorizzazione ad abortire, ma piuttosto che, in determinate circostanze, la povera ragazza disgraziata che non ha nessuna possibilità non finisca in quel mondo nascosto orribile che può condurre alla morte. Perché lì non ne muore una, ne muoiono tante. Al contrario, la ragazza privilegiata di una famiglia coi soldi va in una clinica prestigiosa, lo fa senza che nessuno se ne accorga, e nel pomeriggio se vuole può andare pure a ballare perché è già tutto passato. A me questa disuguaglianza non piace». In Argentina, come in altri stati del Sud America, l’aborto è tuttora illegale.

All’inizio del 2000 l’Argentina stava attraversando una grave crisi economica, e così anche la fondazione di Favaloro, fortemente indebitata. Si pensa che questa circostanza sia stata una delle cause principali del suo suicidio, avvenuto il 29 luglio 2000, poco dopo aver compiuto 77 anni.